Le Isole Faroe tra il rock e la malinconia: i Son of Fortune


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Le Isole Faroe tra il rock e la malinconia: i Son of Fortune

con Benjamin Petersen (Voce e chitarra;Son Of Fortune, Svartmálm, Annika Hoydal, produttore presso il Bunkarin Studio).

Questa é la prima parte del nostro Speciale sul rock alle isole Faroe, i cui protagonisti saranno Son of Fortune, 200 (parte 2) and Joe & the Shitboys (parte 3).

Qui la versione in inglese / English translation here

Sono ormai quattro giorni che sono alle Isole Faroe con un gruppo di escursionisti. Sto pianificando un incontro con i 200, una delle band che seguo con maggiore attenzione. Uno dei miei compagni di viaggio, Jasmin, ha trovato un concerto molto speciale. Questa serata, diventerà il nostro primo live report di questa serie.

 

Il concerto live dei  Son Of Fortune‘s al Fiskastykkið

Ci troviamo al Fiskastykkið di Úti Á Gjógv, un ex edificio portuale situato alla fine del fiordo. In passato, era utilizzato per la lavorazione del pesce, ma ora è stato convertito in un ristorante/bar. Il piccolo locale in legno è affollato, con circa 150-200 persone, e l’atmosfera è estremamente intima. Il pubblico è composto principalmente da locali, molti adulti e qualche bambino.

Si esibiscono i Son Of Fortune, un duo composto da Benjamin Petersen (voce e chitarra) e Jan Rúni Poulsen alla batteria. La loro musica è definita “Voodoo Pop”, un mix di folk, canzone d’autore, rock e blues.

 

Son of Fortune al Fiskastykkið

 

I Son of Fortune iniziano con i brani dall’album “Fullmáni” (luna piena, l’intero album è stato registrato in un ciclo lunare), completamente registrato e prodotto alle Isole Faroe. Per questo lavoro i Son of Fortune hanno ricevuto il contributo di Mikael Blak (che intervisterò nella seconda parte di questo speciale) al basso e al synth.

Il loro rock/blues con sfumature folk riempie la sala di un suono intenso e malinconico. La chitarra elettrica di Benjamin è controllata e discreta, esplode solo in pochi assoli, creando spazi intimi e meditativi. Jan suona una batteria essenziale: due piatti ride & crash, un tom-tom, un rullante e una grancassa. La grancassa spicca tra gli strumenti: è ampia e in legno come quella usata per una banda di ottoni, e il suo suono profondo e pervasivo riempie le frequenze del basso, che è assente nel duo.

 

Son of Fortune e Mikael Blak

 

I testi in faroese suonano dolci e malinconici. “Fullmáni” è una delle canzoni in cui emerge maggiormente il lato folk e introspettivo della band, ed è uno dei miei brani preferiti di questo gruppo. Sonorità simili, capaci di catturare le emozioni dell’ambiente nordico delle Isole Faroe, si ritrovano in “Verið Góð Við Mánan” e “Sár”. Il rock è deciso in “Vakna Trælur” e “Angi”, che suonano forti e risolute, gli assoli e la chitarra distorta non lasciano dubbi. Anche il brano di apertura dell’album, “Gróðrarbotnur”, richiama le sensazioni del grunge e del rock alternativo.

Il lento blues “Millum Himmal og Helviti” (“Tra Paradiso e Inferno”) raccoglie molti applausi; è un brano molto popolare alle Isole Faroe. Nel testo, si descrive il conflitto religioso ed esistenziale di noi uomini che ci spingiamo continuamente tra il paradiso e l’inferno.

 

LP di Fullmáni con il plettro dal concerto a Fiskastykkið. La copertina interna racconta la storia di questo disco e dei collaboratori. Sia la scrittura che la registrazione del disco sono avvenute durante un ciclo lunare.

