TAILGUNNER – Guns For Hire

Titolo: Guns For Hire
Autore: Tailgunner
Nazione: Regno Unito
Genere: Heavy Metal
Anno: 2023
Etichetta: Fireflash Records

Formazione:

Craig Cairns – Voce
Patrick van der Völlering – Chitarra
Zach Salvini – Chitarra
Thomas Hewson – Basso
Sam Caldwell – Batteria


Tracce:

01. Shadows Of War
02. Guns For Hire
03. White Death
04. Revolution Scream
05. Futures Lost
06. New Horizons
07. Warhead
08. Crashdive
09. Blood For Blood
10. Rebirth


Voto del redattore HMW: 7,5/10
Voto dei lettori: 6.6/10
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Il loro è stato definito il miglior album di debutto da parte di una band britannica dai tempi di “Iron Maiden” e “Angel Witch” e “K.K. Downing”, per cui hanno aperto un concerto qualche settimana fa, sostiene di aver aspettato un gruppo del genere dai tempi dei Def Leppard. Esagerazioni, marketing oppure i Tailgunner possono davvero scomodare mostri sacri di tale portata?

Ascoltando questo Guns For Hire, primo episodio discografico del quintetto inglese, missato da Olof Wikstrand degli Enforcer, non si può fare a meno di pensare che, nel vasto panorama di uscite discografiche di metal classico contemporaneo o new wave of traditional heavy metal che dir si voglia, i Tailgunner possano ritagliarsi un ruolo di spicco. Questo perché, pur suonando assolutamente derivativi (al pari di molti altri, beninteso), riescono a offrire al pubblico una decina di tracce orecchiabili, rocciose ma melodiche, condite da ritornelli epici e facilmente memorizzabili senza essere ruffiane. Le soluzioni proposte sono capaci di mantenere alto l’interesse canzone dopo canzone, a patto che siate amanti del genere.

Tra i capitoli meglio riusciti vale la pena citare la veloce ed eroica “Guns For Hire”, non a caso scelta come singolo, e la conclusiva “Rebirth”, lunga e variegata cavalcata terzinata introdotta da una epica sezione strumentale, che ci mostra una struttura relativamente più articolata rispetto al resto dei brani del disco, solitamente dal minutaggio ben più ristretto. Sebbene più standard però, non possiamo dimenticare le maideniane “White Death” e “Crashdive”.

Insomma, rispondendo alla domanda iniziale possiamo dire che non si tratta forse né dei nuovi Iron Maiden né dei nuovi Def Leppard, e possiamo aggiungere altresì che la portata innovativa di questo Guns For Hire sia praticamente nulla. Ciò nonostante, il primo lavoro dei Tailgunner è assolutamente godibile, ben suonato, arrangiato come ci si aspetterebbe dal genere e composto da brani decisamente più riusciti di molti altri concorrenti contemporanei. Tanto basta per valere a questa fatica una ben meritata promozione.

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