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02/08/2018 : Wacken Open Air 2018 (day 1)
TREMONTI
La prima giornata per noi inizia con una band d’oltreoceano, i Tremonti, progetto solista dell’omonimo chitarrista degli Alter Bridge e al tempo anche dei Creed. A lui l’onore di esibirsi dopo gli Skyline che come ogni anno hanno il compito di scaldare la folla in vista del primo giorno del Wacken, con una setlist completamente fatta di cover.
Ho avuto l’occasione di vederlo anche alla giornata del Firenze Rocks appena passato e devo dire che le mie prime impressioni sono state confermate anche in questo live: lo statunitense appare in ottima forma, sia dal punto di vista canoro che strumentale, famose infatti sono le sue doti tecniche sia come musicista che come compositore, molto più heavy rispetto a quando è con i suoi Alter Bridge e supportato nel progetto da altrettanto ottimi musicisti. La setlist include brani presi da tutta la sua discografia ed in particolare dalla sua ultima fatica da poco uscita: “A Dying Machine” della quale possiamo gustare la title-track e Throw Them To The Lions, oltre ai suoi classici come You Waste Your Time, Cauterize e la splendida Wish You Well in chiusura.
OOMPH!
Nella Holy Land del metallo torna a calcare il palco una delle storiche formazioni che ha dato origine alla Neue Deutsche Härte, sto parlando degli Oohmp!, band attiva anni prima dei loro connazionali Rammstein ma che purtroppo ha sempre vissuto nell’ombra dei giganti, almeno per quanto riguarda il successo fuori dalla Germania.
Il trio di Braunschweig ritorna sul palco del Wacken dopo tre anni, non ha nessuna nuova pubblicazione recente ma porta una scaletta incentrata sui suoi classici per più di un’ora di concerto. Il frontman Dero è più in forma che mai e sfoggia la sua ottima capacità interpretativa oltre che tecnica per dare risalto alle canzoni.
Brani come Gott Ist Ein Popstar e Sandmann tengono il pubblico incollato alle transenne facendolo saltare e ballare. La chiusura di setlist è affidata come di consueto alla sempreverde Augen auf!, brano forse più famoso della band.
Setlist:
Das weiße Licht
Gott Ist Ein Popstar
Träumst Du
Der neue Gott
Mein Schatz
Sandmann
Kleinstadtboy
Labyrinth
Augen auf!
BEHEMOTH
Nonostante il tempo sia sereno, assolato e il clima estremamente torrido non sia dei più consoni ai Behemoth (li avremmo visti più piacevolmente con il calare delle tenebre), il quartetto polacco non appare intimidito da questo, anzi, riesce come sempre a portare la sua teatrale cerimonia cupa e blasfema. Musicalmente parlando sono sempre una garanzia, massicci, compatti e chirurgici capitanati dal frontman Nergal che difficilmente ho visto fuori forma.
L’incipit è dato da Ov Fire and the Void, brano che crea la giusta carica per il rituale di oggi, Demigod ed Ora Pro Nobis Lucifer, durante il concerto non mancano brani storici come Conquer All e Slaves Shall Serve presi da quel capolavoro che è “Demigod” di ormai 15 anni fa, passando alla presentazione dei nuovi brani che sono God = Dog (qui in anteprima mondiale) e Wolves ov Siberia, facenti parte dell’album in prossima uscita.
I Behemoth sono una macchina da combattimento che non lascia prigionieri e i cui brani riescono a essere complessi, melodici e brutali allo stesso tempo, simbolo di un songwriting estremamente curato dal frontman e arrangiato perfettamente dal resto della band.
Setlist:
Ov Fire and the Void
Demigod
Ora Pro Nobis Lucifer
Conquer All
God = Dog (Live debut)
Messe Noire
Alas, Lord Is Upon Me
Wolves ov Siberia
Blow Your Trumpets Gabriel
Decade of Therion
At the Left Hand ov God
Slaves Shall Serve
Chant for Eschaton 2000
O Father O Satan O Sun!
DANZIG
Arriviamo così al mio ultimo concerto di oggi, sul palco del Faster Stage ecco salire Glenn Danzig, storico membro fondatore dei Misfits con una decennale carriera solista alle spalle. Purtroppo con mio dispiacere noto la potenza vocale quasi del tutto dissipata contrariamente alle mie aspettative; anche se l’intonazione è presente, oggi il corpulento frontman della statunitense Lodi proprio non riesce far uscire la voce tranne in qualche piccolo momento urlato e quindi per buona parte dello show è stato cantato dai cori del pubblico. La band composta da Tommy Victor alla chitarra, Johnny Kelly dietro le pelli e Steve Zing al basso interpretano in maniera ottimale brani come Mother, Am I Demon, e Black Mass che ripercorrono la carriera solista che quest’anno compie trent’anni e riescono a distogliere l’attenzione da un Danzig stanco e svociato. Un vero peccato.
Setlist:
Skin Carver
Eyes Ripping
Fire Devil on Hwy 9
Twist of Cain
Not of This World
Am I Demon
Her Black Wings
Tired of Being Alive
How The Gods Kill
Left Hand Black
Dirty Black Summer
Black Mass
Mother
Encore:
She Rides
Snakes of Christ
Di seguito altre foto della giornata, tutte realizzate dal nostro Paolo Nocchi.
Tremonti:
Oomph!:
Behemoth:
Danzig: