LUPPOLO IN ROCK – SAXON / RAVEN / THRESHOLD / ANCILLOTTI / SCALA MERCALLI


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EVENTO: LUPPOLO IN ROCK
GRUPPI: SAXON / RAVEN / THRESHOLD / ANCILLOTTI / SCALA MERCALLI
LUOGO: CREMONA
DATA: 22.07.2023

Anche quest’anno il Luppolo In Rock Festival offre un’ottima scelta di gruppi: se il venerdì è il giorno dell’hard-rock (soprattutto quello scandinavo), con un headliner storico come Doro e la domenica è invece il giorno dell’extreme metal con Carcass, Possessed e Soulfly, il sabato è sicuramente la giornata preferita da chi si ciba di metal classico, con un ospite più elegante. Ma andiamo con ordine.

Ad aprire il secondo giorno del Luppolo In Rock spetta agli Scala Mercalli, quintetto marchigiano ormai in giro dal lontano 1992: della formazione originale è rimasto solo il batterista Sergio Ciccoli, anche se il bravo Christian Bartolacci ricopre il ruolo di cantante dal 1997. “The 1000 (Calatafimi Battle)”, tratta da quello che è ancora l’ultimo lavoro in studio, Independence, del 2019, apre lo show, dando sfoggio di quel “metal patriottico” del quale il gruppo è fiero portabandiera: se musicalmente i nostri non sono lontani da un metal con riferimenti chiaramente maideniani, a livello lirico citano la storia del nostro paese, dal risorgimento alla prima guerra mondiale, tra sfoggio del tricolore, divise militari e cannone posto sul palco. Rodata da anni di concerti e da quattro album in studio, gli Scala Mercalli, nel poco tempo a disposizione, presentano alcuni pezzi che andranno a popolare il prossimo disco, tra cui l’arrembante “Ace Of Aces (Francesco Baracca)”, dedicata, ovviamente al noto asso italiano dell’aviazione e cantata sia in inglese che in italiano e che chiude degnamente l’esibizione. Anche se c’è ancora spazio per una citazione dell’Inno di Mameli in versione metal e una “cannonata” verso il pubblico (ma la palla era, fortunatamente, di gomma).

 

 

Delle tre “creature sonore” di Daniele “Bud” Ancillotti, gli Ancillotti sono quella più recente, ma, per molti, la più amata, forte di album pienamente riusciti come Hell On Earth di tre anni fa. Un gruppo a gestione familiare, col fratello “Bid” al basso e il potentissimo figlio Brian alla batteria, anche se alla chitarra c’è l’emiliano Luciano Toscani, con un passato nei Listeria e nei Wyvern. Il carisma sul palco di Bud è la forza del gruppo che, se a volte si ritrova a maneggiare del metal sin troppo standardizzato, può sempre contare su un frontman d’eccellenza con un’esperienza quarantennale con la Strana Officina. “Firewind”, “Revolution”, “Fighting Man” e l’anthemica “Legacy Of Rock” fanno felici i numerosi fan che continuano a riempire lo spazio di fronte al palco. Strana Officina, Bud Tribe e Ancillotti: comune denominatore Bud, qualità sempre alta.

 

 

Potrà sembrare sfacciato nei confronti di due band che il metal l’hanno praticamente plasmato, ma il sottoscritto oggi era lì soprattutto per loro: sua maestà i Threshold. Dallo splendido e seminale Wounded Land del 1993 (anche se il gruppo era già insieme dal 1989), il quintetto britannico, grazie alla tenacia e alle capacità compositive di due assi quali Karl Groom e Richard West, rispettivamente chitarrista e tastierista, resiste a tutto, riuscendo ancora a pubblicare capolavori come l’ultimo Dividing Lines del 2022. Se il progressive metal del gruppo oggi appare un po’ fuori contesto, l’eleganza e la classe dei cinque incantano quasi tutti, complici, soprattutto, le performance da urlo da parte di Groom e del batterista Johanne James, che proprio in giornata compie gli anni. Il fatto che non venga suonato nulla dal vecchio repertorio, con l’eccezione della sola “Mission Profile” da Subsurface del 2004, dimostra quanto il gruppo creda molto nel nuovo corso e Glynn Morgan, cantante negli ultimi due lavori, ritornato dopo tanti anni da Psychedelicatessen (1994), pur non possedendo la tecnica vocale di due assi come Damian Wilson e il compianto Andrew “Mac” McDermott, riesce comunque a contraddistinguere al meglio il melodico e raffinato repertorio dei Threshold. Quindi diversi estratti dagli ultimi due album infiammano il palco
cremonese, tra tutte la splendida “Lost In Translation” con un ottimo lavoro alle tastiere da parte di West, più defilato rispetto ai colleghi, ma importantissimo nella miscela sonora del gruppo. Un concerto incredibile per una delle migliori band prog metal in circolazione.

 

 

Dopo l’esibizione dei Threshold, vedere in azione i Raven può risultare traumatico, ma il trio di Newcastle, a un’esibizione tutt’altro che impeccabile e “pulita”, sopperisce con una presenza totale sul palco, fatta di corse a perdifiato, buffe espressioni facciali e a una simpatia che ha pochi eguali nel metal. Se i fratelli Gallagher faticano per limiti anagrafici (sono 63 primavere per Mark e 64 per John) , il batterista Mike Heller risulta un ottimo propulsore ritmico, in grado di compensare gli errori dei due “vecchietti”, grazie a un’esibizione al cardiopalma. Se oggi l’athletic metal dei nostri è meno atletico che in passato, riascoltare perle tratte dai primi tre leggendari lavori, fa sempre provare delle belle sensazioni. Accanto a spaccaossa storiche come “Faster Than The Speed Of Light” e “Chainsaw”, fanno capolino anche le più recenti “Top Of The Mountain” e “Surf The Tsunami”, ma anche quando il trio alza un poco il piede dall’acceleratore, come avviene nella leggendaria “Break The Chain” o in “Rock Until Your Drop”, riesce sempre a emozionare chiunque ami il metal più puro e incontaminato.

 

 

I Saxon non sono mai stati una di quelle band che mette d’accordo tutti: meno dotati e carismatici di tanti colleghi, hanno dovuto sgomitare per tanti anni con un’agguerrita concorrenza, ma se nel 2023 sono ancora in molti a cantare i loro pezzi a squarciagola, allora vuol dire che, pur non arrivando ai livelli di Priest o Maiden, possono comunque essere annoverati allo status di leggende del metal. Nel gruppo di oggi manca un elemento importante come il chitarrista Paul Quinn, da tanti anni, assieme a Biff, unico sopravvissuto della formazione originale; in sua vece, ma solo per questo tour, un altro personaggio altrettanto storico come Brian Tatler dei Diamond Head. La formazione sul palco è solida e precisa e, in questa dimensione, riesce a rendere ancor più interessante il metal quadrato e lineare proposto. Diversi gli estratti dall’ultimo lavoro in studio, Carpe Diem, ma, ovviamente, il pubblico è qui soprattutto per ascoltare vecchi successi come “Motorcycle Man”, posta come secondo pezzo in scaletta, la velocissima “Heavy Metal Thunder” e l’inno “Strong Arm Of The Law”, rese molto bene dalla formazione britannica. Biff appare in forma, divertendosi
sul palco e dando prova di essere ancora un buon cantante, mentre i compagni lo supportano nel miglior dei modi, compreso un Tatler incredibilmente a suo agio col repertorio Saxon. Dopo classici del calibro di “Crusader, “Wheels Of Steel” e “747 (Strangers In The Night)”, la band manda tutti a letto con l’immarcescibile “Princess Of The Night”.

Ottima organizzazione, prezzi modici e tanti stand dove comprare dischi, cd e magliette: questa kermesse sta diventando uno dei festival più interessanti in Italia tra quelli dedicati al metal: speriamo quindi l’anno prossimo di poter nuovamente vedere in azione sempre più band interessanti come quelle di questa edizione!

GALLERIA FOTOGRAFICA

 

SCALA MERCALLI

 

ANCILLOTTI

 

THRESHOLD

 

RAVEN

 

SAXON

 

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