DREAM EVIL – Metal Gods

Titolo: Metal Gods
Autore: Dream Evil
Nazione: Svezia
Genere: Heavy/Power Metal
Anno: 2024
Etichetta: Century Media Records

Formazione:

Fredrik Nordström – Chitarre ritmiche
Niklas Isfeldt – Voce
Peter Stålfors – Basso
Markus Fristedt – Chitarra solista
Sören Fardvik – Batteria


Tracce:
  1. Metal Gods
  2. Chosen Force
  3. The Tyrant Dies at Dawn
  4. Lightning Strikes
  5. Fight in the Night
  6. Masters of Arms
  7. Born in Hell
  8. Insane
  9. Night Stalker
  10. Y.A.N.A.

Voto del redattore HMW: 7,5/10
Voto dei lettori: 8.0/10
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Recensione a cura di Renè Urkus

Il ritorno dei Dream Evil sul mercato mi coglie quasi di sorpresa: dal 2010 gli svedesi si erano fatti sentire soltanto con Six, nel 2017, e devo dire che non era stato un bel sentire, perché quell’album era certamente il meno riuscito di una discografia decisamente gloriosa. Del resto, la band è stata più volte chiara sulla propria natura di studio project con rare date live: ma alla luce degli esordi – con l’eccezionale tripletta DragonslayerEvilized The Book Of Heavy Metal, sfornati a cadenza annuale fra il 2002 e il 2004 – molti fan (fra cui pure il sottoscritto) avrebbero sperato il contrario… come che sia, ecco che Niklas Isfeldt, Fredrik Nordström e compagni si ripresentano, decisamente più ispirati rispetto alla scorsa decade, con il settimo album della loro 25ennale carriera.

Si parte – ed è una goduria – con la titletrack, che ci racconta in poche battute la storia dell’heavy metal, ricordando i giganti della nostra musica preferita. Melodia vincente e tastieroni imponenti per “Chosen Force”, che nei primi secondi, mi sembra, rievoca la splendida “The Chosen Ones”, a mio giudizio la migliore canzone mai scritta dagli svedesi e contenuta nel loro mirabile debutto. Molto tedesca “The Tyrant Dies At Dawn”, che mi ha ricordato la potenza maestosa degli ultimi Primal Fear (per non scomodare i ‘soliti’ Hammerfall, referente a mio giudizio talora evocato a sproposito); e grezza al punto giusto anche “Masters Of Arms”, che in larghi passaggi mette in risalto anche il basso pulsante di Peter Stålfors, nella band dagli inizi e autore della maggior parte dei testi di questo Metal Gods.

Andiamo avanti verso la fine della scaletta: elementare ma convincente “Night Stalker”, che strizza l’occhio agli ultimi Priest, quelli più roboanti e ‘moderni’, mentre la power ballad conclusiva “Y.A.N.A” colpisce per il suo testo corrosivo e per una ulteriore, vibrante interpretazione vocale di Niklas. Un paio di filler a metà scaletta ci sono, inutile negarlo (penso in particolare all’accoppiata “Lighting strikes”/”Fight in the Night”), ma l’insieme resta potente, coinvolgente e grintoso.

Il ritorno dei Dream Evil, dunque, non è forse perfetto, ma garantirà agli appassionati dell’heavy/power più ortodosso diversi inni da cantare in questa estate infuocata.

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