LEPROUS – Melodies Of Atonement

Titolo: Melodies Of Atonement
Autore: Leprous
Nazione: Norvegia
Genere: Progressive metal, experimental rock
Anno: 2024
Etichetta: Inside Out Music

Formazione:

Einar Solberg – Voce / tastiere
Tor Oddmund Suhrke – Chitarra / cori
Robin Ognedal – Chitarra / cori
Simen Børven – Basso / cori


Tracce:

01.Silently Walking Alone
02.Atonement
03.My Specter
04.I Hear The Sirens
05.Like A Sunken Ship
06.Limbo
07.Faceless
08.Starlight
09.Self-Satisfied Lullaby
10.Unfree My Soul


Voto del redattore HMW: 8/10
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I generi rock e metal progressivi si distinguono, si sa, per la loro propensione alla ricerca della sperimentazione, dell’avanguardia e per la creatività nell’incorporare elementi di vari generi musicali nella struttura già articolata e complessa del metal. A confermare queste parole, i Leprous tornano a emozionarci con un album nuovo di zecca che racchiude una sapiente ed ordinata fusione di dure chitarre rock, dolci note di piano e componenti di musica elettronica.

La versatilità della voce di Einar ci sorprende ancora una volta, spaziando da acuti cori lirici in brani quali “Faceless” ad improvvisi growl brutali come in “Like a sunken ship”.

Si passa poi ad assaggi di synth pop anni ’80 in “Self-satisfied Lullaby”, di industrial nel secondo brano “Atonement” e in “My Specter” e di spruzzi di jazz sparsi per tutto l’album tra i vari pezzi.

Gli album precedenti “Aphelion” e “Pitfalls” hanno certamente gettato le basi per la stesura di questo nuovo lavoro e fatto riemergere il tipico stil art rock del gruppo norvegese, che ha deciso di evolversi e di tendere verso questo genere, senza guardarsi indietro. Ben lontano da lavori come “Tall Poppy Syndrome” del 2009, “Melodies of Atonement” si alleggerisce quasi interamente di screams, chitarre ad otto corde e blast beats vari per sfociare spesso in melodie dall’aria pop.

Se nei primi album le digressioni includevano parti di musica elettronica più aggressiva che occasionalmente si avvicinavano anche alla dubstep, ora viene preso spunto dal dream e synth pop; mentre prima i cambi tra diverse parti del brano erano più irruenti, adesso le varie sonorità vengono mescolate ed armonizzate più omogeneamente.

“Silently Walking Alone”, il primo brano dell’album, ci accoglie fin da subito con ripetitivi e ovattati suoni elettronici che possono appunto ricordare i passi lenti e l’azione di camminare, in riferimento al titolo, per poi confluire in sonorità rock accompagnate da chitarre sincopate, batteria e un’acuta voce di testa.

Similmente avviene in “Atonement”, dove inizialmente la seducente voce di Einar si insidia tra le onde melodiche del brano, alternandosi a violenti picchi esplosivi di volume che includono anche qui parti elettroniche reiterate, così come in “My Specter”.

L’orecchiabile e ritmato “Like a sunken ship” é probabilmente il pezzo più energico e metal dell’intero album, che scrolla e scuote l’ascoltatore e che possibilmente ben si adatterebbe a un concerto live.

Con “Limbo” torniamo a melodie più tranquille rispetto a “Like a sunken ship” ma comunque coinvolgenti e caratterizzate da una batteria anche qui molto scandita, mentre “Faceless” e “Self-satisfied Lullaby”, con l’aggiunta di parti synth pop, sono i pezzi  che probabilmente più ricordano i gruppi pop/rock contemporanei e che a nostro parere mancano un po’ di creatività.

Infine, il brano di chiusura “Unfree My Soul” é una struggente melodia dalle parole scandite e dal lento ritmo che catturano certamente l’attenzione di chi ascolta, rimanendo in testa e risultando facile da riconoscere.

In questo ultimo lavoro dei Leprous possiamo sentire la malinconia intervallarsi con la rabbia, poi con la calma, fino al raggiungimento di una teatrale e drammatica disperazione che collima con il brano di chiusura, lasciando infine silenziosamente il palcoscenico.

Nonostante alcuni brani cadano leggermente nella banalità, abbiamo apprezzato molto l’iniziativa e l’impegno posti in questo album, così come l’evoluzione e la trasformazione del gruppo negli anni. Anche i pezzi di “Melodies of Atonement” hanno certamente saputo emozionarci come i lavori precedenti (se non di più) e hanno consacrato ancora una volta l’arte musicale dei Leprous.

 

 

 

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