INDUCTION – Tim Hansen


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INDUCTION – Di padre in figlio

In una una stranamente calda Milano di fine ottobre abbiamo incontrato il giovane Tim Hansen chitarrista dei tedeschi Induction e figlio d’arte del famoso Kai Hansen (se non sapete chi è dovete fare click su tutte le page di heavymetalwebzine.it per punizione).
Il talentuoso chitarrista, che di li a poco salirà sul palco dell’Alcatraz per aprire la data italiana del “Nordic Power Metal Titans” di supporto a  Sonata Arctica e Stratovarius, si è dimostrato più che amichevole e ben disposto a sopportare il nostro fiume di domande.

Ciao Tim, grazie per il tempo che ci dedichi e benvenuto su Heavymetalwebzine.it!

Grazie a voi, è un onore e un piacere.

Tim Hansen - Intervista
Tim Hansen

Subito una domanda su questo Tour, come siete stati presi e come sta andando?

È stato un grande onore, quando ci hanno chiesto se fossimo disponibili ho detto senza pensarci “dobbiamo andarci subito!” e per fortuna siamo riusciti ad incastrare tutti gli elementi per poter seguire questo tour. Ogni sera c’è una grande affluenza e, ripeto, è un onore poter scaldare il palco per queste grandi band. Tanti anni fa i Sonata Arctica aprivano per gli Stratovarius, ora la gente mi chiede se saremo noi la “next big thing” nel power metal. Ci dà un sacco di carica!”

Il tour casca a “fagiuolo” appena dopo l’uscita del vostro EP The Power Of Power.

Esattamente, il singolo è uscito un giorno prima che suonassimo con gli Helloween all’Hello-Feast in Slovacchia, una coincidenza perfetta. Per questo tour abbiamo pubblicato in edizione esclusiva il vinile dell’EP .

Che differenze trovi nel fare un tour adesso, nel 2023, rispetto a prima della Pandemia, quando avete fatto un tour per il primo album insieme alla band brasiliana Armored Dawn?

Si, è stato il nostro primo tour, è stato comunque di dimensioni ridotte, eravamo ancora abbastanza sconosciuti all’epoca e per gli Armored Dawn era il primo tour in Europa. È stato un tour umile, se così si può dire, ma ci è servito per avere un primo impatto con la vita da concerti.
Dopo la pandemia per molti musicisti è diventata un’impresa davvero difficile organizzare la vita live, perché i costi si sono raddoppiati per quasi tutto, dalla parte tecnica alle richieste, ma d’altro canto la musica dal vivo ora è richiesta ancora più di prima.

La Pandemia ha cambiato il tuo processo compositivo del secondo album Born Form Fire?

Ovviamente avevo un sacco di tempo libero in più per scrivere essendo chiuso in casa. Non credo sia cambiato più di tanto, mi occupo sempre io di tutti gli elementi compositivi, comprese le linee vocali e le orchestrazioni. La libertà creativa però ha sicuramente giovato, lo stato del mondo durante la pandemia dava un sacco di stimoli e spunti. Ci sono un paio di canzoni che girano attorno al fatto che ‘la musica ritorna sempre più forte’, è stato come un piccolo stop forzato della musica, ma credo che ormai si possa tornare a fruire alla vecchia maniera.

Avete anche cambiato alcuni membri della formazione, ad esempio il cantante

Si dopo il primo tour abbiamo deciso di dividere le nostre strade perché noi volevamo puntare di più sulla band e loro erano comunque impegnati in altri gruppi, così abbiamo detto che per gli Induction era meglio impegnarci con gente più coinvolta. Sicuramente è difficile riuscire a mantenere la formazione super stabile, ma sono davvero contento dei musicisti attuali.

Quanto è complicato gestire membri così lontani? La base degli Induction è di Amburgo, ma Craig Cairns (voce) è inglese, mentre Marcos Rodriguez (chitarra) è di Tenerife, corretto?

Si è sicuramente difficile, va pianificato molto. Per le prove, ad esempio cerchiamo di essere molto precisi e efficienti, per esempio facendo le prove prima dei tour, quindi tutti devono fare i compiti a casa!
Diventa complicato gestire la parte finanziaria, spostare tutti per fare le sessioni di foto o registrare un video. Tornando al discorso della pandemia, si sono creati molti più mezzi per poter comunicare e lavorare a distanza online, e ha reso il tutto molto più facile.

Ci sono influenze di power metal finlandese nella vostra musica?

Certo ci sono un sacco di chitarristi che adoro, Alexi Laiho su tutti, poi Kasperi Heikkinen dei Beast In Black, adoro il suo modo di suonare.

Che responsi avete avuto per l’ultimo EP  The Power Of Power?

Oh davvero positivi, l’idea del singolo “Set You Free” è che volevo un classico inno power metal, credo che abbiamo raggiunto l’obiettivo. Nell’Ep abbiamo voluto racchiudere alcuni dei nostri clichè power metal che ci sono nelle canzoni.

Volevo chiederti se “Set Me Free” fosse una sorta di manuale di come fare power metal, ma lo hai praticamente confermato.

Esattamente, sono d’accordo!

Che differenze ci sono in queste nuove canzoni rispetto a Born From Fire?

Poche in realtà, la base delle canzoni erano già pronte all’epoca di Born From Fire, quindi direi che a livello compositivo siano abbastanza coerenti. Cambia il focus, perché qui ho certo di proposito tutti gli elementi classici del power, in genere cerco di esplorare sonorità più moderne all’interno del genere.

C’è un contributo creativo alle canzoni da parte degli altri o resta tutti sulle tue spalle?

Il processo compositivo è mio, in genere se ho un’idea che ritengo bella cerco di trascriverla subito e lavorare su tutto, quando è pronta la mando ai ragazzi e gli lascio dire la loro opinione, ma in genere non ci sono cambiamenti di grossa portata perché il mio lavoro è quasi sempre molto completo e definitivo. Ad esempio il bassista Dominik spesso suona direttamente le parti che ho scritto io, aggiungendo solo qualche colore o sfumatura a gusto suo. Più lungo e complicato è invece il processo di ricerca del suono che in fase di missaggio diventa essenziale.

Riguardo l’artwork lavorate sempre con Peter Sallai?

Per l’EP ci siamo appoggiati ad un altro artista ma per il nuovo album lavoreremo di nuovo con lui. Ha uno stile fantastico che adoro, poi ha lavorato con grandi gruppi che amo come Powerwolf, Jinjer e Sabaton.

Confermi quindi un nuovo album per Induction…

Si, mi sono smascherato da solo! Il processo di scrittura è ultimato, sono anche già state registrate delle parti, cercheremo di fare missaggio e master fra dicembre e gennaio. Saremo sempre guidati da Jacob Hansen in Danimarca. Credo che sarà un disco un po’ più moderno, che però piacerà anche a chi ha apprezzato i nostri primi due album. Credo sia importante cercare di evolversi musicalmente sena snaturare l’anima iniziale del processo. Sono molto ansioso di vedere come verrà accolto.

Quando è previsto?

Non so darti una data di uscita precisa ancora, ma a febbraio dovrebbe uscire il primo singolo, siamo ormai nel processo finale della creazione. L’album presumo verrà pubblicato in estate.

Come vi trovate con Atomic Fire? Avete un supporto dall’etichetta?

Si molto, il capo dell’etichetta è venuto al nostro show ieri a Pratteln, in Svizzera, ci ha detto che ha apprezzato molto il nostro spettacolo e che continueranno a spingere su di noi, il che fa ovviamente piacere.

Un’ultima domanda, cosa ne pensa tuo padre della tua musica?

È molto orgoglioso, Born Form Fire gli è piaciuto molto, stiamo lavorando insieme ad un progetto ora, anche se non posso dire nulla a riguardo, ed è bello per me poter comporre per qualcosa di diverso dagli Induction, da un bello stimolo. Mio padre ha anche ascoltato il nostro nuovo materiale e ha commentato “è brutale quanto sia orecchiabile, si stampa in testa” quindi apparentemente i brani nuovi funzionano!

Il tuo saluto ai lettori di HeavyMetalWebzine:

Tim Hansen - Intervista
il redattore Daniel con Tim Hansen

Si ringrazia Max Ferrotti per il supporto tecnico durante l’intervista e il mitico Iliour Griften (Heaven Denies) per il supporto morale.

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