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E alla fine il tour di supporto all’ultimo disco The God Machine sbarca anche in Italia: i bardi di Krefeld hanno calcato il palco dell’Alcatraz di viale Valtellina (Milano) a poco più di un anno dall’ultimo concerto su suolo italiano, al Rock The Castle vicino a Verona, per la gioia di tutti i presenti.
Quando sul palco salgono gli israeliani Scardust, fautori di un buon progressive metal dai tratti sinfonici, il locale è ancora lontano dall’essere pieno. Ciò non influisce minimamente però sulla prestazione del quintetto di Tel Aviv, che mette in campo quarantacinque minuti di grande show, con una tecnica invidiabile da parte di ogni singolo musicista e una prestazione vocale sicuramente sopra le righe, data la bravura e l’estrema versatilità della cantante Noa Gruman. Difficile però non citare la presenza scenica del bassista Orr, che cattura l’attenzione del pubblico e dei fotografi presenti.
Le partiture complesse e le strutture non lineari forse non risultano immediate per chi non ha già dimestichezza col gruppo, ma i presenti rispondono in modo molto entusiasta e partecipano con trasporto alla scaletta degli Scardust, che presenta molto materiale tratto dal primo album Sands Of Time, così come dal successivo Stranger, ad oggi ultimo disco in studio, oltre all’ultimo singolo di recente pubblicazione, “Game Of Now”.
SCALETTA
01. Tantibus II
02. Addicted
03. Dials (Sands Of Time Act III)
04. Sands Of Time (Sands Of Time Act V)
05. Arrowhead
06. Game Of Now
07. Concrete Cages
Alle 21:00 circa è invece il turno dei Blind Guardian: dopo un’introduzione molto fiabesca con apparizioni di draghi sul sipario, i tedeschi aprono con la storica “Imaginations From The Other Side”.
Il pubblico è subito in visibilio. La scaletta è varia e alterna qualche estratto da The God Machine, tra cui “Blood Of The Elves”, ai classici del repertorio che il pubblico, a questo punto molto numeroso, accoglie sempre con euforia.
C’è spazio per “Nightfall” e “Time Stands Still (At The Iron Hill)” ma anche per un tuffo nel passato remoto, con l’acclamata “Majesty”. E se gli astanti cantano con trasporto ogni singolo brano, è sicuramente degna di menzione la resa dei pezzi acustici (“The Bard’s Song – In The Forest” e la più recente “Skalds And Shadows”), di cui Hansi Kürsch lascia con piacere cantare diverse parti al pubblico.
Sul finire, ecco un’inaspettata (almeno per il sottoscritto) “Sacred Worlds”, tratta dal relativamente recente At The Edge Of Time, oltre alle consuete “Valhalla” e “Mirror Mirror”, poste come sempre in chiusura, per una riuscitissima serata che ci ha trasportato avventurosamente tra draghi, medioevo e numerosi echi tolkieniani, da parte di un gruppo molto affiatato e attraverso una bella resa sonora.
Giunti al termine dell’esibizione possiamo ritenerci assolutamente soddisfatti. La tappa meneghina dei Blind Guardian ci ha restituito un gruppo che ha ancora tanto da dire, che intrattiene con maestria e che sa ancora emozionare il pubblico italiano, sempre fedele al verbo dei bardi. Serata da ricordare.
SCALLETTA
01. Imaginations From the Other Side
02. Blood Of The Elves
03. Nightfall
04. The Script For My Requiem
05. Violent Shadows
06. Skalds And Shadows
07. Time Stands Still (At The Iron Hill)
08. Deliver Us From Evil
09. The Bard’s Song – In The Forest
10. Majesty
11. Traveler In Time
12. Sacred Worlds
13. Lord Of The Rings
14. Valhalla
15. Mirror Mirror