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Credo sia capitato un po’ a tutti, me compreso, di aver passato un momento quasi etereo nella propria vita. Che sia semplice suggestione dopo un film dell’orrore coinvolgente, oppure un’allucinazione dovuta al trovarsi in posti bui o comunque poco accoglienti, o come una manifestazione della nostra mente di (poco) simpatici esserini dovuti a quella che in gergo viene definita “Paralisi del Sonno”.
Per quelli tra voi lettori che non conoscono questo sfortunato evento, la paralisi del sonno (cito Wikipedia) è un disturbo in cui, durante il risveglio o poco prima di addormentarsi, la persona è consapevole e cosciente, ma incapace di muoversi e parlare.
Terrificante, vero? L’EP post-metal di oggi, degli svedesi Wazzara, vuole proprio emulare questa sensazione di essere al contatto con il paranormale, come se l’ascoltatore si trovasse solo in un campo di grano di notte, con la consapevolezza però di non esserlo.
Ombreine, uscito il 30 aprile 2023, è composto da soli tre pezzi: “Guggisberglied”, “Visiune” e “What Lies Beneath”, i quali, con una durata di quindici minuti in totale, trasportano l’ascoltatore in una dimensione alternativa, esoterica e, soprattutto, molto immersiva. Avviato il primo pezzo, “Guggisberglied”, si può sentire un escalation parecchio singolare: si parte da un piccolo intervallo melodico che esplode in un giro di chitarra distorta accompagnato dalla batteria; lo stesso stile che si ripeterà nei due pezzi seguenti. Dopodiché irrompe nel pezzo la frontman del gruppo: Barbara Brawand, la quale ipnotizza gli ascoltatori con la sua voce calma, quasi ossimorica rispetto alla pesantezza della strumentale, creando a tutti gli effetti un atmosfera quasi inquietante.
Questo stile, sicuramente peculiare, si ripeterà anche nei due brani successivi, a tal punto che, per rimanere in tema sovrannaturale, come per magia i quindici minuti dell’EP vi sembreranno cinque.
Purtroppo, recensire un EP così breve non è sicuramente semplice, dato che l’opera, per quanto meritevole, è chiaramente un antipasto di un piatto che, se manterrà lo stesso livello qualitativo, sarà sicuramente gustoso e godibile. In ogni caso l’esperimento è perfettamente riuscito e consiglio a tutti voi almeno un ascolto, magari di notte e, perché no, in una notte piovosa, per riuscire a fare parte del mondo esoterico che i nostri svizzeri avevano in mente al concepimento dell’EP.