29/10/2017 : Dying Fetus + Psycroptic +guests – Colony (BS)


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29/10/2017 : Dying Fetus + Psycroptic +guests – Colony (BS)

Serata di gala quella che si è tenuta al Colony di Brescia, che ha visto alternarsi sul palco quattro gruppi validissimi, dediti al connubio tra tecnica e violenza sonora, che hanno saputo attrarre 250/300 persone entusiaste durante tutte le esibizioni.

L’apertura delle ostilità viene affidata agli australiani Disentomb, i quali seguono ancora la scia lunga della promozione del loro secondo platter “Misery” – ormai datato 2014 – che ha segnato dei sensibili miglioramenti rispetto all’esordio. Brutal death metal ben messo in campo, con un buon mix tra ricerca tecnico-formale ed aggressività, che riesce spesso nell’intento di non travalicare il confine dell’esasperazione nell’utilizzo di mezzi tecnici. Certamente il quartetto aussie ha evidenziato, come detto poc’anzi, una capacità di scrivere pezzi migliorata nel corso del tempo, grazie al depuramento di certi cliché che penalizzavano l’esordio discografico, lasciando come unico elemento controverso il cantato in un growl profondissimo (su disco, perché in sede live è impeccabile) che ha fatto storcere il naso a qualche fan.
I Disentomb non mostrano di aver problemi nella resa dal vivo dei loro pezzi, presentandosi sicuri e concentrati sul palco, attingendo a piene mani dal repertorio di “Misery” – letteralmente saccheggiato – dal quale si ergono “Chthonic Gateways”, “Abominations Created Through Divinity” e la finale “Vultures Descend”. La line up è bella compatta, col drumkit montato davanti alla batteria degli headliner. Il cantante Jordan James è l’unico elemento dinamico, si dimena sul palco e accentra le attenzioni su di sé; gli altri invece puntano sul concreto (musica) lasciando in secondo piano la componente spettacolare. Il pubblico pare gradire e non fa mancare il proprio supporto allo show dei Disentomb.

Il quartetto canadese dei Beyond Creation si presenta sul palco – di fronte ad una platea già surriscaldata – con il piglio di un gruppo di livello. I ragazzi appaiono sciolti e disinvolti e in pochi istanti si fanno immediatamente apprezzare da un pubblico che conosce i loro pezzi e li supporta alla grande, con battiti di mani ad assecondare le trame chitarristiche. In ogni sezione i nordamericani danno veramente dimostrazione di una padronanza totale dei propri strumenti, in particolare modo il bassista Hugo Doyon-Karout (veramente mostruoso).
Avevo già avuto modo di vedere i Beyond Creation in azione di supporto agli Obscura lo scorso anno e devo confermare la buona impressione che mi fecero. Il set pesca a piene mani dall’ultimo disco “Earthborn Evolution” del 2014, dal quale vengono estrapolate in rapida successione “L’Exorde”, “Earthborn Evolution”, “Neurotical Transmission” e la conclusiva “Fundamental Process”, in mezzo alle quali fa capolino anche un estratto proveniente dal primo album “The Aura” (la titletrack).
Il connubio tra rapidissime partiture death metal, funambolismi progressive di grande caratura e complessi passaggi melodici tra gli strumenti a corda crea un’impalcatura sonora di grande livello. I quattro canadesi sembrano addirittura perdersi all’interno delle loro stesse note, in una specie di jam session al cospetto di un pubblico che non manca mai di far sentire il proprio calore. Indubbiamente i Beyond Creation sono coloro i quali, in questa serata, hanno saputo meglio coniugare l’eleganza formale delle loro composizioni e le proprie capacità tecniche. Chapeau.

