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L’into acustica di “Young God Resurrected”, spezzata da possenti riff di chitarra, sembra volerci preparare ad una lenta e lunga battaglia, grazie anche all’incedere maestoso del pezzo, con la barbara voce di Kutzbach che si lancia anche in qualche lancinante acuto. L’assolo di chitarra è davvero epico, raggiungendo il climax del pezzo.
È sorprendente come, a distanza di anni, gli Scald non abbiano perso un briciolo di intensità e potenza, come se fossero trascorsi solo un paio d’anni tra la pubblicazioni dei loro unici due lavori su lunga durata. Non meno sorprendente il fatto che i brani di “Ancient Doom Metal” risultino immediatamente associabili al nome Scald, a dimostrazione della forte personalità dell’ensemble russo che, pur rimanendo in territori prettamente Doom ed epici, riesce a caratterizzare a dovere il proprio stile, grazie a un’aura folk che richiama inequivocabilmente le terre nord-europee. I cori, le parti acustiche, certe armonizzazioni delle chitarre…non lasciano dubbi!
“The Master Of The Lake” è la dimostrazione di quanto appena detto, con l’alternanza di melodie folkloristiche ed epici intrecci di chitarra. I restanti brani del disco si mantengono su queste coordinate, risultando comunque sufficientemente vari e riconoscibili, ognuno con la sua storia da raccontare.
In conclusione ci troviamo di fronte ad un lavoro ben fatto e ben concepito che sicuramente farà la gioia di quel fan che hanno adorato l’esordio Will Of Gods Is A Great Power. Se invece ancora non conoscete gli Scald ma vi ritrovate nelle sonorità ivi descritte, Ancient Doom Metal è l’occasione per scoprire questa talentuosa band russa, lasciandosi trasportare in questo mistico viaggio tra le lande del Nord.