SYLVANIA – Purgatorium

Titolo: Purgatorium
Autore: Sylvania
Nazione: Spagna
Genere: Power Metal
Anno: 2023
Etichetta: Art Gates Records

Formazione:

Alberto Symon – Voce
Sergio Garay – Chitarra e Whistle
Alberto Tramoyeres – Chitarra e orchestrazioni
Álvaro Chillarón – Basso
Sergio Pinar – Batteria


Tracce:

1. Entre La Vida Y La Muerte
2. Purgatorium
3. El Río De Los Lamentos (feat. Nacho Sanchez)
4. Tu Calor Será Mi Voz
5. Aunque Mi Alma Se Desgarre
6. Canto De Luna
7. Hechizo De Invierno
8. Mar De Agosto
9. El Juicio De Las Almas (feat. Tete Novoa, Soles Colomer)
10. Hacia La Eternidad (feat. Tete Novoa)


Voto del redattore HMW: 7/10
Voto dei lettori: 8.5/10
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Recensione scritta da René Urkus

Con una storia quasi ventennale, dato che sono nati nel 2006, i valenciani Sylvania danno alle stampe il loro quarto album, centrando l’obiettivo di creare una godibile opera di symphonic power metal dal gusto retrò, che evita – per fortuna! – gli eccessi danzerecci e ridicoli in cui sembra precipitato il genere.

Dopo la intro, molto gotica e sinfonica, la titletrack toglie (per fortuna) un po’ di orpelli, offrendoci un power squillante e molto melodico; se sopportate il cantato in spagnolo, cosa che non tutti riescono a fare, la coppia ponte /ritornello è davvero indovinata. Le tastiere in tutte le forme possibili sono le protagoniste di “El Río De Los Lamentos”, che ha un break dai toni folk molto particolare; siamo in piena Scandinavia con “Aunque Mi Alma Se Desgarre”, un brano che mi ha fatto addirittura pensare ad act come i Celesty o i Dreamtale. Più aggressiva del resto dei brani (e fa piacere) “El Juicio De Las Almas”, poi i nostri si concedono, come da costume, una suite molto lunga, che in questo caso supera i dodici minuti: “Hacia La Eternidad” funziona ancora una volta grazie ai due ‘valori aggiunti’ del disco, i ritornelli stellari e le parti folk, giungendo in alcuni passaggi a un’epica rhapsodyana.

Un paio di cadute di stile (la banale ballad “Mar De Agosto”, la fin troppo ritmata e cantilenante “Tu Calor Será Mi Voz”) non pregiudicano la riuscita generale del disco, che potrà certamente piacere a chi apprezza ancora le sonorità degli anni 2000, e ritiene che si possa essere (ultra)sinfonici anche senza il cantato femminile.

 

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