HUNTER – Rebel Angels Rise

Titolo: Rebel Angels Rise
Autore: Hunter
Nazione: Belgio
Genere: Heavy Metal
Anno: 2023

Formazione:

David Walgrave – voce
Joost Vlasschaert – chitarra
Thomas Abeel – chitarra
Jeroen ‘The Bull’ Wauters – basso
Dries Deturck – batteria


Tracce:

01. Wicked
02. The Forge
03. Rebel Angels Rise
04. Requiem
05. The Knight Of The Black Rose, Part 2
06. Suffocate
07. Morior Invictus
08. Dominion MMXXIII (Bonus Track)


Voto del redattore HMW: 6.5/10
Voto dei lettori: 9.0/10
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Dal ribollente calderone delle uscite autoprodotte restano impigliati nelle maglie delle mia curiosità gli Hunter, quintetto proveniente dal Belgio: d’altronde, se l’agenzia che cura la promozione di “Rebel Angels Rise” presenta l’album come indicato per i fans di Metal Church, Judas Priest, Cirith Ungol, Iron Maiden e Savatage non posso che esserne automaticamente attratto!

Formatisi nel 2016, i Nostri hanno alle spalle un demo di tre pezzi pubblicato l’anno successivo ed il debut album omonimo del 2019 (sempre autoprodotto): ad inizio settembre i tempi sono maturi per l’uscita del secondo capitolo della band e “Rebel Angels Rise” vede la luce in CD ed in digitale. Sul disco sono presenti sette nuove canzoni – la traccia bonus “Dominion MMXXIII” è la versione ri-registrata del brano che apriva il primo album – che la band ha cercato di diversificare l’una dall’altra, pur mantenendo un comune denominatore alla base: se le fondamenta sono costituite da solido heavy metal tradizionale dalle piacevoli melodie, gli Hunter cercano di variegare le loro composizioni implementando elementi sonori che pescano dal thrash, dal power tedesco e dall’hard rock, a cui vanno aggiunte atmosfere oscure e passaggi ritmici decisamente rallentati.

Gli sforzi della band producono brani buoni ma, almeno per me, non memorabili: l’incisivo heavy metal dell’opener “Wicked”, le poderose cadenze di “Rebel Angels Rise”, la feroce “Morior Invictus” o la rabbiosa “Suffocate” si fanno apprezzare durante l’ascolto, ma stentano nel rimanermi impressi nella memoria. Al contrario, ricordo benissimo l’ottima prova offerta dal cantante David Walgrave – molto bravo ed espressivo – autore di vocals che spaziano dalle vette Halfordiane al growl, passaggi che evocano Bruce Dickinson fino ad un cantato pulito ed estremamente melodico.

Tirando le somme su “Rebel Angels Rise”, forse le band citate all’inzio di queste righe non sono proprio tutte ben presenti (forse, in alcuni casi, più per dettagli che lampanti influenze), ma è risaputo che bisogna fidarsi di ciò che si ascolta con le proprie orecchie: quello che rimane è un buon disco, gradevole e formalmente un po’ diverso dal solito, certamente non adattissimo agli amanti dell’heavy metal in totale purezza, ma che può rappresentare una piacevole variazione tra tanti album dalle coordinate sonore molto simili.

 

 

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