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Il nuovo album a marchio Temperance si intitola Hermitage – Daruma’s Eyes Pt. 2, uscito per Napalm Records e pubblicato il 20 ottobre.
Si tratta di un intricato concept album, in cui ogni canzone vede il procedere dell’avventura del protagonista Viktor mentre si inoltra nel regno di Hermitage. La compattezza del power metal dei Temperance si interseca con la complessità della storia narrata e di in consequenza nei testi, elevando il disco non solo a concept album ma quasi a vero e proprio “musical”, come fece il bravissimo Arjen Lucassen con i suoi Ayreon in The Theater Equation. E casualmente proprio Lucassen è uno degli ospiti illustri che troviamo nel disco, insieme al nostro Alle Conti (Trick Or Treat, Twilight Force), la poliedrica Fabienne Erni (Eluveitie, Illumishade) e la cantante folk Laura Fella (Faun).
Ma le grandi novità si trovano prima ancora che nella musica, nella formazione del quintetto italiano (ormai ibrido). Se dietro le pelli il deficitario Alfonso Mocerino lascia il posto al giovane Marco Sacchetto, ci troviamo con l’impressionante cambio di cantante, grazie all’ingresso della newyorkese Kristin Starkey, già vista quest’anno sul palco del Legend di Milano insieme proprio ai Twilight Force, in veste di corista e cantante (spazio di pettegolezzo: è la moglie del tastierista Blackwald). Proprio Kristin è l’arma aggiuntiva nelle fila dei Temperance, poiché la sua versatilità vocale e il suo timbro si affiancano perfettamente al collaudato Michele Guaitoli (attivo anche nei Vision Of Atlantis) e rendono variegato e mai ripetitivo l’ascolto durante le 14 canzoni di Hermitage.
In particolare Kristin riesce ad infondere nella voce una presenza rock nelle parti più aggressive che spesso alle voci femminili nel metal manca, graffiando senza paura e spostandosi con tecnica perfetta sulle parti da contralto e soprano. In ogni canzone c’è sempre qualche variazione sul suo timbro che rende l’album una piccola perla di tecnica vocale. Aggiungete che ai due cantanti principali si affianca anche il chitarrista Marco Pastorino, vero burattinaio dietro la creazione e la produzione di questo ambizioso lavoro, ed avrete ciò che i numerosi fan della band si aspettano. I numerosi tour, nonostante i continui problemi di formazione che hanno visto solo lo stesso Pastorino e l’inossidabile bassista Luca Nigro rimanere ancorati nelle loro posizioni, stanno facendo salire sempre di più le quotazioni della formazione italiana, ormai saldamente accasata con Napalm Records.
Hermitage ha tutto ciò che si cerca in un disco power metal melodico moderno: una produzione cristallina ad opera del solito sospetto Simone Mularoni nei suoi Domination Studio di San Marino, una bella copertina, evocativa e coerente con il concept del disco, creata dall’artista Giada Belviso e soprattutto un impatto musicale incredibile, creato dalla moltitudine di linee vocali. Subito “Daruma” fa capire che non si scherza sotto nessun punto di vista con un ottimo mid tempo, ma se è invece la velocità classica power che si cerca è la seconda traccia “Glorious” a dare la botta definitiva, con un Guaitoli compreso nel ruolo e molto intimo. Su “A Hero Reborn” si può subito apprezzare le qualità di Kristin Starkey sopra descritte, su una canzone in cui i tappeti di tastiere simil orchestrali smussano le parti in doppiacassa più tipicamente power. Al quarto brano “Hermitage” abbiamo di nuovo un potenziale singolo, a simboleggiare la qualità e la precisione nella composizione. Laura Fella introduce il brano più folk del lotto che presto diventerà di nuovo un brano corale su cui spiccheranno i due cantanti principali e ci si concede un piccolo inciso in italiano:
“L’oscurità è solo un disegno
Colora ogni singolo piccolo regno
Guarda negli occhi di chi ne ha paura
Trova la chiave per farne sventura”
Più classicamente power il singolo “No Return”, terzinato dal sapore nordico che farà felici i fan di Nightwish e compagnia. Anche qui i ritornelli sono studiati per stamparsi in testa con una gestione delle armonie vocali perfetta. Dopo un paio di canzoni che seguono lo stesso stile si giunge al secondo singolo “Darkness Is Just A Drawing” che racchiude bene la “summa” artistica dello stile attuale del quintetto, in cui spicca anche il basso di Luca Nigro, sempre presente ma spesso sovrastato dall’imponenza della parte melodica.
Questo Hermitage – Daruma’s Eyes Pt. 2 è un disco semplice nel suo concetto di metal melodico, ma estremamente complicato come sovrapposizioni di livelli, sia musicali che testuali, che gode di una performance stellare da parte della nuova entrata Kristin Starkey e che consolida Michele Guaitoli e Marco Pastorino come leader di questo progetto che sta giustamente riscuotendo il successo meritato nel panorama metal Europeo e mondiale.