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Dopo aver recensito di recente il loro terzo album intitolato “Cult Of The Empty Grave”, eccovi l’intervista ai fiorentini Barbarian. Alle mie domande ha risposto il cantante/chitarrista Borys Crossburn che, come ben sapete, suona anche negli altrettanto ottimi Children Of Technology. Bando alle ciance e diamo subito a lui la parola!
Ciao ragazzi! Come va? Partiamo nella maniera più scontata con una bella biografia dei Barbarian.
Non c’è in realtà molto da dire, niente patti col demonio o patrocini di celebrità assortite. Il gruppo è nato nel 2009 e dopo sette anni è ancora qua, nel mezzo c’è la prima cassetta, poi stampata su vinile da Doomentia e in Cd da Despise the Sun, poi lo split Lp/Cd con i gli amici Bunker 66, sempre su Doomentia, la quale ha fatto uscire pure il secondo disco “Faith Extinguisher” in Lp e Cd. Il nuovo “Cult Of The Empty Grave” esce in Lp e Cd su Hells Headbangers e in cassetta ad opera nostra. E poi tanti concerti, tra cui due tour europei. Nulla di fantascientifico, ma per quanto riguarda le cose più importanti, dischi e concerti, non abbiamo mai mollato nemmeno un secondo.
Una curiosità sul nome Barbarian: dove l’avete preso? Per caso dall’omonimo videogioco per C64 uscito nel lontano 1988?
Me lo ricordo bene quel videogioco, credo di averci giocato su piattaforma Atari. Tra l’altro la copertina del videogioco fu disegnata da Roger Dean, cioè colui che ha ispirato il primo logo dei Venom. In realtà il termine “Barbarian” mi rimanda più al film di sei anni prima, “Conan the Barbarian”, anche se poi il termine è comunque generico. Le copertine dei libri della saga di Conan di Robert Howard sono state dipinte da Frank Frazetta che, a livello iconografico, è sicuramente una grande ispirazione.
Raccontateci della gestazione del vostro terzo album. Per esempio, come sono andate le registrazioni e dove si sono svolte? Vi siete imbattuti in qualche intoppo?
I pezzi sono stati suonati parecchio in sala prove, siamo molto regolari in questo, manteniamo sempre un buon ritmo quanto a composizione e non mancano mai nemmeno le occasioni per sperimentare il nuovo materiale dal vivo. Abbiamo registrato all’Hammered Sound e tutto è filato liscio, sono molto contento del risultato, il suono è molto naturale con pochissima post-produzione. Il mastering è stato effettuato da Brad Boatright/Audiosiege, anche questo ha contribuito ad una buona riuscita.
La copertina di “Cult Of The Empty Grave” la trovo fantastica, anche perché mi ricorda molto quella di “Pleasure To Kill” dei Kreator. Ma chi l’ha disegnata ed è uscita proprio come la volevate voi? Cosa intende rappresentare più esattamente e di chi è quello sguardo malvagio che si vede sospeso nel cielo?
Non avevo pensato a “Pleasure To kill” devo dire. La copertina è stata disegnata da Shagrat, chitarrista di Shitfucker ed Acid Witch. Ha dipinto basandosi su indicazioni precise che ha poi sviluppato liberamente. E’ stata la seconda volta che abbiamo lavorato con lui dopo “Faith Extinguisher”. Non voglio fare paragoni imbarazzanti, ma condivido quanto diceva Beksinski, Artista con la A maiuscola che è autore della copertina del nostro primissimo disco: “Mai mi porrò la domanda “Cosa significa?”, né riguardo le mie opere né riguardo quelle di altri. Il significato per me è completamente senza significato. Dal mio punto di vista e in riferimento al mio lavoro non esiste una strada più erronea. Ciò che è importante è ciò che impressiona la nostra anima e non quello che impressioni i nostri occhi e che possiamo nominare”. Per non peccare troppo di superbia, posso comunque dire che c’è un forte legame sia col testo di “The Bone Knife” che con quello di “Cult Of The Empty Grave”.
Come scritto nella recensione, la vostra musica combina fra loro ben tre stili, cioè l’heavy metal più epico e battagliero, lo speed metal e il black metal à la Hellhammer/Celtic Frost. Ecco, come riuscite a combinarli insieme e quali sono le vostre influenze?
Ovviamente non abbiamo la pretesa di inventare alcunché, le rivoluzioni le lasciamo ai musicisti provetti. La musica dei Barbarian è fatta da fanatici del metal per ascoltatori altrettanto fanatici e quindi vi convergono anni e anni di acquisti ed ascolti. Ci divertiamo a suonare la musica che ci piace cercando di essere personali nel combinare le influenze di tutto ciò che è metal vecchia scuola. E’ tutto molto spontaneo, niente di programmato a tavolino. E’ comunque interessante notare come nelle tantissime recensioni che ho letto a proposito del nostro ultimo disco si nomini un po’ tutto lo scibile metal: infatti si citano, più o meno a ragione, i Manowar come i Celtic Frost, i Running Wild come gli Iron Maiden, i Venom, i Sodom, i Razor, i Judas, la NWOBHM, per arrivare addirittura a Helloween e death metal. A dimostrare che le influenze sono molteplici ma il risultato è organico e ognuno ci sente quello che vuole, l’importante è non annoiarsi.
