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Quando giunge settembre siamo tutti un po’ giù di morale; ricomincia la vita lavorativa, scolastica e l’ombra delle ferie estive è sempre più lontana; non è tutto negativo però: da 3 anni a questa parte la fine dell’estate coincide anche con il D.U.I Fest, evento torinese composto da due serate (quest’anno l’8 e il 9 settembre) all’insegna di numerosi generi, quali hardcore, stoner o rock in generale.
Io e il mio ormai fidato collega Vittorio ci rechiamo al Blah Blah, proprio venerdì, in quanto spinti dall’oramai consolidata band Tons; per Vittorio sarà il loro terzo concerto, mentre per me il secondo, ma nonostante la nostra conoscenza della formazione dal vivo, siamo comunque entusiasti di partecipare all’evento.
Non appena arriviamo al locale torinese che quest’ anno ospita il festival, nonostante fosse stato pianificato inizialmente per lo sPAZIO 21, ci dirigiamo subito all’interno per ascoltare il primo gruppo, ossia i Baratro. I tre ragazzi, si presentano in formazione a tre con chitarra, batteria e basso, sono in gamba, e propongono musica che nella locandina dell’evento viene definita come “Noise Rock Postcore”, un genere sicuramente singolare e difficile da eseguire, infatti le melodie a noi proposte sono contraddistinte da un suono peculiare all’ascolto, composto da giri di chitarra inusuali ma che coinvolgono l’ascoltatore.
La band però non si limita a questo, e spazia anche con pezzi più pesanti, volti a fare pogare più gente possibile nel pubblico, il quale si lascia trascinare da questa richiesta.
Spinte e spallate si susseguono quindi incessantemente, mentre un piccolo problema tecnico tra una canzone ed un’altra impedisce al trio di passare immediatamente al brano successivo; nulla di grave e subito si ricomincia, per un’esibizione che dura intorno ai 40 minuti.
Nemmeno il tempo di uscire e godersi una birra, che si iniziano a sentire accordi distorti provenienti dal locale: sono proprio i Tons e sono arrivati a portare caos al Blah Blah!
Per la gioia del mio collega Vittorio, il concerto inizia con “Ummagummo”, uno dei pezzi che più contraddistinguono lo stile recente dei Tons, ossia un doom più lento che esplode in breakdown decisi e sentiti, che sprigionano energia a non finire. I primi pezzi sono tutti estratti da Hashension, l’ultima fatica Tons datata ottobre 2022 (quasi già un anno (!)) e dal vivo rende ancora meglio. Nota di merito per le doti vocali di Paolo, che passano da toni bassi ad acuti in pochissimo tempo. Anche gli altri membri non sono da meno: Vito Power alla batteria tiene il tempo magistralmente, cosa non facile per certi cambi di ritmo, mentre Little Stevie e Glüten Freidrich si fanno strada con le loro chitarre distorte: il risultato? Pogo a non finire, con presenti senza maglia e scatenati più che mai. Il concerto, durato 1 ora e 15 minuti circa, si conclude quindi con un bis, mentre noi osserviamo la merce di entrambe le formazione, di buona fattura sia per i loghi delle maglie che per il materiale (la mia maglia preferita dei Tons rimane quella di Hashension, non a caso è quella che possiedo n.d.r).
Sì conclude quindi la prima serata del D.U.I. fest e l’ultima che io e il mio collega Vittorio abbiamo vissuto, una serata sicuramente pesante e all’insegna di due gruppi che ci hanno saputo sicuramente intrattenere grazie al loro repertorio musicale, e che entrambi non vediamo l’ora di rivedere, sia dal vivo che per eventuali nuove uscite discografiche, chissà.
Foto Baratro:
Foto Tons: