19/03/2019 : David Ellefson Basstory (Milano)


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19/03/2019 : David Ellefson Basstory (Legend Club, Milano)

Lo scorso 19 marzo David Ellefson è passato In Italia per una serie di incontri con i suoi fan, presentati col titolo di Basstory, facendo tappa anche allo storico Legend Club di Milano, ormai luogo di culto per tutti gli amanti del Metal in Lombardia. La serata è stata un’ occasione imperdibile per conoscere lo storico bassista dei Megadeth e togliersi parecchie curiosità sulla sua lunghissima carriera.

In apertura i marchigiani Time For Vultures, da Porto Sant’Elpidio, che ci hanno allietato per una mezz’ora buona con il loro mix di Modern Thrash Metal, Crossover e Metalcore. Tra le band che li ispirano, sulla loro pagina Facebook, annoverano Pantera, Sepultura, Slipknot, Slayer; formazione a cinque elementi, si presentano vestiti con tute da lavoro, con Andrea Mandolini alla voce, Sebastiano Ciccalè e Massimo Mannucci alle chitarre, Giuseppe Cardinali al basso e Alessandro Camela alla batteria, dimostrandosi capaci di tenere il palco al pari di band ben più blasonate e meritandosi l’onore di aprire per un artista così importante . Conosciuti più all’estero che in Italia hanno condiviso, negli ultimi quattro anni, la scena con grandi nomi quali Goblin, Wintersun, Crazy Town, entrando con il loro primo album, intitolato “I”, persino nella top 10 del Magazine Svezia Rock.

Intorno alle 21.40 , dopo un veloce cambio palco, arriva il momento del tanto atteso Ellefson, accompagnato da una traduttrice che alla fine non sarà necessaria, un po’ per il clima rilassato della serata, un po’ perché i fans del metal sono abili poliglotti.

Da subito David ha fatto capire che lo show si sarebbe svolto in maniera molto interattiva, alternando performances al basso – per l’occasione un bellissimo Jackson satinato a cinque corde, che ho avuto la fortuna di accarezzare a fine concerto – a momenti in cui avrebbe risposto alle domande del pubblico o raccontato aneddoti sulla sua carriera, dalle influenze subite dagli altri artisti, Ozzy Osbourne in primis, alla nascita dei brani più famosi; e così ha iniziato a fraseggiare con le corde, inizialmente accompagnato da basi musicali registrate su un comune Macbook, poi invitando sul palco i Time for Vultures e gli Arthemis, altra storica band power metal di Verona, considerata il punto di incontro tra i Judas Priest – per la voce potente di Fabio Dessi – e i Megadeth, per la velocità di esecuzione del chitarrista Andy Martongelli.

Personaggio fuori dal comune Ellefson, sia per l’umiltà con cui interagisce con il suo pubblico, così lontano dagli atteggiamenti da prima donna di tanti musicisti – più che un concerto sembra quasi una serata passata al bar con gli amici, a ricordare i vecchi tempi – sia per la sua concezione della vita: ben nota, infatti, la sua fede in Dio e la sua visione della musica come strumento per trasmettere messaggi positivi e dare, a chi ha avuto meno fortuna, la possibilità di trovare la propria strada.

Tra una chiacchiera e una risata c’è la possibiltà di ascoltare alcuni dei brani che hanno reso celebri Dave Mustaine e soci, da “Holy Wars” a “Peace Sells”, da “Symphony Of Destruction” a “Tornado Of Souls”, e i pezzi che li hanno ispirati, “Paranoid” dei Black Sabbath, “Living After Midnight” dei Judas Priest e “The Trooper” degli Iron Maiden, che hanno dato a Fabio Dessi l’occasione per  scatenare tutta la potenza delle sue corde vocali.

Al termine dell’esibizione tutti a cercare di raccattare qualche plettro abbandonato sul palco e poi in coda per farsi autografare il merchandise e strappare un selfie al proprio idolo.

Serate così riportano agli anni d’oro dei club londinesi e fanno riscoprire il piacere di ascoltare musica dal vivo in maniera diversa rispetto ai grandi festival estivi dove l’artista lo vedi, quando tutto va bene, piccolo come una mosca, su uno schermo lontanissimo e tra migliaia di persone accalcate all’inverosimile.

Speriamo che il Legend ci delizi ancora in futuro con eventi del genere.

Tutte le foto sono della nostra Stefania D’Egidio.

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