 

Durante il concerto, Benjamin si accorge del nostro gruppo e passa a introdurre le sue canzoni successive in inglese. Seguiranno due pezzi dal nuovo album “Voodoo Pop”. Questo album é stato registrato in inglese presso gli Sputnik Sound Studios di Nashville e prodotto da Mike Fahey e Vance Powell, noti per il loro lavoro con Jack White, Chris Stapleton e The Black Keys.

Nelle canzoni di “Voodoo Pop” si avverte una componente rock e blues ancora più intensa, mettendo in risalto la naturale abilità di Benjamin come cantautore. La sua passione per artisti come Willy Nelson e The Outlaws si fa sentire in modo marcato in questo nuovo lavoro. Il primo singolo estratto, “Is it essential”, si distingue per le linee melodiche e ritmiche fortemente contaminate dal suono statunitense. “Hurricane” è profondamente hard-rock, mentre in “Spiritual Illiterate” risuonano nuove influenze perfezionate durante il percorso a Nashville. Personalmente, mi hanno conquistato “Not my Time” e la ballata “Courage“, che fondono splendidamente la struggente nostalgia di Benjamin con il suo nuovo suono.

 

 

L’album Voodoo Pop (2020)

 

Viene anche introdotta una canzone inedita, che farà parte del prossimo album “Dust”, previsto per la fine del 2023. Ci viene anticipato che questo album sarà prodotto e registrato alle Isole Faroe dal team di Nashville. Sono molto curioso di sentire presto come questi due mondi si uniranno nel nuovo lavoro.

Il piccolo locale si svuota rapidamente, e Jan deve scappare perché l’ultimo battello per il piccolo paese in cui vive, Fuglfjørður, partirà presto dal porto. Catturo Benjamin per una breve intervista e prendo possesso di un tavolo piazzando una birra appena aperta. La barista ci guarda con aria stizzita, sbuffa e inizia a ramazzare.

 

Son of Fortune e Mikael Blak al Okkara Brewery

 

Benjamin e la melanconia delle isole Faroe

Bevo un sorso generoso di birra, Benjamin inizia il suo racconto.

Come per molti faroesi, la musica è stata un’espressione naturale che è cresciuta con lui. Benjamin ha iniziato a suonare sin da bambino nella sua famiglia: a soli 6 anni, accompagnava suo padre cantante a feste e matrimoni suonando il violino e la chitarra. Ha anche ricevuto lezioni di canto dalla madre, che fa parte di un coro di musica classica.

Benjamin è nato e cresciuto nella piccola cittadina di Vestmanna, e da giovane si è avvicinato al rock attraverso l’ascolto del metal. È stato proprio attraverso il metal che ha conosciuto l’amico e batterista Jan, con cui ha iniziato a suonare all’età di 11 anni. Il gruppo Black Metal Svartmálm è il loro primo progetto ad ottenere un successo internazionale, ed anche uno dei gruppi metal più rinomati delle isole Faroe. Il lurido Witch Scream di Bejamin ha persino insozzato il festival di Wacken con un un profondo Doom/ Black metal di stampo malinconico puramente nordico.

Fatico a credere che Benjamin sia lo stesso cantante che ho sentito negli Svartmálm, ma tutti i miei dubbi svaniscono quando si esibisce in un breve Scream. Che tecnica! Attualmente, il progetto Svartmálm è in pausa, nel mentre Benjamin si è dedicato principalmente al suo nuovo progetto musicale e alla produzione di dischi, tra cui il nuovo album dei 200 intitolato “Reyvhart” di cui parleremo nella seconda parte di questo speciale.

 

 

Benjamin canta con Svartmálm a Wacken, sì è lo stesso Benjamin che canta nei Son of Fortune!

 

In Son of Fortune, Benjamin ha abbandonato il metal per cantare di persone e storie. Oggi porta la sua musica nei piccoli e fumosi bar locali del nord, che considera la sua famiglia. Il piccolo bar di Fuglfjørður, tra birre “Slupp”, sigarette “Prince” e shots di Fernet o Underberg, è il luogo che meglio incarna lo spirito dei Son of Fortune.

