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Arrivò nel 2011 Bridge To Asgard, album con cui i Wotan, quartetto lombardo tra le massime realtà – a mio parere non solo tricolori – in ambito epic metal, interruppero un silenzio discografico che si protraeva dal 2007, anno di uscita dell’ottimo “Epos”. Il nuovo disco segnava l’approdo dei Nostri nella scuderia della My Graveyard Productions dopo tre uscite con l’etichetta ellenica Eat Metal Records (“Epos”, il singolo “Vae Victis” ed il full lenght di debutto “Carmina Barbarica”).
Bridge To Asgard prosegue sullo stesso percorso musicale dei suoi predecessori, all’insegna di un epic metal forgiato nella totale devozione e nella profonda passione che i Wotan nutrono verso il genere: carico di pathos, evocativo e battagliero, questo nuovo EP riesce facilmente ad affascinare ed emozionare offrendo musica di grande valore, assolutamente in linea con quanto ci si debba aspettare da una band che da anni è garante di epica qualità.
Apre la scaletta la cavalcata “The Lone Wolf”, brano trascinante e dall’efficacia immediata, grazie anche ai riffs possenti tessuti dalla sei corde di Mario e da un ritornello letale nel rimanere impresso. La grande capacità evocativa di cui i Wotan sono in possesso viene esaltata dalle solenni atmosfere di “The Bridge To Asgard”: introdotto da un arpeggio di chitarra, il pezzo si sviluppa sulle coordinate di una ballad robusta e passionale, impreziosita dall’intensa prova vocale di Vanni Ceni. Si cambia registro con l’arrembante “Hagen”, potente pezzo ispirato a colui che uccise a tradimento Sigfrido, eroe della mitologia Norrena e Germanica le cui vicende sono narrate attraverso opere come la Saga dei Völsungar, il poema epico Nibelungenlied, oppure opere moderne come il celebre dramma musicale in quattro parti “L’Anello Del Nibelungo” di Richard Wagner.
Con la successiva “Ja Nuns Hons Pris” si compie un tuffo in pieno medioevo: trattasi di una composizione poetica e musicale vergata in lingua d’Oïl (il francese antico) da Riccardo Cuor di Leone nel 1194, e qui riproposta con tanto di timpani, liuto e viella. Ottima l’interpretazione di Vanni, supportato dalle backing vocals di Ela Wise, per un brano malinconico e dal sapore amaro il cui testo induce a riflettere su come la guerra e le sue conseguenze non guardino alla classe sociale di chi vi prende parte. L’eroica e bellicosa “Goyatla (The Last Battle)” ci porta nelle immense pianure americane di fine ottocento per raccontarci dell’ultima battaglia di Geronimo (Goyatla, per l’appunto), fiero condottiero e sciamano degli Apache Chiricahua, prima della resa all’uomo bianco: attraverso i canti degli uomini rossi, passaggi cadenzati ed altri più tirati, i Wotan generano un brano capace di trasmettere il grande orgoglio dello stesso Geronimo ma anche la sua triste consapevolezza che l’epopea del suo popolo era giunta al termine. Un grande pezzo, per il sottoscritto il migliore del lotto.
A chiudere questo coinvolgente Bridge To Asgard troviamo una versione della titletrack che vede l’ugola della bravissima Ela Wise affiancarsi alla voce potente di Vanni, per un risultato finale davvero affascinante. In conclusione, i Wotan si ripresentarono in piena forma e forti di un ottimo EP, destinato a donare soddisfazioni ai fan della band e agli amanti del genere.