JETHRO TULL – RökFlöte

Titolo: RökFlöte
Autore: Jethro Tull
Nazione: Inglese
Genere: Progressive Folk
Anno: 2023
Etichetta: Inside Out Records

Formazione:

Ian Anderson: voce, flauto, chitarra acustica, armonica
Joe Parrish-James: chitarra, mandolino
John O’Hara: pianoforte, tastiere, fisarmonica
David Goodier: basso
Scott Hammond: batteria


Tracce:

01. Voluspo
02. Ginnungagap
03. Allfather
04. The Feathered Consort
05. Hammer On Hammer
06. Wolf Unchained
07. The Perfect One
08. Trickster (And The Mistletoe)
09. Cornucopia
10. The Navigators
11. Guardian’s Watch
12. Ithavoll
13. The Navigators (Single Edit)


Voto del redattore HMW: 8/10

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Da vorace consumatore di progressive rock, non ho mai apprezzato fino in fondo i Jethro Tull: la loro personale miscela di prog, folk e rock non mi ha mai convinto del tutto, soprattutto se paragonata al massimalismo sonoro di King Crimson, Yes o Gentle Giant. La formazione, nel corso della sua lunghissima carriera, ha comunque inciso album molto validi (Thick As A Brick, Songs From The Wood, Stand Up, tanto per citarne alcuni), ma ha anche sfornato prove decisamente sottotono. Dopo un album non troppo riuscito come The Zealot Gene del 2022, Ian Anderson e compagni tornano sul mercato dopo un anno, cosa che non succedeva dal 1980. E quello che, inizialmente, avrebbe dovuto essere un album strumentale, in corso d’opera è diventato un concept sulla mitologia norrena, ma, soprattutto, un contenitore di ottime composizioni, sancendo una rinascita artistica per Ian Anderson, dopo tanti, troppi anni di musica incolore.

A “Voluspo”, introdotta dalla voce recitante dell’attrice e musicista islandese Unnur Birna Björnsdóttir, fa seguito l’ispirata “Ginnungagap”, nella quale ottimi interventi di flauto si alternano a trascinanti ritmiche e a piacevoli parti vocali.

L’allegra “Allfather” e il rock bucolico di “The Feathered Consort” sono altri due ottimi pezzi, all’insegna di quell’estetica folk-rock che sembrava perduta.

Poi la componente più rock esce allo scoperto con “Hammer On Hammer”, nella quale la chitarra del nuovo arrivato Joe Parrish-James è protagonista assoluta e in “Wolf Unchained”, che lambisce sonorità metal. L’emozionante preludio strumentale di “The Perfect One” lascia ancora una volta spazio a una valida composizione, che si avvale di un riuscito contrappunto di flauti e strumentazione acustica, mentre “Trickster (And The Mistletoe)”, che ricorda le scorribande folk della P.F.M., appare però sorretta da una melodia più banale e già sentita.

L’emozionante “Cornucopia”, simbolo mitologico dell’abbondanza, non poteva intitolarsi in maniera diversa, in quanto abbonda di emozioni, che continuano con l’epico groove di “The Navigators”, sempre arricchita dal flauto di Anderson, mai così ispirato.

I richiami alla musica barocca di “Guardian’s Watch” e “Ithavoll, prosecuzione del brano iniziale, chiudono l’album. Dopo il precedente album in studio credo che nessuno avrebbe più scommesso sui Jethro Tull e invece il buon Anderson ritorna non solo con un lotto di ottime canzoni, ma incide il suo miglior lavoro da tanti, tanti anni a questa parte. Una piacevolissima sorpresa!

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