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Qualità sopra a quantità, così si potrebbe riassumere Inhuman Spirits, nuovo lavoro gli svedesi Darkane. Questo album arriva dopo ben nove anni dall’ultima fatica, esce di nuovo sotto l’ala protettrice della Massacre Records e soprattutto senza nessun cambio di formazione, segno della costanza del progetto. L’atmosferica e cupa copertina è opera di Mathias Blom mentre la produzione audio, sia Mix che master, è affidata al cantante Lawrence Mackrory nei suoi Rorysound Studios, il quale non sfuggirà di fronte a nomi ancor più blasonati della scena, creando un vero muro sonoro di puro death metal svedese con chiare influenze thrash.
La traccia di apertura dà il nome all’album, “Inhuman Spirits” dove le carte vengono messe in gioco subito: Peter Wildoer alla batteria è una garanzia, potenza e varietà artistica si miscelano alle chitarre in pieno stile swedish death. La bravura dei Darkane sta nella ricerca di un suono sì violento e di impatto, ma riesce a concedersi aperture melodiche che donano ariosità alle canzoni, pur restando nell’ambito estremo senza sfociare nel “catchy” (chi dice In Flames scagli la prima pietra). “Awakening”, rientra su tematiche più vicine al death metal, lo stesso Mackrory propende per growl più gutturali e cavernosi e le chitarre si appesantiscono. Sebbene il brano resti su argomenti estremamente aggressivi, c’è sempre un sottofondo di melodia che riesce a rendere la canzone memorizzabile, stile che contraddistingue da sempre l’approccio della formazione di Helsingborg. Spettacolari gli assoli di Christofer Malmström e Klas Ideberg.
La successiva “Embrace The Flames” ci riporta su ritmiche care al metal nordico che pesca dagli At The Gates il riffing veloce di chitarra, spruzzando armonie dissonanti e diminuite su una base a metà fra thrash e death. Bisogna arrivare a “Inhaling Mental Chaos” per proseguire su questa melodia, ma con un’impatto metrico sul cantato ancora più potente che sicuramente dal vivo farà una gran scena. Wiloer sugli scudi ancora una volta. “Mansion Of Torture” continua a macinare vittime sonore confermando la bravura compositiva del quintetto svedese che nonostante resti ancorato su un genere non risulta mai banale o ripetitivo, grazie a sapienti inserti di sintetizzatori e tastiere nei sottofondi dei ritornelli.
Il primo minuto e venti di “Quintessence Of Evil” sembra un vero e proprio intro, che sfocia poi come ritornello, porta ad una canzone a metà fra un mid-tempo e uno rallentato molto pesante.
Chiudono questo Inhuman Spirtis “A Spiral To Nothing” e “The Great Deceiver”, entrambe in pieno stile svedese, la prima più melodica e costruita su intrecci di chitarre, mentre l’ultima affonda a piene mani nei riff più death metal, sfociando, ancora una volta, in un ritornello melodico. La conclusione è affidato alla strumentale Vålnader, brano atmosferico fatto di soli sintetizzatori.
Un album atteso da troppo tempo che conferma i Darkane come un gruppo ispirato e da gustare nelle sue sfumature estreme, che pecca solo nella poca produttività sul lungo periodo. Ma se è lo scotto da pagare per questa qualità ben venga! Consigliato a tutti!