Di cosa parlate nei testi?
Se si dovesse cercare un fil rouge che li collega si potrebbe parlare di una forte insofferenza per tutto ciò che rientra nei canoni della metafisica, in primis della religione, di tutte le superstizioni che essa reca con sé e di come queste catene degradino l’uomo. Quasi una battaglia culturale che utilizza molte metafore e un immaginario guerresco.
Ma è una coincidenza il fatto che, per il secondo disco consecutivo, proprio il quarto pezzo contenga all’interno del titolo la parola “metal”?
“Absolute Metal” è il seguito ideale di “Total Metal”. E’ il pezzo-omaggio alla storia del metal, col testo meno serioso del solito (non che il metal non sia serio). Ogni frase di “Absolute Metal” cita un disco metal uscito nel 1984.
Per il nuovo album, avete scartato qualche brano già composto se non perfino già registrato? E perché?
Assolutamente no, se un pezzo esce dalla fase di gestazione ed arriva a conclusione vuol dire che ci crediamo fino in fondo. Poi, magari, ci saranno i pezzi riusciti meglio e quelli riusciti peggio, ma sono tutti piezz’e core.
Perché ogni vostro album contiene sempre 6-7 brani? Che poi sono relativamente pochi visto anche il minutaggio di certo non proibitivo.
Anche dal vivo non suoniamo mai più di 35-40 minuti, preferiamo lasciare la voglia di qualcosa in più piuttosto che correre il rischio di saturare orecchie e cervelli. Parimenti come fruitore preferisco durate misurate.
Raccontateci del vostro rapporto con la Hells Headbangers Records, che secondo me è una delle etichette migliori in circolazione.
Effettivamente si tratta di una grande etichetta, gruppi come Midnight, Acid Witch, Bat, Nunslaughter, High Spirits… sono quelli che annovero nella ristretta cerchia di gruppi contemporanei che seguo con passione, quindi è un grande onore essere associati ad essi. Quanto a promozione, diffusione, ecc…, non c’è molto da dire, è forse il massimo a cui un gruppo come il nostro possa aspirare.
Negli ultimi anni stiamo assistendo a un ritorno capillare della vecchia scuola del metallo spesso con esiti perfino personali senza scopiazzare veramente i gruppi dell’epoca e voi rientrate in pieno in questa categoria. Ma che pensate di questo ritorno in massa? E cos’è che proprio non vi va giù delle forme moderne del metal?
Ti ringrazio, è un grosso complimento. Come già detto, non abbiamo la pretesa di inventare alcunché ma ci sforziamo di mantenere un approccio personale, altrimenti non ci sarebbe innanzitutto il divertimento da parte nostra e poi anche i risultati si perderebbero in una massa che, effettivamente, è molto nutrita. Non ho nulla contro il metal moderno, ognuno trova la sua strada quanto ad ascolti e produzione, non è affar mio. Per ragioni anagrafiche però è il metal vecchia scuola quello con cui sono cresciuto e a cui mi sento, quindi, più vicino. E, comunque, preferisco la cucina tradizionale alla nouvelle cuisine, è più spontanea e meno pretenziosa.
Che ne pensate invece della situazione del metal italiano, anche a livello di concerti, festival, locali e così via?
C’è un gran fiorire di gruppi, etichette, posti per concerti, webzine… non credo che ci si possa lamentare. La qualità ha i suoi alti e bassi, sarebbe strano il contrario, ma la mole è considerevole. Ci sono tantissime persone attive in giro e con loro amiamo stringere rapporti. Cito volentieri gruppi come Bunker 66, Violentor, Corpsefucking Art, Axevyper, Profanal, Naga, Baphomets Blood, Gravesite, Bothers, Kinetik, Sickening, Saturnine, Extirpation, Terrorsaw, Restos Humanos, Mannaia…
La cosa più folle che vi è capitata come gruppo?
Non è una cosa realmente folle, ma per me è come se lo fosse. Ogni volta che capitano richieste di autografi mi sento veramente a disagio. Facciamoci una chiacchierata, beviamoci una birra insieme, ma siamo veramente l’antitesi del gruppo a cui chiedere autografi.
Ok ragazzi, quest’intervista è arrivata al capolinea. Concludetela come volete!
In bocca al lupo per la vostra webzine, grazie per il supporto e… non chiedete autografi!
FaceBook: http://www.facebook.com/barbarianmetal
Etichetta Hells Headbangers Records – http://www.hellsheadbangers.com