Gli inverni alle Isole Faroe sono lunghi e deprimenti, e la musica e l’arte diventano uno sfogo necessario per sopravvivere alla solitudine e alla malinconia invernale. La lentezza della vita in queste remote isole, la contrapposizione tra la melanconia dell’inverno e la rinascita, a tratti quasi maniacale, dell’estate, sono una parte profonda dell’animo di Benjamin, come ci racconta lui stesso.

 

“Per quanto siamo persone festive, le nostre celebrazioni durano intere notti d’estate, la malinconia dell’inverno è radicata nelle nostre anime, come un seme che piantato profondamente non ci lascia mai.

Sono una persona di Amore, Luce e Speranza (Love, Light and Hope), ma soprattutto sono un essere umano sempre in difficoltà, come tutti noi. Non posso sfuggire alla melanconia delle mie radici nordiche, per quanto ci provi. L’inverno nordico è come una tristezza persistente che si esprime nella malinconia della mia musica”

 

Per comprendere lo spirito intimo e nascosto di queste isole, Benjamin suggerisce di ascoltare Marius Ziska, Eivør e la regina del folk Annika Hoydal (con cui Benjamin ha collaborato per voce, chitarra e produzione). Suggerisce anche l’eclettico Teitur Lassen. Per i lettori delle webzine heavy metal, Benjamin raccomanda il gruppo metal-doom Hamferð!

 

La visita a TUTL records a Tórshavn

I miei compagni di trekking sono ripartiti, sono da solo nella capitale Tórshavn mentre mi preparo per il mio incontro di domani con i 200.

Ho scoperto un piccolo centro autogestito, purtroppo rimarrà chiuso fino al fine settimana e non riuscirò ad entrare in contatto con questa comunità. Poco distante ho visitato TUTL, un negozio di dischi che è anche la principale etichetta discografica e distributore di musica alle Isole Faroe. Qui trovo ciò che cercavo, una copia del leggendario vinile “Viva La Republica” dei 200, l’album che utilizzerò per raccontarvi questa band nella seconda parte di questo speciale.

Durante la mia visita Friði stava lavorando in questo negozio, la sua band (Joe and The Shitboys) si esibirà presto a Copenaghen, dove avrò l’opportunità di intervistarli per la terza parte di questo speciale. Per ora, preferisco passare inosservato, ma con la scusa del disco cerco di raccogliere alcune informazioni. Chiedo a Friði di parlarmi della musica dei 200, lui mi indica i loro temi di critica sociale e politica, senza sapere che su questo baserò la mia intervista con il suo stesso gruppo.

 

Fuori da TUTL la stampa su legno della grafica del singolo “Alone and Forsaken” (2022) dei Son of Fortune

 

Le canzoni dei Son of Fortune nel concerto acustico di Benjamin a TUTL record

 

Le altri parti di questo speciale

Parte 2:

Dita puntate verso sé stessi: i 200 (Tveyhundrað), con Mikael Blak (bassista e polistrumentista; 200, Eivør, Son of Fortune, Clickhaze, Enekk, Yggdrasil, produttore presso il Bunkarin Studio) e Niels Arge Galán (voce, chitarra e designer in 200).

 

Parte 3:

Be Fucking Nice: Joe and The Shitboys, con Joe (Friði Djurhuus – voce, gestione eventi dell’etichetta TUTL record), “Ziggy Shit” (Sigmund Zachariassen – Chitarra), “Hollie Shit” (Sjúrður E. Samuelsen – Basso) e “Jhonny Shit” (Jónsvein Mikkelsen – Batteria), con la partecipazione di Maria Mercedes Lindenskov (Marbles Lost, produttrice).

 

Ringraziamenti

Grazie a Jasmin Torriani, Stefano Ciceri e al gruppo di escursionisti per aver condiviso l’esperienza del concerto e per l’aiuto con i media. Un ringraziamento speciale ad Annika Av Kák Bech per avermi consulenza durante la scrittura di questo articolo.

 

Jan Rúni (a sinistra), Benjamin Petersen (al centro) e il gruppo di escursionisti a Fiskastykkið.

 

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