DREAMGATE – Dreamgate

Titolo: Dreamgate
Autore: Dreamgate
Nazione: Italia
Genere: Power Metal
Anno: 2024
Etichetta: Underground Symphony Records

Formazione:

Fabio Brunetti – Voce
Armando De Angelis – Chitarre
Alessandro Battini – Tastiere
Micael Branno – Basso
Gianluca Capelli – Batteria


Tracce:

01. Sun King
02. The Scout Of The Empire
03. Life Is One
04. No Sweat No Glory
05. The Lost Symbol
06. Dreamgate
07. The All (The Magic Of The Silver Dew)
08. Ball & Chain
09. The Garden Of Tears
10. Cecil
11. Belmonts’ Faith


Voto del redattore HMW: 7,5/10
Voto dei lettori: 7.5/10
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Visualizzazioni post:157

Lamentazioni di apertura: non sopporto più, in alcun modo, la crociata che molti siti musicali muovono, da anni, contro il power metal. Non si fa altro che dire che questo genere è morto, è ripetitivo, è statico, che le band non si differenziano fra di loro… a me sembra un discorso assolutamente qualunquista e poco informato, che – se proprio volessimo farlo – andrebbe esteso come tale a TUTTI i generi classici, ad eccezione forse del progressive, e che dovrebbe indicare quali unici sottogeneri ‘vivi’ nel panorama metal quelli sperimentali e avantgarde. Davvero non tollero più che dischi black che a un non-esperto (come me) suonano assolutamente identici vengano sistematicamente incensati, e buoni, se non ottimi prodotti power come l’esordio dei DreamGate vengano trattati male, se non malissimo, da chi evidentemente non è in grado di riconoscere le mille sfumature del mio genere preferito. Il power è tutto uguale? Ma vi prego, fra i DreamGate e, che so io, gli Iced Earth o gli Hammerfall ci sono più differenze che fra una band gothic e una symphonic, e questo testimonia, a mio parere, la perdurante vivacità di una scena che – come tutte le altre – ha ancora molto da dire… recensire un disco per parlarne male solo perché ‘è power’ a me sembra veramente ridicolo. Poi che ognuno faccia come vuole, ma lontano da me!

Fine lamentazione. L’esordio dei DreamGate è un bell’esempio di symphonic power a temi fantasy che guarda all’età dell’oro del genere, quando i Rhapsody si chiamavano solo Rhapsody, Tony Kakko aveva ancora i capelli corti e gli Stratovarius non avevano ancora litigato. Il tutto con un tocco italiano godibile e riconoscibilissimo. E che volete di più?!? La squillante “Sun King”, dedicata naturalmente a Luigi XIV, apre il disco con il suo ritornello al quale è impossibile dire di no; fa ancora meglio “The Scout Of The Empire”, dedicata al celebre fumetto fantasy Dragonero, che ci riporta a un tempo in cui le band sopracitate, ma anche Power Quest e Fairyland, la facevano da padrone. Mirabile fuga di tastiere nella trionfale “Life Is One”, mentre “No Sweat No Glory”, che riprende il motto del FC Bruges (da qui il suo inizio con i cori da stadio, che ho trovato evitabili), può ricordare i Majesty della fase di mezzo, nel loro passaggio dall’heavy metal all’hard rock.

Per la traccia autotitolata, che è accompagnata da un simpatico video in pixel art, i referenti fondamentali potrebbero essere i Freedom Call, ma i DreamGate non sono una copia carbone della band di Chris Bay, perché il loro sound ha anche altri ispiratori, a partire da quelli già citati e magari passando anche per i Twilight Force. “Ball And Chain” è una ballad ben riuscita, anche se devo dire che avrei apprezzato un ritornello più intenso – del resto i nostri dimostrano chiaramente, nel resto del disco, di essere molto capaci al riguardo! Tastiere avvolgenti, quasi ubriacanti per “The Garden Of Tears”; l’ultimo brano in scaletta, “Belmont’s Fate”, dedicato al videogioco Castlevania, è il più drammatico e impostato, e rinuncia almeno in parte ai toni alti e pomposi che hanno caratterizzato il resto dell’album, offrendo varietà alla scaletta.

Al sottoscritto sembra che, al netto di una produzione migliorabile, i DreamGate abbiano fatto un ottimo lavoro. Poi odiate il power? E allora non ascoltate il loro disco, è così facile! Ma soprattutto non recensitelo. Non credo che il vostro medico vi abbia prescritto di recensirlo negativamente per partito preso.

 

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