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TANITH + Under-Volt + Oath – Bannerman’s, Edimburgo
30 ottobre 2023
La casualità, alle volte, gioca strani intrecci nelle vicissitudini di ogni giorno, assumendo un ruolo decisamente rilevante. La classica email pubblicitaria (per cui il più delle volte viene da chiedersi: “ma quando avrei dato il mio consenso a riceverla?!?”), che solitamente viene cestinata nell’arco di un battito di ciglia, questa volta ha stuzzicato la curiosità, perché il nome riportato, per l’appunto quello dei Tanith, è una realtà considerata parecchio interessante da chi scrive. La sorte ha voluto che, nei quattro giorni di ferie passati ad Edimburgo a cavallo di Ognissanti, la band di Russ Tippins (cospargetevi il capo di cenere se vi è necessario cercare chi sia), Cindy Maynard e Keith Robinson fosse di passaggio nel corso del tour tra Regno Unito ed Europa – Belgio, Germania, Grecia e Svizzera, le solite note – per una data al Bannerman’s, locale situato nei pressi del centro storico della città e meta per molti gruppi dediti a sonorità metalliche. Oltretutto, una ulteriore ottima occasione per instillare la nostra sana passione musicale a chi è in arrivo, anche se attualmente non percepisce ancora suoni, ma solo vibrazioni… ma che vibrazioni!
La serata è animata da altre due formazioni, entrambe direttamente da Edimburgo: gli Oath, progetto solista di classico stampo heavy metal, e gli Under-Volt, particolare duo stoner doom. Il locale apre alle 19:00, l’inizio dei concerti è alle 19:30; arriviamo poco dopo, quando nell’aria già riecheggiano le trame d’acciaio degli Oath di Steven Waddell, poli-strumentista che si avvale di tre turnisti per i concerti. Purtroppo non ci è possibile seguire da subito, perché sprovvisti di contante, unico mezzo per poter pagare l’ingresso della serata: eccoci nuovamente fuori dal locale alla ricerca di un ATM nelle vicinanze, il che comporta rientrare dopo un buon quarto d’ora. Ma non era destino che riuscissimo a sentire più di un paio di canzoni dall’ultimo “Hallowed Illusions” (2022), visto che, al terzultimo brano in scaletta, la corrente salta ed il gruppo, dopo un paio di minuti, annuncia d’essere costretto ad interrompere lo spettacolo per lasciare spazio ad Under-Volt e Tanith, permettendo di non ritardare le successive esibizioni.
I tempi rilassati con cui il successivo duo degli Under-Volt affronta la preparazione del palco fanno pensare che ci sarebbe stato tempo per uno, forse anche due brani ancora per gli Oath, ma tant’è, attendiamo la nuova esibizione con prevedibile interesse, visto che sul palco si presentano solo un chitarrista ed un batterista, nessun basso all’orizzonte. Non se ne sente la mancanza, i due musicisti snocciolano una dopo l’altra le canzoni che compongono l’esordio “Let’s Just Go” (2023) che, tra controtempi, accordature non standard cambiate in corso d’opera “ad orecchio” (Lele, posso usare le virgolette almeno in questo caso? N.d.R.), armonie vocali e molto altro, ci trascina in una fangosa esperienza nella più consueta tradizione del genere, solo in minima parte riscontrabile ascoltando il disco in studio. Interessanti, da gustare soprattutto dal vivo.
Giunge l’ora dei Tanith: la scaletta è un mix dei due album all’attivo, con “Voyage” che viene riproposto quasi nella sua interezza (manca all’appello solo “Seven Moons (Galantia Pt. 2)”), e quattro brani del debut “In Another Time”. L’ottima bassista e cantante Cindy offre uno spettacolo da manuale, senza però intrattenere molto il pubblico: a quello ci pensa Russ Tippins, ovviamente non solo verbalmente, ma con la solita prova ineccepibile che chi ha visto all’opera il suo gruppo principale già apprezza. Il trio fondatore è affiatato, ma si inserisce bene nel contesto (tralasciando qualche trascurabile imprecisione) anche il chitarrista turnista, Dino Destroyer dei Natur, e non c’è niente che riesca ad inficiare la buona riuscita del concerto, tranne la scarsa presenza di pubblico. La delusione, quantomeno un minimo sconforto per la scarsa affluenza, traspare inevitabilmente dai musicisti, che ad onor del vero offrono comunque la più professionale delle prestazioni.
Tutto il mondo è paese: è lunedì sera, il locale è davvero angusto (ad occhio, un centinaio di persone lo saturerebbero) e non ci sono più di una trentina di spettatori, contando anche chi è rimasto dei due gruppi spalla. Davvero una cifra a dir poco esigua, soprattutto per chi proviene da oltreoceano (ed ha una certa storia alle spalle); ma sono gli inconvenienti del mestiere e, vista l’esperienza dei Nostri, qualcosa da tenere in conto. Basta uscire dal locale, e nell’ennesimo pub a 50m di distanza suona una cover band davanti ad una folla decisamente più sostenuta. Ma non importa, e se anche difficilmente in futuro potremo sperare di vedere i Tanith in Italia, possiamo spuntare il loro nome dall’infinita lista dei concerti da fare.
Scaletta Tanith:
Mother Of Exile
Cassini’s Deadly Plunge
Olympus By Dawn
Architects Of Time
Snow Tiger
Falling Wizard
Wing Of The Owl (Galantia Pt. 3)
Never Look Back
Adrasteia
Citadel (Galantia Pt. 1)
Flame
Bis:
Under The Stars