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10/03/2018 : Toto – Mediolanum Forum, Assago (MI)
In pochi possono vantare una carriera lunga 40 anni come i Toto, capaci di attraversare indenni i decenni dell’hard rock, del progressive, del pop, della fusion, suonando praticamente tutti questi generi. Difficile, se non impossibile, affibbiare loro una qualsivoglia etichetta. Sono sopravvissuti anche ad un destino avverso, che li ha visti perdere alcuni dei compagni di viaggio lungo la strada, sono rimasti in quattro (Steve Lukather alla chitarra, Steve Porcaro ai synth, David Paich alla tastiera e Joseph Williams alla voce), ma su di loro aleggia sempre lo spirito di Jeff e Mike, quello di un gruppo di amici che nel ’78 si univa con l’intento di fare musica a 360°.
Stimatissimi dagli altri musicisti per le loro abilità tecniche, dal 2009 nella Musician Hall of Fame, vantano all’attivo decine e decine di collaborazioni, hanno scritto per illustri colleghi, hanno realizzato colonne sonore, ancora oggi i loro brani vengono campionati e Steve Lukather è senz’altro uno dei migliori chitarristi in circolazione.
Lo show del 10 marzo è stato un condensato di questo lungo percorso, con il Forum praticamente sold out, con un colpo d’occhio fantastico già all’ingresso in tribuna; imponente la presenza delle percussioni sul palco (e durante il concerto se ne capirà la ragione): a destra la batteria e a sinistra bonghi e piatti, tastiere posizionate davanti (lateralmente) e centrali chitarra, basso e fiati con Steve e Joseph liberi di muoversi in lungo e largo.
Confermata la scaletta della sera precedente a Zagabria, per un totale di 25 brani: lo show inizia con “Alone”, tanto basta per scaldare i motori e proseguire con “Hold The Line”, dal primo album omonimo del 1978; la prima parte del concerto prevede l’esecuzione di nove canzoni, l’ultima delle quali la celeberrima “Rosanna”, impossibile non cantarla dalla prima all’ultima nota, si viene quasi catapultati improvvisamente nel 1982 e mi rivedo bambina davanti ad una vecchia radio Grundig, quando ancora per cercare una canzone dovevi girare una manopola…
Nella seconda parte del concerto Lukather imbraccia la chitarra acustica per intonare una bellissima “Miss Sun”, segue quindi uno dei pezzi più noti della band, “Georgy Porgy”, e poi “Human Nature”, scritta da Steve Porcaro e John Bettis per l’album “Thriller” di Michael Jackson, scoperta quasi per caso da Quincy Jones e divenuta altrettanto per caso uno dei singoli più venduti della storia della musica. Il set acustico si conclude con “Mushanga” e “Stop Loving You”, con il pubblico che canta a squarciagola accompagnando la voce di Jeff.
La parte finale vede Lukather protagonista assoluto della scena con interminabili e fluidi assoli di chitarra, bellissimo il tributo all’amico George Harrison in “While My Guitar Gently Weeps” – emozione alle stelle per chi, come me, ha amato alla follia i quattro di Liverpool – e si conclude con il brano “Africa”, in cui le percussioni suonate ad un ritmo tribale la fanno da padrone con un lunghissimo assolo e vorrei potervi descrivere a parole il modo in cui il pubblico, di qualsiasi età, dai ventenni ai sessantenni, accompagna Jeff Williams in cori che rievocano davvero le musiche del continente nero.
Giusto il tempo di una breve uscita dal palco che subito la band viene richiamata per il pezzo finale, “The Road Goes On”, quasi una dichiarazione di intenti, come a voler dire che il viaggio non finisce mica qui…, poi i saluti di rito.
Questa la setlist completa:
Alone
Hold the Line
Lovers in the Night
Spanish Sea
I will Remember
English Eyes
Jake to the Bone
Lea
Rosanna
Miss Sun
Georgy Porgy
Human Nature
Holyanna
No Love
Mushanga
Stop Loving You
Girl Goodbye
Angela
Lion
Dune (Desert Theme)
While My Guitar Gently Weeps
Strangers in Town
Make Believe
Africa
Encore:
The Road Goes On