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Carissimi navigatori, nonostante un caldo infernale il Vostro reporter d’assalto è riuscito a strappare un’intervista ad uno dei gruppi che ha, letteralmente, “infiammato” la manifestazione che si è svolta all’interno del Parco degli Aironi.
D: Prima di tutto devo ringraziarVi per avermi concesso quest’intervista perchè si sa che, quando ci si prepara per un concerto, è sempre un gran casino perchè bisogna tener conto dei malumori e degli imprevisti da pre-esibizione.
R: Non c’è problema. E’ sempre un piacere fare un’intervista con chi cerca di supportarti e di farti conoscere al pubblico. Colgo l’occasione per salutare il “mitico” Thor.
D: Thor la leggerà molto presto l’intervista. Anche se lo so che questa è una domanda scontatissima e che Vi avranno fatto tantissime persone mi piacerebbe sapere quando e a chi è venuta l’idea di chiamare il gruppo Sakem?
R: La colpa del nome del gruppo è mia (Lexx, il leader carismatico del gruppo). Ho preso spunto dai nomi dei nativi americani che erano un po’ guerrieri e un po’ sciamani. Ed infatti la nostra musica è una miscela di spiritualità e di incazzatura.
D: Sono completamente d’accordo. Durante il Vostro check, che mi ha letteralmente travolto, ho notato che la Vostra musica è un’alchemica miscela di aggressività e melodia.
R: Hai perfettamente ragione. Quest’alternanza deriva direttamente dal nostro variegato background musicale.
D: Hai appena anticipato la domanda che volevo fare e che riguardava il Vostro “passato” artistico precedente all’ingresso nei Sakem.
R: Infatti noi veniamo da esperienze musicali molto diverse. Io (Lexx, cantante) e Jaco (chitarrista) veniamo dal death metal, Wolf (bassista) viene dall’Hard Rock, Riga (l’altro chitarrista) viene dal prog. Insomma siamo molto eterogenei.
D: Avete detto niente. Già hard rock e prog hanno come base tecnica, melodia e potenza. Se la misceliamo con il death che è potenza allo stato puro è, come dire, “dinamite” e “tritolo”.
R: Infatti mentre nel nostro primo album abbiamo unito groove, potenza, melodia ed aggressività, nell’album che stiamo preparando e per il quale abbiamo già pronto un singolo abbiamo cercato di dare un po’ più di spazio alle parti melodiche che non passano mai di moda.
D: Ed infatti io anni fa ero rimasto letteralmente folgorato ascoltando i Limbonic Art e mi era venuto da pensare: ma come c***o fanno questi ad unire il black con le parti sinfoniche senza creare una terribile accozzaglia di suoni?
R: Hai appena nominato uno dei migliori gruppi della scena estrema mondiale che hanno migliorato e portato un’aria di novità nel panorama black. Poi si sa che la base di partenza di quasi tutte le canzoni è quasi sempre la stessa. Poi è la parte ritmica che dirige un brano su uno stile piuttosto che su un altro. Ma se ti ostini a fare solo un genere di musica finisci per appiattirti e risultare noioso e stucchevole. Invece variando si arriva a più orecchie.
D: Sembra che mi leggiate nel pensiero quando mi avete detto che state lavorando al successore di “New War Disorder” che spero di aver l’onore di poter recensire.
R: Sarà un piacere ed un onore se sarai tu a recensire sia questo cd che il nuovo per il quale stiamo per fare uscire un singolo e stiamo anche girando un video.
D: Non mi resta che farVi il mio personale in bocca al lupo per la Vostra esibizione che seguirò davanti al palco per farmi travolgere dalla Vostra potenza.
R: Noi ti ringraziamo e invitiamo tutti i lettori a seguirci sulle nostre pagine, ci sono tante novità in arrivo!