Profanatica – The Curling Flame Of Blasphemy (2016)

Titolo: The Curling Flame Of Blasphemy
Autore: Profanatica
Genere: Black / Death Metal
Anno: 2016
Voto del redattore HMW: 6,5
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Fra i capostipiti dello US black metal insieme ai Black Funeral e ai Demoncy, i newyorkesi Profanatica (ora trasferitisi in Pennsylvania) sono anche uno dei gruppi più oltraggiosi e controversi che abbiano mai bazzicato il genere. Fra l’altro la loro genesi, risalente al 1990, è stata piuttosto singolare: sono nati infatti da una costola, anzi, da ¾ degli Incantation dopo che il cantante/batterista Paul Ledney propose invano al leader John McEntee di orientarsi più al black metal oltre a suonare nudi (!?). Ecco così nascere i Profanatica, che subito si crearono una dubbia reputazione per i loro scioccanti concerti, alimentati del resto dallo stesso Paul, qualche anno prima militante negli infami punk/HC Connecticut Cocksuckers di GG Allin, un punk ultra-estremista capace letteralmente di tutto dentro e fuori la scena.
Singolare la nascita, singolare lo sviluppo e singolare anche lo scioglimento: quest’ultimo infatti cadde nel 1992 dopo che tutte le copie master di quello che doveva essere l’album di debutto del gruppo, “The Raping Of Virgin Mary”, furono chissà perché distrutte direttamente in studio dagli altri due componenti dei Profanatica, cioè l’ex-Incantation Aragon Amori e la new entry Robert Crusen aka Wicked Warlock (ovvero Ixithra, padre-padrone dei Demoncy), facendo quindi cessare anzitempo le attività a questa oscura entità diabolica, la quale però avrebbe avuto una sorta di continuazione negli Havohej, il folle progetto solista ancora esistente di Paul Ledney, che poi nel 2001 decise di riformare gli stessi Profanatica arrivando finalmente, in mezzo a concerti quasi omo-satanici magari suonati guardacaso nudi ma con perversi copricapi da suora (!?!?) e masturbazioni su Bibbie (!?!?!?), all’agognato album di debutto nel 2007 realizzando così un disco sulla lunga distanza ogni tre anni, l’ultimo dei quali risponde al titolo di “The Curling Flame Of Blasphemy”, uscito per conto della Hells Headbangers Records su CD/cassetta/vinile il 22 Luglio 2016. E furono di nuovo bestemmie e pessimo gusto a oltranza!
L’album, registrato con una formazione a due comprendente l’appena fuoriuscito John Gelso alle chitarre e al basso, si compone di dieci pezzi per 36 minuti di un black/death metal tanto semplice, sulfureo e vecchia scuola quanto molto particolare, quasi USA oserei dire. Prima di tutto, ci sono i miasmi spettrali e sussurrati di Paul Ledney, messi un po’ in secondo piano anche perché certe canzoni, come l’iniziale “Ordained In Bile”, sono quasi delle strumentali. Poi c’è un lavoro di chitarra che spesso mischia i riff sulfurei e stridenti del death metal americano di marca Incantation/Immolation con quelli più freddi e black metal, facendo emergere di quando in quando degli assoli-che-quasi-non-sono-assoli ma dalla buona funzione atmosferica, quindi lontanissimi da qualsiasi approccio rumorista. Il basso, grezzissimo come piace a me, si sente che è una meraviglia mentre la batteria, mai veramente violenta tanto che i blast-beats sono pochi, va da tupa-tupa non così veloci a degli strani mid-tempo (sublimati in un pezzo come “Black Hymna”) non facendo mancare all’appello neanche delle partiture ultra-doom (come in “Bleed Heavenly Kingdom”). Il tutto viene poi caratterizzato non solo da una struttura prevedibile dei pezzi forte però di pause e ripartenze – queste sì violentissime – ma anche da una adorabile attitudine pressappochista secondo la quale certi brani si concludono letteralmente di botto (“Yahweh Rejected”) mentre altri durano solo 35 secondi contati (“Vile Blessings”).
Fra i pezzi migliori del disco, citerei senz’altro i martellanti due minuti di “March To Golgotha”, “Host Over Cup” con il suo finale più melodico del solito, “Yahweh Rejected” anche perché è il brano più violento di tutto il lotto e il folle assalto metà grind di “Vile Blessings”. Deludono invece brani come la mefitica ma un po’ statica “Black Hymna” e la conclusiva “Curling Flame” che, bella tirata nei suoi primi due minuti, negli ultimi quattro si inchioda su un finale paranoico ultra-doom e apocalittico sinceramente inconcludente. Peccato però che proprio alla fine ci dovesse essere la magagna vera e propria del disco…
…che infatti lo rovina troppo, ragion per cui “The Curling Flame Of Blasphemy”, quarto album dei Profanatica, si becca un modesto 6,5 nonostante meritasse di più. Il fatto è che nel black/death metal si sta abusando troppo dei finali paranoici per concludere un disco, ormai diventata una moda non poche volte controproducente che non sempre funziona.
Peccato, perché il black/death metal ultra-blasfemo dei Profanatica è veramente affascinante, con qualche soluzione anche abbastanza curiosa ma sempre secondo un inossidabile approccio grezzo che mischia il nauseante e schizzato death metal americano con l’atmosfera dannata del black metal. E adesso i fan li aspettano all’Hells Headbash il 3 Settembre con una formazione a tre, peraltro tipica del gruppo e comprendente Ryan Adams alle chitarre e Alex Cox al basso.

Tracklist:

1 – Ordained in Bile
2 – March to Golgotha
3 – Magic & Muhr
4 – Black Hymna
5 – Host over Cup
6 – Rotten Scriptures
7 – Yahweh Rejected
8 – Bleed Heavenly Kingdom
9 – Vile Blessings
10 – Curling Flame

Line-up:

Paul Ledney – voce/batteria
John Gelso – chitarre/basso

BandCamp: http://profanatica.com
FaceBook: https://www.facebook.com/profanaticausa
Etichetta Hells Headbangers Records – http://www.hellsheadbangers.com

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