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Premessa: negli ultimi anni sono aumentate in modo esagerato le pubblicazioni musicali (in ogni settore). Solo nel genere heavy, che include una miriade di sottogeneri ed un quantità esagerata di gruppi underground, sono decine di migliaia i demo, gli EP, gli album… Impossibile seguire tutto? Certo, soprattutto se ci si allontana dai gruppi TOP e si scende verso l’oscurità. Ci sono artisti validi che passano in secondo piano e potevamo noi forse dimenticarli? NO!
Da qui la necessità di creare una serie di articoli/pubblicazioni oltre la classica recensione, che prevede ascolti e tempi di realizzazione più lunghi. Una sorta di breve presentazione di artisti ed uscite, come una volta si poteva trovare sulle riviste di settore.
Ricordatevi di ascoltare il nostro Dottore. Benvenuti a Pillole D’Acciaio!!!
IT WILL LAST – Nightmares In Daylight (Wanikiya Record)
IT WILL LAST è un progetto (targato 2018) del polistrumentista Simone Carnaghi, che è la mente che sta dietro alla realizzazione del disco. Ci troviamo di fronte ad un prog metal con un tocco di amore per i primi sette album degli Iron Maiden. Il CD risulta interessante anche se non ho apprezzato missaggio e masterizzazione, in quanto tendono a penalizzare il buon lavoro fatto da Simone. Nightmares In Daylight tratta degli aspetti più deleteri del mondo moderno, cantate da Daniel Reda (ex voce dei Pandaemonium), ora in pianta stabile nel progetto. Alla fine possiamo dire che Simone ha dato alle stampe un CD di sufficienti spessore ed interesse, va curata di più la produzione che ad oggi non permette di apprezzare a pieno gli sforzi profusi dal polistrumentista. (Fabio Rancati)

Quasi ci fregavano tutti. Se non fosse per la lingua, avremmo tutti giurato trattarsi di un gruppo finlandese. La follia, l’imprevedibilità, l’azzardo vero, la caciara alcolica, la matrice punk e l’intersecazione libera col metal estremo. Come lascia intuire il nome, i Truchło Strzygi vengono invece dalla patria del Generale Jaruzelski e sono creatura alquanto anomala. Gwiezdny Demon è un mega calderone di thrash metal, Gang Green, hardcore metallizzato, death metal, punk oi!, Impaled Nazarene, punk inglese, metal epico-guerresco, Motörhead e un ben variegato assortimento di arrangiamenti vocali a contorno di una voce solista già fantasiosa e per lo più sguaiata e gutturale (nel senso reale della parola). Qui alla grotta tifiamo innanzitutto per “Planeta Astrid” ma “Krew Strzygi”, “Zagłada” e “Kreatura Obrzydlistwa” non sono meno meritevoli. Peccato che l’atmosfera da diretta di studio (stadio?) sia ahimè inficiata da suoni non sempre completamente naturali. Quanto al componente alcolico, be’, abbiamo detto Polonia, no? (ZZ)
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MEDUSA’S WRATH – Lifeless Void (autoprodotto)
Ci spostiamo nella prolifica terra ellenica grazie a Lifeless Void, EP autoprodotto (uscito su YouTube ad ottobre 2021 e, nel nuovo anno, in formato fisico) con cui compiono il loro esordio assoluto i Medusa’s Wrath, quintetto nato nell’estate del 2019. Un nome nuovo ma che ha già le idee ben chiare sulla via musicale da perseguire e lo fa con sicurezza: il gruppo di Atene suona un classico ed energico heavy metal che guarda alla tradizione britannica, in cui gli insegnamenti dei Maestri vengono interpretati con capacità e riproposti attraverso un songwriting brillante e scorrevole. Brani come la pulsante “Passion” o la galoppante “Seeker Of Truth” si fanno ascoltare con piacere anche dopo frequenti passaggi, mantenendo pressoché intatta tutta la loro carica e freschezza musicale, supportati da una resa alle casse complessiva tutt’altro che disprezzabile. Purtroppo, non tutto funziona.. personalmente, ritengo che l’anello debole di questo EP sia rappresentato dalla prova del cantante, le cui asperità vocali sono l’aspetto su cui lavorare maggiormente in vista di una futura release: vanno smussati gli spigoli di un cantato forse ancora acerbo e che, a volte, sembra non armonizzarsi con la musica, cosa che ho percepito particolarmente su un pezzo come “Living In Shadows”. Detto questo, i Medusa’s Wrath realizzano un buon EP di debutto: band valida ed interessante, da seguire senza ombra di dubbio. (Luca Avalon) Facebook – Metal Archives
CRUSADE OF BARDS – Tales Of The Seven Seas (Rockshots Records)
Secondo album per la band “Symphonic Pirate Metal” CRUSADE Of BARDS per Rockshots Records. Formati nel 2016 da Paolo Andreotti (tastiere e voce) ed Eleanor Tenebre (voce) al fine di creare un sound comune ai loro stili preferiti. Dal primo progetto nato in studio sono diventati, come si definiscono, una band che suona come “la Wien-Orchestra diretta da Davy Jones”. Una premessa che suscita interesse e richiama tutta una serie ben precisa di ascoltatori, ma se andiamo ad analizzare il disco “Tales of Bards & Beasts” scopriamo che c’è molto più che una band di metal sinfonico. L’intero concetto del disco ruota intorno ai Sette Mari, due canzoni per ogni mare, e ognuna di esse parla di storie che hanno avuto luogo o si riferiscono alla zona bagnata da esse. L’utilizzo di scale o suoni che arrivano da culture e zone differenti del mare rendono particolari i brani; una bella botta il singolo “The Red Charade”, ritmi più lenti per “An Ocean Between Us – Part III”. Grande prova con chitarra acustica e intrecci di voci in “Samudr Ka Mandir”, la vena sinfonica viene fuori alla grande (con una super voce growl) ad esempio “Lies _ Ashes” e “Naupaktos”. Ottimo lavoro, produzione super, brani che vanno ascoltati un pò di volte per apprezzare la gran quantità di sfaccettature presenti. (Lele Triton) Casa discografica Metal Archives Bandcamp Facebook