PRAYING MANTIS – Defiance

Titolo: Defiance
Autore: Praying Mantis
Nazione: Regno Unito
Genere: Hard Rock
Anno: 2024
Etichetta: Frontiers Records

Formazione:

John Cuijpers: voce
Tino Troy: chitarra e tastiera
Andy Burgess: chitarra e voce
Chris Troy: basso e voce
Hans in’t Zandt: batteria


Tracce:

01. From The Start
02. Defiance
03. Feelin’ Lucky
04. I Surrender
05. Forever In My Heart
06. Never Can Say Goodbye
07. One Heart
08. Give It Up
09. Nightswim
10. Standing Tall
11. Let’s See


Voto del redattore HMW: 8/10

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La mantide inglese è arrivata a festeggiare i suoi primi cinquant’anni con l’uscita del bello e nuovo album intitolato: Defiance, dato alle stampe pochi giorni fa, continuando con quel suono di hard rock melodico per cui i Praying Mantis sono diventati popolari, influenzando generazioni di musicisti. Il combo nasce in Inghilterra nel 1973 prima dell’esplosione della New Wave Of British Heavy Metal, grazie ai fratelli Troy (Chris alla voce e al basso e Tino alla chitarra), che debuttano nel 1981, con il classico Time Tells No Lies per poi rimanere stranamente fermi nei restanti anni ’80. Oltre ai due fratelli, completano attualmente il gruppo gli olandesi Hans In’t Zand, alla batteria, il formidabile cantante John ‘Jaycee’ Cuijpers e il chitarrista Andy Burgess. Il quintetto riparte nel 1990 pubblicando sei album fino al 2003 ma sfortunatamente mai riuscendo a fare veramente breccia nei cuori dei rockers di tutto il mondo nonostante l’ottima creatività e le qualità artistiche di tutti i componenti della formazione. Un vero peccato se si pensa che nel gruppo sono transitati elementi di spicco come Dennis Stratton, Paul Di’Anno e Clive Burr, tutti ex componenti dei connazionali Iron Maiden. La cosa strana è poi il fatto di annoverare i Praying come una band della NWOBHM perché il quintetto britannico offre, al contrario, un sound di hard rock melodico infarcito di elementi AOR che li rende molto sdolcinati e mielosi rispetto al vero classic metal britannico.

La conferma di questa direzione sonora continua ancora oggi in queste nuove undici tracce, inclusa l’eccellente e fedele cover di “I Surrender” di Russ Ballard e grande successo dei Rainbow nel 1981. L’iniziale “From The Start”, introdotta da alcuni suoni metallici, è una canzone sinfonica di stampo europeo, dove gli elementi AOR, l’energico drummer e la profonda ugola del singer prendono il sopravvento rendendo il pezzo molto coinvolgente. L’ottimo inizio è poi suggellato dalla title track, brano ritmato e sdolcinato che mostra tutto il lato melanconico e romantico della band. “Defiance” è quindi e per lo più una semi-ballata, dalla grande atmosfera e dallo stile simile ai connazionali Lionheart o ai nostrani Lionville. La potente voce di John e gli attraenti riff di chitarra elettrica, fanno di questo singolo un vero e proprio cavallo di battaglia della band. Il proseguo con “Feelin’ Lucky” è un tuffo nei mitici anni ’80 in cui i Praying svoltano verso un battente ed essenziale pop rock capace, con l’orecchiabile ritornello, di coinvolgere brillantemente l’ascoltatore.

Le venature metalliche, del combo londinese, mischiate al puro AOR riprendono in parte nella power ballad “Forever In My Heart” e nella deliziosamente zuccherosa “Standing Tall”. La prima è molto romantica e ambientale grazie ad un refrain super melodico ma lo strepitoso assolo di Andy la riporta su lidi più hard rock e meno commerciali. La seconda è una traccia quasi elettronica e stridente, che parte con arpeggi emanati da leggiadri riff chitarristici e dagli ossessivi suoni campionati, che con la tastiera di Tino avvolgono interamente la composizione in una crescente e ritmata melodia. Funziona bene anche per l’apporto massiccio della sezione ritmica e per la strepitosa timbrica di Cuijpers. L’album prende slancio nella seconda parte, a partire dalla bellissima “Ever Can Say Goodbye”, altra formidabile song caratterizzata dall’armonico suono delle due sei corde elettriche fuse alla magica tastiera di Tino. Le armonie di sottofondo della band e l’essenziale coro della composizione fanno poi il resto rimanendo sempre una fondamentale peculiarità dei Mantis.

Nel puro AOR di “One Heart” la rigogliosa tastiera e i costanti riff chitarristici, con in più un arpeggio classico di chitarra, mantengono il disco vibrante e allo stesso tempo rilassante fino alla fine. Quello che colpisce è che i cinque musicisti, oltre al loro inconfondibile sound, si trascinano ancorale le loro influenze giovanili legate a band come i Rainbow o gli Uriah Heep e la cosa sinceramente non dispiace. Ne è ancora un esempio la strumentale “Nightswim” ricca di prolungati e funamboli assoli alla Joe Satriani. Se “Give It Up”, dalle sottili e allo stesso tempo stridenti trame di chitarra, riprende un rock più possente ed energico ma sempre senza mia perdere d’occhio una gradevole melodia sfociante in un melodicissimo ritornello; la cadenzata e veloce, “Let’s See” chiude con il botto un grande disco rock, ripescando ancora ma in modo più marcato il tradizionale sound ottantiano e quasi metal di stampo inglese che ricorda in parte il classic metal degli Iron Maiden dei primi dischi.

Che scrivere di più se non che i Praying Mantis sono e saranno fino alla fine una grandiosa garanzia per l’heavy metal melodico di stampo europeo e internazionale. Defiance è una fantastica raccolta di godibili e piacevoli canzoni che catturano l’essenza della loro leggendaria carriera fatta di onestà artistica e sincero amore per una musica lontana da compromessi e mode passeggere.

 

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