NANOWAR OF STEEL – Italian Folk Metal

Titolo: Italian Folk Metal
Autore: Nanowar Of Steel
Nazione: Italia
Genere: Parody Metal (Power Metal)
Anno: 2021
Etichetta: Napalm Records

Formazione:

Potowotominimak – voce, cori
Mr. Baffo – voce, cori
Mohamed Abdul – chitarra, tastiera
Gatto Panceri 666 – basso
Uinona Raider – batteria


Tracce:

01. Requiem Per Gigi Sabani In Re Minore
02. L’Assedio Di Porto Cervo
03. La Maledizione Di Capitan Findus
04. La Marcia Su Piazza Grande
05. La Mazurka Del Vecchio Che Guarda I Cantieri
06. La Polenta Taragnarock
07. Scugnizzi Of The Land Of Fires
08. Rosario
09. Il Signore Degli Anelli Dello Stadio
10. Gabonzo Robot
11. Sulle Aliquote Della Libertà
12. Der Fluch Des Kapt’n Iglo
13. El Baile Del Viejo Que Mira Las Obras


Voto del redattore HMW: 9/10
Voto dei lettori: 9.8/10
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Ritornano sulla scena mondiale i re del metal parodistico, i Nanowar Of Steel, con il loro scanzonato Italian Folk Metal.
È innegabile che il successo dei Nanowar Of Steel sia figlio di una consapevolezza dei propri mezzi tecnici e mentali. La firma con Napalm Records ha portato le visualizzazioni dei video di YouTube a vette notevoli per l’ambiente metal.
Purtroppo per noi, la band, con una dichiarazione ufficiale, ha annunciato all’inizio del 2021 la propria svolta musicale, abbandonato quindi il metal ed abbracciato una musica più pop e leggera, condita dal singolo “Formia” , dal chiaro stile Indie Pop italiano.
Si temeva il peggio ma il quintetto romano è bravissimo a non deludere i fan ed ecco che ad aprile l’annuncio della svolta metal. I Nanowar tornano ad essere a tutti gli effetti una band di Heavy Metal e tutto ciò ci conduce a questo nuovo album dal doveroso titolo “Italian Folk Metal”.
Era necessaria questa introduzione? No, ovviamente, ma qui si parla dei Nanowar, nulla è scontato e tutto costa il suo prezzo (battuta orribile ma qui si fa la storia delle recensioni).

Il titolo dell’album racchiude un po’ il senso musicale di tutte le canzoni, ovvero prendere certi stilemi della musica folk italiana, dal liscio alla musica popolare del Nord Italia, del sud con il neomelodico, il pop alla 883 già citato, fino ai cori da stadio e mischiarlo con il metal variegato, tipico dei Nanowar. Su questo, i testi parodistici la fanno da padroni, come sempre.
Se il “Requiem Per Gigi Sabani In Re Minore” è un’introduzione strumentale con un esplicito tributo all’imitatore romano scomparso nel 2007, serve la traccia “L’assedio Di Porto Cervo” a far scomparire il ricordo di “Formia” dalla testa dei fan e a ricordare la “svolta metal”. Canzone dal timbro folk black alla Ensiferum, attacco in blast beat e riffing violento e melodico, fino alle parti vocali brutali dell’ospite Francesco Paoli (Fleshgod Apocalypse). E l’epica battaglia contro le armate di Lord Briator che vuole conquistare la Sardegna è servita. Ma noi insieme ai Nanowar potenzieremo i nostri mufloni con i lanciagranate!

“La Maledizione Di Capitan Findus” è corredata da uno stupendo video in animazione, in cui compaiono anche gli ospiti Mark “the Hammer” Arata e Maurizio Merluzzo. Il titolo è abbastanza eloquente: si tratta di una grande avventura di Capitan Findus, flagello dei sette mari, contro AS Do Mar e Rio Mare in pieno stile Pirate Metal alla Alestorm. La chicca è che il video è uscito anche nella versione in tedesco, “Der Fluch Des Kapt’n Iglo”, cantata dal bassista poliglotta Gatto Panceri 666. “La Marcia Su Piazza Grande” ci riporta in epoca fascista (solo sul piano musicale) in cui si inneggia al nuovo duce Magalli. Vi lascio immaginare l’adunata del programma da domenica mattina sulla RAI, con tanto di comitato e “l’abissino Carlo Conti”. In fondo Giancarlo Magalli ha fatto anche delle cose buone.

Giungiamo subito a quello che reputo l’highlight assoluto dell’album, ovvero la stupenda “Mazurka Del Vecchio Che Guarda I Cantieri”, una colossale lode all’Umarell, con bretelle, mani dietro la schiena pronto a controllare i lavori in corso. Ospite Alle Conti (Trick Or Treat, Twilight Force) che viene dall’Emilia Romagna, patria del lisssio, in cui si innestano le chitarre elettriche e una fisarmonica funambolica! Un capolavoro da ridere dall’inizio alla fine.

Presentata dall’ormai membro ufficioso Giorgio Mastrota abbiamo “La Polenta TaragnaRock”, dove si mischia folk metal di stampo nord europeo a tematiche culinarie nord italiane, Valtellina nella fattispecie. Anzi, Valhaltellina!
Per fortuna nel pacchetto promozionale c’era anche un .pdf con i testi poiché, essendo il recensore sottoscritto della profonda provincia di Pavia, ha dovuto leggersi bene il testo durante l’ascolto per cogliere le parole di questa canzone Symphonic Power Neoclassic NeoMelodic metal, cantata in dialetto campano e nella quale si racconta l’investimento di un dragone… “O’ aggia investit co furgon, Aggia annascuso ‘o cadaver cu zi Gaetano int all’inceneritor”. Immaginatevi Gigi D’Alessio (no, non fatelo) su base power. Stupendo.

“Rosario” narra di una situazione in cui ci siamo ritrovati tutti. A cena con la propria compagna, magari alla prima uscita, mentre si avvicina un uomo (in genere del subcontinente indiano) con un mazzo di rose, che tutti chiamiamo “Rosario” chiunque esso sia. Questa è la sua elegia. Con ospite Giada Jade dei Frozen Crown a duettare con Potowotominimak e Mr Baffo.
Bene, siamo in pieni Euro 2020, anche se siamo nel 2021. Quindi riassumiamo tutti i cori classici da stadio, li suoniamo metal e li incentriamo tutti sul Signore Degli Anelli. Funziona? Sì. Fa ridere? Troppo.

“Gabonzo Robot” è l’ipotetica sigla di questo cartone in chiaro stile mecha anni 70/80 ed in cui il protagonista crea dei simpatici pasticci, bombardando i bambini e distruggendo ospizi, calpestando canili e chiese… La canzone è un rock metal classico ultra armonico, proprio da cartone animato.
Divertente anche il video animato che funge da singolo. Piacerà anche ai bambini? Forse.

Geniale parodia della burocrazia italiana, su una base folk di stampo vagamente sardo e comandata da una fisarmonica e dal costante coro armonizzato, “Sulle Aliquote Della Libertà” potrebbe essere il nuovo inno delle categorie di commercialisti, notai ed affini. Anche se in realtà la storia non finisce benissimo da un punto di vista legale. Lascio a voi scoprire tutto!
C’è tempo per una bonus track, ovvero “El Baile Del Viejo Que Mira Las Obras”, versione spagnola di “Mazurka Del Vecchio Che Guarda I Cantieri”, ancora gestita dal bassista Gatto Panceri 666.

Finita la disamina completa e mettendo insieme i pensieri, bisogna spiegare perché questo album vale così tanto. In primis, è tutto in Italiano, dando sfarzo al nostro idioma anche sotto un’etichetta tedesca quale è la Napalm. Secondo, è fatto bene, suona tutto bene, la produzione è cristallina e si confronta egregiamente con dischi ben più blasonati. Aggiungiamo che le doti tecniche dei musicisti non sono di poco conto, la prova chitarristica di Muhammed Abdul è sopraffina e Uinona Raider alla batteria è decisamente devastante, mai eccessivo e sempre preciso.
E soprattutto FA RIDERE. Diverte dall’inizio alla fine, pieno di citazioni italiane che abbracciano tutto lo stivale.

Una grande conferma tricolore che, sebbene nasca come parodia del metal, ha fatto suo questo modo di far divertire e divertirsi. Gli Elio E Le Storie Tese della musica pesante!

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