A poco più di un anno dalla precedente occasione nella quale ho avuto modo di vederli – sempre al Colony di supporto ai Gorguts – tornano a in Italia gli Psycroptic. Dopo il cambio di etichetta al quale abbiamo assistito nel 2015, col passaggio dalla tentacolare Nuclear Blast alla Prosthetic Records (per la quale è stato stampato l’ottimo disco autointitolato), i quattro della Tasmania non si sono certo risparmiati sotto il versante live e questo ha fatto sì che questa sera ci si trovi al cospetto di un gruppo rodato e carico, con il solito Jason Peppiatt già su di giri.
Il death metal tecnico del gruppo australiano esplode sulle note del primo pezzo dell’ultimo disco “Psycroptic” – “Echoes To Come” – che immediatamente crea un ottimo feeling con la sala, che si concretizza in ripetuti poghi e qualche bodysurfing.
Il quartetto aussie mostra grande quadratura e compattezza sul palco, forse in qualche passaggio il chitarrista si estranea un attimo dalla concitazione del concerto, riservando tutte le sue attenzioni per lo strumento, ma francamente stiamo parlando di inezie.
La setlist cerca di richiamare alla memoria anche i dischi passati, attingendo a piene mani da “The Inherited Repression” del 2012, proponendo a raffica “Carriers Of The Plague”, “Forward To Submission” e “Euphorinasia” (curiosamente le prime tre del disco), passando per “Ob(Servant)” (dall’omonimo lavoro del 2008), scavando nel passato con “The Colour Of Sleep” tratta da “The Scepter Of The Ancients”. È veramente carico Jason Peppiat che si muove come un forsennato sul palco esplodendo il suo growl abrasivo che si staglia egregiamente su di un tessuto sonoro dove potenza e tecnica esecutiva trovano il loro compendio.
“The World Discarded” e “Cold” sigillano una prova assolutamente convincente che si merita il sentito plauso del pubblico presente.

Setlist Psycroptic:

Echoes To Come
Carriers of the Plague
Forward to Submission
Euphorinasia
Ob(Servant)
The Colour of Sleep
The World Discarded
Cold

Che i Dying Fetus siano un gruppo dannatamente solido, capace di far convergere – in maniera credibile – all’interno della propria proposta musicale spiccate doti tecnico-compositive intrise di copiose doti di brutalità è ormai assodato, ma il fatto che il terzetto americano riesca ad avere una costanza di rendimento incredibile è una certezza che non si può non rimarcare in ogni occasione. Il terzetto di Baltimora prende possesso del palco alle cui estremità sono collocati due stendardi riportanti il titolo dell’ultimo lavoro “Wrong One To Fuck With”, mentre a far da sfondo al palco troviamo il logo della band.
Come di consueto John Gallagher e Sean Beasley si collocano ognuno sul proprio lato di competenza, lasciando piena visibilità agli spettatori della batteria di un tentacolare e chirurgico Trey Williams. “From Womb To Waste” segna l’inizio delle ostilità e le successive “Fixated On Devastation”, “Grotesque Impalement” e l’efferata “Induce Terror” danno già un quadro precisissimo di ciò che sono capaci di scatenare sul palco i Dying Fetus: velocità pazzesche, capacità tecniche eccellenti ed una coesione on stage granitica.
I suoni sono potenti ed affilati e tutte le prestazioni strumentali risultano esaltate dal mixing, tanto che pare impossibile che questo wall of sound sia scaturito da soli tre musicisti. Le violentissime bordate di “Your Treachery Will Die With You”, la spettacolare “One Shot, One Kill”, seguita a stretto giro dalle rasoiate di “Subjected To A Beating” e “Invert The Idols” non ammettono repliche ed annichiliscono un pubblico estremamente partecipe e visibilmente gasato dalla prova del terzetto stars & stripes.
Le eccellenti alternanze al microfono tra John Gallagher e Sean Beasley sono sempre estremamente avvincenti, merito di due growls profondi ma dotati di timbriche riconoscibili. Credo che il death metal proposto dai Dying Fetus sia un compendio di abilità di vario tipo, sia quando l’acceleratore viene spinto oltre ad ogni ragionevole limite, sferzato da ritmiche forsennate, sia in seguito a rallentamenti mortiferi carichi di groove sublimati da breakdown da manuale.
L’ora di concerto concessa agli headliner culmina con “Wrong One To Fuck With”, l’iconografica “Praise The Lord (Opium Of The Masses)” e con l’ultima cartuccia, “Kill Your Mother, Rape Your Dog”, che suggella un concerto memorabile, che rimarrà scolpito nella memoria dei presenti. Semplicemente spettacolari.

Setlist Dying Fetus:

From Womb to Waste
Fixated on Devastation
Grotesque Impalement
Induce Terror
Your Treachery Will Die With You
One Shot, One Kill
Subjected to a Beating
Invert the Idols
Seething with Disdain
In the Trenches
Wrong One to Fuck With
Praise the Lord (Opium of the Masses)
Kill Your Mother, Rape Your Dog

Photo credits: Claudio Zanella e Leonardo Borinelli. Di seguito altre foto della serata.

Disentomb:

Beyond Creation:

Psycroptic:

Dying Fetus:

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