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06/10/2017 : Onslaught + Artillery + Exarsis + Chronosphere – Dagda Live Club (Retorbido, PV)
L’apertura della nuova stagione concertistica del Dagda Live Club coincide con l’inaugurazione del nuovo locale, trasferitosi da Borgo Priolo in quel di Retorbido (PV), posizione logisticamente più comoda rispetto alla precedente location: poco più di mezz’ora di macchina e siamo sul posto – devo dire che non è segnalato benissimo, tanto che il nostro Pol ha incontrato qualche difficoltà nel raggiungerci – pronti a goderci una serata che si preannuncia davvero rovente!
Il nuovo Dagda è tenuto a battesimo dalla prima delle due tappe italiane del “Thrash ‘Till Death – Europe 2017”, tour che sta portando in giro per il vecchio continente quattro band di assoluto valore: a dividersi il ruolo di co-headliner troviamo due gruppi storici, gli inglesi Onslaught ed i danesi Artillery, coadiuvati da due giovani ed agguerrite bands provenienti dalla Grecia, gli Exarsis ed i Chronosphere.
Quando varchiamo la soglia del locale, gli ellenici Exarsis hanno già dato fuoco alle polveri e veniamo travolti da un’ondata di thrash metal dai rimandi eighties americani! Nel tempo a loro disposizione, i ragazzi suonano come se non ci fosse un domani posseduti dal sacro fuoco thrash, offrendoci uno show intensissimo: non si fermano un attimo su quel palco e riversano energia a tonnellate sull’ancora esiguo pubblico. Con alle spalle tre album ed il nuovo lavoro “New War Order” in uscita il 20 ottobre, gli Exarsis concentrano una scaletta che presenta sia estratti più datati (“Under Destruction”, “Dying Earth”) che nuovi brani tra cui, se non erro, “General Guidance”. Lanciati da ritmiche debordanti da cui si stagliano le vocals taglienti di Nick J., i pezzi scorrono veloci e divertenti, regalandoci un inizio di serata deflagrante! Ottima band, sia su disco che dal vivo!
Un cambio palco piuttosto rapido mi lascia giusto il tempo di sorseggiare un birra rigenerante e, mentre prendo atto di un lieve ma costante aumento di persone all’interno del locale, guadagnano la ribalta i Chronosphere, anch’essi provenienti dalla Grecia ed impegnati nella promozione del loro “Red N’ Roll”, uscito a marzo di quest’anno attraverso la nostra Punishment 18 Records. Il thrash del quartetto di Atene è più compatto e sembra mostrare sia influenze eighties che di matrice più attuale, per un risultato sonoro potente e trascinante, forse un poco meno esplosivo (anche in termini di movimento sullo stage) rispetto ai connazionali Exarsis. Anche i Chronosphere hanno un set di circa trenta minuti, sfruttati a dovere con escursioni che toccano principalmente il debut album “Envirusment” – da cui vengono proposte la titletrack, “Genetically Determined” e “War Infection” – ed il nuovo lavoro, rappresentato da “Before It’s Gone”, dalla spezzacollo “Picking Up My Pieces” e da “Warriors”, mentre dall’ottimo “Embracing Oblivion” arriva la sola “Brutal Decay”. La prova sfoderata dalla band è decisamente grintosa e convincente, con una menzione di lode particolare per l’operato incisivo della chitarra di Panos e per il cantato poderoso e ruvido di Spyros: il concerto si chiude con la cover di “Ace Of Spades”, cantata dal solo pubblico a causa di un problema tecnico che ha colpito la band. Promozione piena anche per gli ottimi Chronosphere, davvero efficaci!
Quando si dice schiavismo… vai a Retorbido per vederti gli Artillery in santa pace, dopo più di quattro anni dall’ultima occasione che hai avuto per seguirli dal vivo, fai fatica a trovare la nuova sede del Dagda Club (che altro non è che il vecchio Carlito’s Way, già sede di metallici eventi negli anni passati), e dalle nebbie pavesi spunta il nostro Avalon (è proprio il caso di citare Marion Zimmer Bradley, con “The Mists of Avalon”…) pronto a braccarti in un angolo ed a costringerti a scrivere una parte del live report della serata: ingiusto! Ma io, webzinaro stakanovista, anche se il magnifico caporedattore Thor avrebbe qualcosa da ridire, accolgo la richiesta con gioia e sottomissione! Arrivati come delegazione saronnese al locale in corrispondenza degli ultimi due brani dei Chronosphere (con annesso “crollo energetico” dell’impianto sulla cover finale di Motorheadiana memoria… o è stato spento di proposito? Non ho risposte al quesito N.d.r.), dopo aver perso mezz’ora per le strade del pavese con un navigatore spaesato che non trovava la nuova sede, abbiamo davvero poco da attendere per vedere in azione i fratelli Stützer & Co… o almeno così credevo, e suppongo anche altri fra gli astanti sopraggiunti in quel di Retorbido. Sul palco una formazione rimpolpata da nuovi innesti, che vede il solo Michael Stützer rispetto alla line-up dell’ultimo “Penalty By Perception”; non c’è il fratello Morten a supportarlo con l’altra chitarra, sostituto dal comunque ottimo Kræn Meier, non abbiamo Josua Madsen alla batteria, sostituito da Danni Jelsgaard, non abbiamo lo storico bassista Peter Thorslund, sostituito dal giovane e frenetico Tobias Nefer, ma soprattutto ritroviamo Søren Nico Adamsen alla voce, autore di una prestazione fenomenale, a differenza delle due precedenti occasioni in cui avevo avuto modo di vederlo in azione sul palco. A quanto è dato conoscere tramite Metal Archives (Facebook non pervenuto, N.d.r.), la presente formazione si riferisce solo alle date live, mentre quella dell’ultimo album datato 2016 è ad oggi la line-up ufficiale. Insomma, 1/5 di una formazione che ha già subito molte defezioni negli anni – per quanto da puntualizzare subito che la performance sia stata spettacolare – lascia l’amaro in bocca, ma di certo non ha rovinato le aspettative, perché di energia sul palco ne è stata spesa a profusione!
