BLACK STAR RIDERS – Wrong Side Of Paradise

Titolo: Wrong Side Of Paradise
Autore: Black Star Riders
Nazione: Stati Uniti D'America
Genere: Hard Rock
Anno: 2023
Etichetta: Earache Records

Formazione:

Ricky Warwick – voce, chitarra
Christian Martucci – chitarra
Robbie Crane – basso
Zak St. John – batteria


Tracce:

01. Wrong Side Of Paradise
02. Hustle
03. Better Than Saturday Night
04. Riding Out The Storm
05. Pay Dirt
06. Catch Yourself On
07. Crazy Horses
08. Burning Rome
09. Don’t Let The World
10. Green And Troubled Land
11. This Life Will Be The Death Of Me

BRANI EXTRA
12. Cut N’ Run
13. Suspicious Times


Voto del redattore HMW: 7,5/10
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Molte cose sono cambiate dal 2019, a cominciare dal cambio di etichetta discografica (abbandonando la Nuclear Blast in favore della Earache) passando per un importante cambio di formazione. Wrong Side Of Paradise è infatti il primo disco del gruppo dei Black Star Riders senza il chitarrista fondatore Scott Gorham.

Il gruppo statunitense apre l’album con la freschezza e la leggerezza del brano omonimo per poi introdurre “Hustle” con un ottimo giro di armonica che non sembra però placare il piglio commerciale del disco, esaltandolo.

Il singolo “Better Than Saturday Night”, uscito lo scorso giugno, ci aveva già anticipato un suono godibile e radiofonico sostenuto da ottimi testi che fanno il loro dovere depositandosi nella memoria dell’ascoltatore fin da subito, anche grazie ai continui ostinati presenti nei vari brani.

Con “Riding Out Of The Storm” assistiamo ad una gradevole parentesi introspettiva destinata ad essere prontamente superata dalla ritmica incalzante del batterista Zak St John. Nella successiva “Pay Dirt” il basso di Robbie Crane impreziosisce l’introduzione del brano ma con “Catch Yourself On”, forse il componimento meno energico, assistiamo ai limiti del quartetto qui eccessivamente ammorbidito.

Quasi come per farsi perdonare, ecco arrivare la cover di “Crazy Horses” dei The Osmonds. Senza troppi dubbi la traccia meglio riuscita, che torna a convincere spronando il cantante Ricky Warwick a raggiungere il limite della propria estensione vocale.

La penna dello stesso Warwick, a parte qualche passaggio a vuoto come “Burning Rome”, sembra non perdere colpi realizzando ottimi testi anche sul finale, in cui la sua scrittura tocca l’apice, in tracce come “Green And Troubled Land” e “This Life Will Be The Death Of Me” (in cui il bassista torna protagonista) di cui sicuramente colpisce l’ossimorica affermazione finale « Divided we stand, united we fall ».

Le ottime tracce bonus ci dimostrano che il gruppo hanno ancora qualcosa da dire nel panorama hard rock. Se in “Cut N’ Run” le chitarre di Warwick e Christian Martucci realizzano forse i loro migliori incastri ritmici, “Suspicious Times” resta la ballata più energica e convincente dell’intero disco. L’opera nel suo insieme è omogenea e scorrevole, proponendo brani radiofonici e commerciali ma anche ben scritti e meno scontati, sebbene i limiti si possano riscontrare forse proprio in questa omogeneità alla base che a tratti appare eccessivamente accomodante, palesando una mancanza di mordente fortunatamente affatto così estesa e duratura lungo le undici (più due) tracce proposte.

I Black Star Riders tornano sulla scena con un rinnovato entusiasmo, adatto non solo agli storici amanti dei Thin Lizzy (il gruppo da cui nasce l’attuale formazione americana) ma anche agli amanti dell’hard rock e non solo.

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