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Sta accadendo quello che era purtroppo nell’aria da tempo (no pun intended): stanno saltando i principali festival musicali estivi e dobbiamo farcene una ragione. Attraversiamo un fase di grandissima incertezza e sconforto ma dobbiamo farci forza. In questo senso, anche moltissimi musicisti hanno già fatto la loro parte, sfruttando il tanto tempo libero ora a disposizione per comunicare sui social molto più del solito con i loro fan tramite messaggi scritti, video e soprattutto con la loro musica.
Mai come nell’ultimo mese abbiamo assistito a tante brevi esibizioni dal vivo in diretta o a concerti completi in streaming (per es. Eclipse, Kadavar e The Night Flight Orchestra), alcuni dei quali registrati, digitalizzati e messi in vendita per gli appassionati delle rispettive formazioni. Grandi artisti della musica mainstream hanno aderito all’iniziativa benefica denominata ‘iHeart Living Room Concert for America’ che ha avuto come presentatore e organizzatore Sir Elton John ma a noi piace ricordare anche Devin Townsend che ha messo in vendita al prezzo di 20 dollari l’uno, tre suoi concerti di 50 minuti (ognuno con scaletta differente) con il ricavato anche qui da devolvere completamente in beneficenza. Una gran bella iniziativa, che fa il paio con tante altre simili realizzate negli ultimi giorni, l’ultima delle quali, un paio di giorni fa, ha visto come protagonisti anche Lady Gaga, Celin Dion, Zucchero, Bocelli e tantissimi altri sono stati in un’altra maratona streaming di stelle in quarantena, il ‘One World Together at Home’, che ha fatto incassare ben 128 milioni di dollari per sostenere il personale sanitario.
Mi sono detto che avrebbe senso, che sarebbe interessante e proficuo andare oltre alle live performance di certi artisti (gratis o a pagamento), e alle pur meritevoli singole iniziative benefiche o alle tantissime dirette improvvisate con gli artisti a rispondere a qualche domanda e accennare una canzone alla chitarra o al pianoforte. Cosa ne pensate dell’idea di organizzare un festival in streaming, in cui gli artisti in programma suonino dal vivo, pensato e organizzato proprio per essere trasmesso in diretta su internet in tutto il mondo?
Si tratterebbe di qualcosa che, nel mondo attuale in cui non è possibile andare a un festival dal vivo, ne potrebbe ricreare uno magari con alcuni degli stessi artisti che avreste dovuto vedere da qui a due, tre quattro mesi nei vari festival estivi. Potenzialmente, potrebbero essere gli stessi organizzatori dei Festival estivi costretti all’annullamento per il COVID-19 a proporre questa soluzione alternativa, l’unica fattibile per questa estate.
Immaginatevi dei grandi gruppi musicali, alcuni degli stessi che avreste povuto vedere quest’estate sul palco nei vari festival italiani o in giro per l’europa, ognuno dalla propria sala prove o meglio ancora da piccoli club vicini alle loro abitazioni, perfettamente attrezzati e lasciati deserti ormai da mesi, portare dentro le vostre case una (o più) giornata di metal o rock duro strutturata come un festival. Pensate a slot che partano dal primo pomeriggio e arrivino fino a notte fonda, con giusto qualche minuto di pausa tra un concerto e l’altro che vi diano la possibilità di prendere dal frigo qualche nuova birra e qualcosa da stuzzicare. Certo, è ovvio che non sarebbe la stessa cosa, niente può sostituire un vero concerto o un festival dal vivo, l’atmosfera, la fisicità, la compagnia, l’effetto del pubblico, ma pensate anche al fatto che tra qualche settimana non sarà vietato invitare amici a casa vostra con cui seguire gli show in diretta, magari con una bella tv a schermo gigante connessa a internet o con il vostro pc/smartphone/tablet preferito. E riflettete anche sui lati positivi, perchè ci sono in qualsiasi cosa se li sapete cogliere: niente file per prendersi una birra o andare in bagno, al posto del sole cocente o di un mare di fango (chi è stato al Sonisphere svizzero con i Big Four ricorderà) un bel condizionatore nel salotto, niente spostamenti in auto o prenotazioni di alberghi, niente cellulari a fotografare e riprendere ogni singola canzone dei vostri gruppri preferiti proprio davanti ai vostri occhi, non dovreste nemmeno farvi belli, potreste pure seguire gli show mentre siete impegnati a fare altro…
E ora pensate invece all’alternativa, a un sabato e a una domenica estivi in cui all’esterno l’umidità sarà insopportabile, in cui ovviamente non potrete andare a un concerto vero, con i cinema chiusi, e i pub e le birrerie dove avrete vicino, a distanza di sicurezza, persone che vi guardano intimorite se vi avvicinate troppo o vi viene voglia di fare un finto starnuto. E se starete a casa senza piani particolari, beh, a parte il solito Netflix, forse vi verrà pure in mente che in quel momento avreste potuto essere a Wacken, all’Hellfest, al Download o a qualche altro festival atteso da un anno intero a cantare ‘Come To The Sabbath’ con i Mercyful Fate.
La domanda ormai è chiarissima, per un festival così, comunque da seguire con l’eccitazione della diretta e in alta definizione, con un gran numero di band a eseguire dei concerti di durata relativamente contenuta, diciamo dai 30 minuti dei primi gruppi fino ai 70-80 minuti per gli headliner, magari con le formazioni più attese a suonare pure un brano ancora inedito dal nuovo album non ancora pubblicato, e con l’opzione di poter ricevere i file video e audio dell’intero festival, t-shirt commemorative e tanto altro, sareste disposti a pagare una cifra ragionevole? Il ricavato si potrebbe destinare in beneficenza oppure a ripianare, almeno in piccola parte, le perdite subite dagli organizzatori/artisti colpiti duramente dalle cancellazioni dei festival, o almeno così l’ho immaginato, visti gli ultimi mesi terribili passati da chi lavora nel mondo della musica.
Fateci sapere cosa ne pensate di questa idea. Se vi piace diamo un giro di telefono a Steve Harris. Scherzi a parte, in questi tempi durissimi bisogna fare di necessità virtù. Nella lunga attesa prima di tornare sotto i grandi palchi.