SCULFORGE – Intergalactic Battle Tunes

Titolo: Intergalactic Battle Tunes
Autore: Sculforge
Nazione: Germania
Genere: Power Metal
Anno: 2023
Etichetta: MDD Records

Formazione:

Polly McSculwood – Voce, Chitarra
Fabz McBlackscul – Chitarra
Ariz Guinto – Basso
Chris Merzinsky – Batteria, Piano, Tastiere


Tracce:

01. Into The Never
02. Lost In The Warp
03. Forbidden Knowledge
04. For The Omnisavior
05. For Honor
06. Spacehull
07. Lost And Found
08. Dark Ruins
09. The Sovereign Protects
10. Secrets Unlocked
11. Slave To The Machine
12. The Extraction
13. Extermination
14. A New Hope
15. Castilla Stands
16. Glorious
17. Schwanengesang
18. The Escape
19. Epitaph
20. Kings Of The Battlefield
21. Reign Of Chaos
22. Follow Me
23. Into The Depths
24. Heart Of Darkness
25. The Sculforge Inn Incident
26. Sculforge Inn


Voto del redattore HMW: 6,5/10
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Direttamente dalla Germania ecco un altro gruppo nato tra le sofferenze delle mura domestiche nel periodo del lockdown. Gli Sculforge prendono forma nel 2020 da un’idea di Polly McSculwood (voce, chitarra) e Fabz McBlackscul (chitarra), che intraprendono questa nuova avventura musicale che dopo la firma con la MDD Records vedrà la luce con l’album di debutto intitolato Intergalactic Battle Tunes.

Il power metal è senza dubbio uno di quei generi che meglio si adatta allo storytelling e a quel tipo di narrazione che è lo scheletro di un buon concept album. Questo viaggio intergalattico comincia tra le stelle quando il capitano della nave spaziale annuncia il disastro imminente a causa di un’avaria al motore nel drammatico intro “Into the Never”. Nel disco si alternano tracce energiche come “Lost in the Warp” e “Spacehull”, in cui assaporiamo anche un ottimo assolo di tastiere (ad opera di Chris Merzinsky) ma anche altre più brevi che avranno essenzialmente lo scopo di costituire il collante tra un momento della narrazione e l’altro come “Forbidden Knowledge” o “For Honor”.

Se brani come “Slave to the Machine” si avvicinano ad un power metal più classico ed aggressivo, il gruppo tedesco dimostra di saper gestire anche ballate di maggiore durata, come i quasi nove minuti di “A New Hope”, tenendo viva l’attenzione dell’ascoltatore.

Al netto di qualche incidente di percorso come “Glorious” o “The Escape”, sicuramente non all’altezza del resto dell’opera, i ventisei brani scorrono piacevolmente riservando anche alcune soprese come il growl di Polly McSculwood sulle note di “Kings of the Battlefield”. Una vocalità che si allontana sicuramente dai timbri cristallini e dalle estensioni disumane di altri noti cantanti tedeschi che hanno fatto la storia del genere, ma presenta tutto sommato una certa versatilità sui registri medi e bassi.

Il supporto ritmico di Merzinsky e del bassista Ariz Guinto, che avranno un momento di vera gloria su “Heart of Darkness”, completa il quartetto conferendo credibilità ad un suono potente ed energico.

Le sorprese però non sono finite perché se vi aspettate un finale esplosivo rimarrete molto delusi.

Con “Sculforge Inn”, il brano che chiude l’opera, il gruppo tedesco realizza qualcosa di totalmente diverso da quanto ascoltato finora, confezionando una traccia più vicina al country e decisamente distante dalle sue corde. Non si tratta certo di una conclusione mal riuscita ma sicuramente appare fortemente decontestualizzata e quanto meno coraggiosa.

“Intergalactic Battle Tunes” si presenta come un’opera imponente a cominciare dalla durata di settanta minuti, proponendosi di accompagnarci in un viaggio spaziale fatto di battaglie per la salvezza dell’umanità e molto altro. Un disco senza dubbio appesantito da qualche traccia di troppo ma gli intermezzi contribuiscono all’ascoltabilità generale e alla coerenza del sound capace anche di sorprendere sulle battute finali. Gli “Sculforge” si presentano sulla scena con un album di esordio coerente e piacevole che ci lascia curiosi di ascoltare la prossima opera con la quale potremmo essere sicuramente più severi ed esigenti.

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