Gli Artillery festeggiano i 30 anni di “Terror Squad”, quindi la maggior parte dei brani di un set comunque piuttosto limitato è presa dall’album dell’ormai lontano 1987 (per gli amanti del 45 giri, tutto il Lato A). I Nostri sono i roadie di sè stessi e dopo gli ultimi aggiustamenti parte l’intro, per attaccare in grande stile con “In Defiance Of Conformity”, dall’ultimo nato. Breve appunto di Adamsen circa la ricorrenza del trentennale, ed ecco il quintetto attaccare con la sempre devastante “The Challenge”, seguita a ruota da “In The Trash”. L’innesto di “Beneath The Clay (R.I.P.)” in scaletta, direttamente dal capolavoro della band “By Inheritance”, merita più di un plauso, e quanti sono accorsi in quel del Dagda ripagano i danesi urlando con tutto il fiato in gola il controcoro “Ar! Ai! Pi!”. Un breve passaggio per l’ultimo sforzo discografico con “Live By The Schythe”, per tornare al passato con l’assalto frontale di “Let There Be Sin”, seguita a ruota dalla sempreverde “The Almighty”, unico brano preso dal debut album. C’è ancora tempo per “Legions” dall’omonimo album, per cedere il passo al classico “Khomaniac”, con quella melodia tipicamente orientale (come nella miglior tradizione Artillery) indelebilmente stampata nella testa di migliaia di metalheads a farla da padrone. Chiusura affidata ad un altro classico, “Terror Squad”, che regala un’ultima dose di classe prima dei saluti finali.
La serata potrebbe anche concludersi dopo la prova dei danesi, per chi vi scrive; pur avendo massimo rispetto per la formazione degli Onslaught, che ha dimostrato il proprio intrinseco valore sia tecnico che musicale e lo status di band culto del thrash metal che ha guadagnato dalla sua nascita ad oggi, gli albori della band non fanno per il sottoscritto, che adora il discusso “In Search Of Sanity”, dal quale non sarà estratto brano alcuno… lascio nuovamente la parola al nostro Avalon!
C’è un buona presenza all’interno del locale e siamo in perfetto orario sulla tabella di marcia quando i britannici Onslaught iniziano a salire sul palco: una intro musicale satura il Dagda di atmosfere sulfuree che, quando arrivano al loro culmine, sfociano nel riffone spaccaossa di “Let There Be Death”, primo di una malvagia triade di estratti dal gioiellino “The Force”, a cui fanno seguito “Metal Forces” e “Fight With The Beast”!
La band dal vivo è potentissima e propone i suoi brani con una ferocia tale da lasciare senza fiato, portando il caos nelle prime file: il gran cerimoniere Sy Keeler sferza il pubblico con le sue vocals affilate e dietro di lui la devastante sezione ritmica composta da Michael Hourihan e dal bassista Jeff Williams lascia solo terra bruciata!
Ricordiamo che gli Onslaught sono in tour per celebrare il trentesimo anniversario del già citato “The Force”, che viene suonato per intero con l’esecuzione di “Demoniac”, “Flame Of The Antichrist”, “Contract In Blood” e “Thrash ‘Till The Death”. Non di solo passato vive la setlist di stasera, tant’è che il quintetto britannico esegue con brutale vigore pezzi come “The Sound Of Violence”, “Killing Peace”, “66Fuckin’6” e “Destroyer Of Worlds”, accolte dalle urla dei presenti quando vengono introdotte dalle abrasive chitarre maneggiate da Iain Davies e dallo storico Nige Rockett, quest’ultimo piuttosto statico nella sua posizione.
L’ultimo balzo indietro nel tempo ci porta al debut album “Power From Hell”, dal quale vengono suonate “Onslaught (Power From Hell)” e “Thermonuclear Devastation”, furibonda doppietta conclusiva con cui i Nostri si congedano dal Dagda! Grande concerto quello che la band ci ha regalato, intensissimo, micidiale (ci sanguinano ancora le orecchie!) e tanto soddisfacente da lasciarci un bel sorriso stampato sul viso: dal vivo gli Onslaught sono una macchina da guerra.. anzi, da devastazione termonucleare!
Al termine del concerto il Dagda si svuota rapidamente, lasciando solo una manciata di avventori tra sala e bancone del bar, noi facciamo gli ultimi acquisti e salutiamo il buon Pol “PaulThrash”: chiacchierando durante il rientro in macchina ci siamo trovati d’accordo nel constatare come la nuova venue del Dagda Live Club sia perfetta per eventi di questa portata – sotto ogni punto di vista – un battesimo di fuoco e fiamme (è proprio il caso di dirlo) onorato da quattro ottime thrash bands. Bella serata, grande divertimento e “Thrash ‘Till The Death”!
Live report a cura di Paolo “PaulThrash” Porro e Gianluca “Avalon” Moraschi. Foto di Gianluca “Avalon” Moraschi e Silvia Omodeo Zorino. Di seguito altre immagini: