GABRIELE BELLINI – Motus

Titolo: Motus: Voice of Rebellion Part 2
Autore: Gabriele Bellini
Nazione: Italia
Genere: Progressive Rock
Anno: 2023
Etichetta: autoprodotto

Formazione:

Daniel Melani: voce su Veritas Filia Temporis
Edoardo Peruzzi: voce su Resilient Moment
Lorenzo Masi: voce su Rockdown
Smilzo: voce su Element
Mr. Jack: voce su The Whole
Gabriele Bellini: chitarra e voce su Inverso
Giacomo Salani – Lorenzo Meoni: basso
Michel Agostini: batteria


Tracce:

01. Veritas Filia Temporis
02. Inverso
03. Metaverse Era
04. Afterall
05. Resilient Moment
06. V.O.R.
07. Rockdown
08. Air on the G String
09. Element
10. Only On Planet
11. The Whole


Voto del redattore HMW: 7,5/10
Voto dei lettori: 10.0/10
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Gabriele Bellini rappresenta un tipico caso di artista dalle capacità incredibili, ma che difficilmente riesce ad infrangere la barriera posta sul confine tra l’anonimato e la fama, intesa come al di fuori della nicchia del Metal o del Rock in generale. La proposta del chitarrista toscano, attivo da svariati anni con molti progetti collettivi e individuali, d’altronde non è indirizzata alla mera ricerca della gloria che sarebbe sicuramente ottenibile con tranquillità date le capacità compositive che potrebbero senza problemi piegarsi agli interessi del mercato e fruttargli “fiumi di danaro”. Direi, all’opposto, che il vero motivo per il quale Bellini compone, tra l’altro con ritmi forsennati di pubblicazione negli ultimi anni, sia quello di donare un visione a chi abbia il piacere di entrare a contatto con le sue opere.

Una visione che solo i grandi artisti sono in grado di convertire in musica. Di ottimi strumentisti è pieno il mondo, è risaputo, ma solo in pochi possono vantare la capacità di impiegare la propria tecnica elevata con il gusto per il riff e per le belle canzoni. L’esempio più recente è Motus: Voice Of Rebellion Parte 2 seguito di V.O.R. (Acronimo dallo stesso significato) edito nel 2022. I due lavori sono collegati in termini di affinità stilistica e sono intesi come consequenziali uno all’altro.

La durata del disco analizzato in questa recensione si avvicina alla quarantina di minuti e presenta ben 11 tracce tra le quali ritroviamo ben cinque brani strumentali ad intervallarsi con le canzoni dove le parti vocali sono interpretate da diversi cantanti.

Partendo dalle strumentali incontriamo in scaletta “Metaverse Era” caratterizzata da fraseggi di chitarra molto intricati ma che riescono a risultare estremamente comprensibili e “musicali” per l’ascoltatore e nella quale possiamo trovare un omaggio (non saprei se voluto, ma comunque apprezzato) a “Luglio, agosto, settembre (nero)” degli Area, alla quale segue “Afterall”, episodio intrigante e caratterizzato da un’effettistica applicata alla chitarra acustica imbracciata come solamente certi polyphia sarebbero in grado di fare!

“V.O.R.” e “Only On Planet” sono piene di intuizioni di gran gusto come d’altronde tutto l’album ma mi hanno lasciato meno convinto rispetto ad esempio a “Air On The G String” dove il Nostro si diletta a giocare coi potenziometri della sua chitarra per emulare un organo, un po’ come altri grandi chitarristi facevano in passato (leggi Van Halen), prima di esplodere in un pezzo epico e contraddistinto da ottime melodie.

Passando alle canzoni troviamo in apertura “Veritas Filia Temporis” dove l’interpretazione vocale di Daniel Melani conferisce grande Pathos ad un pezzo lento ma ricco di sfumatore e di un assolo superbo. “Inverso” è molto particolare data la sua natura sperimentale conferita da una struttura poco lineare ma intrigante dove inoltre intervengono inserti di chitarra ottenuti “graffiando” le corde, un po’ come se si potessero udire dei cinguettii. Qui il cantante è lo stesso Bellini.

Senza Togliere nulla alle rimanenti “The Whole” con la sua impostazione a ricordare un rock di matrice più commerciale à la Nickelback, soprattutto in termini di voce prestata da Mr. Jack, “Element” a metà tra rap e durezza metal, è “Rockdown”, interpretata da Lorenzo Masi, a prendersi la palma di migliore canzone del lotto grazie ad un ritornello memorizzabile al primo ascolto e alle strumentali più immediate.

L’apporto dei bassisti Giacomo Salani e Lorenzo Meoni è vitale perché spesso conferisce non soltanto un aspetto di dinamica e ritmo ma arricchisce con tanto colore il risultato finale. Le parti di batteria sono tutte suonate da Michel Agostini che diventa l’unico musicista coinvolto su tutte le tracce oltre a Bellini.

Un paragrafo a parte se lo meritano ovviamente gli assoli di Bellini i quali non vengono mai piazzati in maniera errata e nemmeno eseguiti con furia edonistica. Essi rimangono sempre funzionali al brano e anche nei momenti di maggior “shredding” non si tramutano in sbrodolate sfiancanti. Non è scontato d’altronde quando la tentanzione all’esibizionismo è congenita nel chitarrista. Ma Gabriele Bellini è un musicista esperto e sa come oliare al meglio il suo macchinario.

D’altronde per citare il mio bassista Moreno al quale piace estremizzare: “Dopo 8 battute non è assolo, è sequestro di persona”.

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