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Chi vi scrive ha incrociato la strada degli US power metallers Millennial Reign soltanto una volta, con il loro secondo disco Carry The Fire: nulla che abbia cambiato la storia del power, ma certamente un album solido, molto americano e ben costruito. Ritrovo oggi i texani al quarto full-length e con una formazione totalmente rinnovata, ma sempre con una propensione a inserire la parola ‘Fire’ nei titoli delle proprie produzioni…
Dopo la breve introduzione, “Bring Me To Life” esibisce chitarre pesanti, sullo stile dei Symphony X, e tastiere dal sound vagamente spaziale: a giudizio di chi scrive, però, la pur brava Tiffany Galchutt, nuova cantante che subentra a Travis Wills, ora nei riformati Crimson Glory, ha una voce non del tutto adatta a quanto proposto dal gruppo. La nostra canta infatti su un registro relativamente basso, e anche se la cosa può suonare originale, dato che la band ci risparmia (opportunamente) arie operistiche e acuti superflui, il brano risulta più statico. Sonorità orientali forse evitabili per “Wandering”, un pezzo che finisce, quasi inevitabilmente, per virare verso il gothic metal; la stessa cosa succederà, a causa dei (o grazie ai) cori in stile gregoriano, alla non eccelsa “Tongues Of Fire”. Brano molto riuscito è invece “We Follow On”, sviluppato su un crescendo di tastiere – e della voce di Tiffany – assolutamente incalzante e avvolgente. Qualche chitarra acustica in “Eternity” inserisce alcuni elementi di varietà; ammiccante, pop-eggiante ma non per questo disprezzabile, la titletrack. Si chiude infine con l’inno “Allied Forces”, molto catchy, quasi ai confini con l’hard rock e capace di sprigionare una carica decisamente notevole.
Proviamo a tirare le somme: spostandosi dal punto in cui li avevo lasciati, i Millennial Reign si muovono verso un metal (leggermente) più easy listening, dove il power più roccioso lascia spazio a qualche contaminazione: il risultato è non sempre ottimale, quindi non so se la transizione possa giudicarsi riuscita… in ogni caso World On Fire può accattivare qualche ascoltatore più giovane e meno fedele alla linea dell’US power tradizionale.