Visualizzazioni post:1426
Recensione scritta da Lorenzo “Caotico” Castiglioni
In una puntata de “La bussola e la clessidra” su Rai Storia, ricordo un monologo del professore Alessandro Barbero incentrato su quanto fosse stato importante scoprire il continente americano, introducendo nei mercati del vecchio mondo i fagioli, i pomodori, il mais e lo US Power Metal. Nella galassia di questo genere, il nome dei Twisted Tower Dire negli anni si è fatto spazio come una portaerei classe Nimitz, con la loro armonicità mai ipertrofica e la sempiterna ugola di Tony Taylor. La Nameless Grave Records ha riportato al sole The Isle of Hydra con l’aggiunta delle prove studio di quattro canzoni, un missaggio differente rispetto alla versione del 2001 e un libretto di 12 pagine (nel formato CD) o un poster (nella versione LP).
Il disco ha resistito stoicamente alla prova del tempo per lucentezza della sua lirica e i suoi richiami alla Iron Maiden, Liege Lord, Destiny’s End e Jag Panzer, senza però risultare ashtaggabile #giàsentito. In The Isle of Hydra non si trovano eccessi di ego strumentali, ma tanta sostanza dove chi suona la chitarra (Scott Waldrop e Dave Boyd) risulta ben adeso e senza protagonismi rispetto al resto del gruppo della Virginia. In canzoni come “When The Daylight Fades”, “The Dagger’s Blade”, “Ride The Night”, “The Longing” c’è la magia dell’opera perché per quanto non abbiano l’aggressività di un puma andino (come magari lo US Power Metal degli October 31 o dei Riot), l’ascoltatore apprezzerà sia la vena melodica quanto il ritmo serrato. Con meno proteine, ma sempre di buona struttura genetica risultano invece “The Isle Of Hydra”, “Sign Of The Storm” e “Final Stand”. Nella creatura musicale c’è spazio anche per una placida ballad chiamata “Dying Breath”, posta a serrare l’album con una prova canora da applauso teatrale. Oltre all’oggettivo gran spessore tecnico del disco, mi piace pensare che la Nameless Grave Records abbia voluto tributare un ricordo a quel gigante del microfono di Tony Taylor, prematuramente scomparso nel 2010. Non dico che grazie a questo lavoro dei Twisted Tower Dire altri ragazzi come Pharaoh, Onward, Dark Forest, Visigoth, Ironflame o Crescent Shield abbiano deciso di fare quello che hanno fatto, però…
I quattro pezzi studio aggiunti, per quanto siano di valore storico, vanno bene, ma non saranno loro a farvi spendere soldi per l’acquisto per cui, in conclusione, c’era bisogno di questa ristampa? La risposta è sì in caso manchi nel vostro gnedby Ikea, mentre no nel caso non vi abbiano scaldato il cuore i successivi monolitici Crest Of The Martyrs o Netherworlds.