Visualizzazioni post:1914
Da Parigi a Los Angeles il passo è grande, non però se si parla di arte, quella vera. E’ un nonnulla se si parla anche di musica. In questo caso, infatti, troviamo due culture, due mondi, che “appassionatamente” si cimentano nella nobile arte dell’intrattenimento con stili e colori completamente diversi. Per capire cosa avete per le mani, dovete immaginare Andy Warhol che esce con Salvador Dalì per un innocuo caffè, curiosi reciprocamente di approfondire l’arte dell’altro e, inevitabilmente, trovarsi ad andare talmente tanto d’accordo da voler lavorare insieme ad una nuova opera. Una collaborazione che nessuno avrebbe mai sperato possibile, eppure Mike Patton è anche e soprattutto questo: follia ed imprevedibilità che sorprende, stordisce. E quando la sua preparazione incontra l’opportunità di lavorare con un monumento della musica d’autore francese come Jean Claude Vannier, abbiamo l’occasione di tenere nelle mani, o nelle orecchie se preferite, “Corpse Flower”, un titolo abbastanza decadentista da far sorridere anche l’ossuto volto di Charles Baudelaire. Se poi aggiungete a queste anime tormentate anche musicisti come Smokey Hormel (Jeff Beck, Johnny Cash), Justin Meldal Johnson (Jeff Beck, Nine Inch Nails, Air) e altri nomi meno fortunati come blasone, ma altrettanto carisma, allora non può che venirne fuori un prodotto di qualità fina, di una classe e di un portamento lontano dalle frivole idee del nostro tempo musicale, troppo soffocate dalla fretta e dal dover\voler (di)mostrare qualcosa a tutti i costi.
Sui brani contenuti nel disco ci sarebbe troppo da dire: ogni canzone è un mondo, una realtà parallela intrappolata dall’eterna macchina del tempo dello studio di registrazione. Ogni pezzo è un’idea che si libra alta libera e selvaggia dagli schemi incasellanti, semplicemente esistendo e ballando il suo onirico folle mondo musicale.
Se cercate un disco da cantare a squarciagola in macchina rifuggite lontano da questo album. Se, al contrario, cercate un’esperienza sensoriale totale, allora questo è il lavoro che fa per voi. Una cosa per infarcire la vostra curiosità sul disco, però, la posso dire: il brano di apertura s’ispira alla melanconica realtà ispirata de ‘’La ballata del carcere di Reading’’, scritta da Oscar Wilde durante la sua prigionia proprio a Reading, dove affrontò la disperata condizione del carcerato. Bonne chance mes amis!
Il giudizio totale 9/10 è solo perchè certi geni possono sempre migliorarsi.
Tracklist:
1. Ballad C.3.3.
2. Camion
3. Chansons D’Amour
4. Cold Sun, Warm Beer
5. Browning
6. Ghost
7. Corpse Flower
8. Insolubles
9. On Top Of The World
10. A Schoolgirl’s Day
11. Pink and Bleue
12. Yard Bull
Line-up:
Mike Patton & Jean Claude Vannier
altri musicisti: Smokey Hormel (Beck, Johnny Cash), Justin Meldal-Johnsen (Beck, Air, Nine Inch Nails) e James Gadson (Beck, Jamie Lidell). The Parisian players: Denys Lable, Bernard Paganotti (Magma), Daniel Ciampolini, Didier Malherbe, Léonard Le Cloarec and the Bécon Palace String Ensemble.
Links:
https://ipecac.com/
https://www.facebook.com/mikepatton/