FREEDOM CALL – Silver Romance

Titolo: Silver Romance
Autore: Freedom Call
Nazione: Germania
Genere: Power Metal
Anno: 2024
Etichetta: Steamhammer/SPV

Formazione:

Chris Bay – voce e chitarra
Lars Rettkowitz – chitarra
Francesco Ferraro – basso
Ramy Ali – batteria


Tracce:

01. Silver Romance
02. Symphony Of Avalon
03. Supernova
04. Infinity
05. Out Of Space
06. Distant Horizon
07. In Quest Of Love
08. Blue Giant
09. Meteorite
10. Big Bang Universe
11. New Haven
12. High Above
13. Metal Generation


Voto del redattore HMW: 7,5/10

Visualizzazioni post:365

Per festeggiare i loro 25 anni di attività discografica, tornano i teutonici Freedom Call con questo nuovo album intitolato Silver Romance.

Come già mi è capitato di scrivere diverse volte, e fatta eccezione per pochissimi casi, non sono mai stato un grandissimo fan del power metal; devo ammettere, però, che ho sempre avuto un occhio di riguardo per la band di Chris Bay perché, nonostante non proponga nulla di nuovo o eclatante (loro continuano per la loro strada lungo la quale piccole influenze di Gamma Ray, come in Infinity, Helloween e Stratovarius in alcuni passaggi – Bing Bang Universe, sono sempre presenti), riesce a sfornare sempre dei prodotti di tutto rispetto, che sono in grado, grazie alla loro tipica sfumatura happy metal a rallegrarmi la giornata, a farmi venire voglia di alzare il volume e di cantare.

Con canzoni così orecchiabili e, perché no, decisamente piacione, bastano davvero pochi ascolti per assimilare, processare e godersi i 13 pezzi che compongono questo Silver Romance.

Il disco si mantiene tutto su buoni livelli, ed anche l’aggiunta alla fine di “Metal Generation” (che altro non é che una versione alternativa di “The M.E.T.A.L. Fest”, pezzo inedito che impreziosiva il precedente live album del 2023) è una piacevole sorpresa, un regalo che ho molto apprezzato, tant’è che la canzone risulta fra le mie preferite.

A Silver Romance non manca nulla: dai pezzi più tirati (come la title track o “Symphony of Avalon) a quelli “più lenti”, se così possiamo definirli (“Blue Giant” è un pezzo particolare, che ho decisamente apprezzato per le atmosfere e per le linee vocali, in particolare del ritornello; “New Haven”) alla ballad “Quest of Love” – per la melodia al sintetizzatore, alla quale ammetto di provare un sentimento dicotomico.

Oltre a questo, ci sono dei pezzi che mi hanno colpito maggiormente: “High Above” (che con quella tastierina iniziale trovo deliziosamente perfetta per la sigla di un cartone animato, così come “Supernova”), e la più scanzonata “Out of Space”, con quella melodia iniziale che mi ha fatto ricordare  “Narcotic” dei Liquido, almeno come atmosfere.

Insomma, tutto “gira” bene: le parti solistiche sono piacevoli, la sezione ritmica solida e compatta, le voci una garanzia, il tutto accompagnato da una produzione di tutto rispetto.

Non mi resta che attendere per vederli dal vivo questa estate.

Freedom Call is back!

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