LINKIN PARK – From Zero

Titolo: From Zero
Autore: LINKIN PARK
Nazione: Stati Uniti D'America
Genere: Alternative Metal
Anno: 2024
Etichetta: Warner Bros Records

Formazione:

Emily Armstrong – voce
Colin Brittain – batteria
Brad Delson – chitarra
Phoenix – basso
Joe Hahn – giradischi, campionatore, programmazione
Mike Shinoda – voce


Tracce:

01. From Zero (Intro) – 0:22
02. The Emptiness Machine – 3:10
03. Cut the Bridge – 3:48 (Linkin Park, Nick Long, Bea Miller)
04. Heavy Is the Crown – 2:47 (Linkin Park, Mike Elizondo)
05. Over Each Other – 2:50 (Linkin Park, Jon Green, Matias Mora)
06. Casualty – 2:20
07. Overflow – 3:31 (Linkin Park, Jaten Dimsdale, Mike Elizondo, Jake Torrey)
08. Two Faced – 3:03
09. Stained – 3:05 (Linkin Park, Cal Shapiro)
10. IGYEIH – 3:29 (Linkin Park, Nick Long)
11. Good Things Go – 3:29 (Linkin Park, Jake Torrey)
Durata totale: 31:54


Voto del redattore HMW: 7/10
Voto dei lettori: 5.3/10
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Il momento più atteso ed al contempo inaspettato da milioni di fan è dunque giunto: I Linkin Park sono tornati! Questo ritorno non soltanto entrerà negli annali per essere la prima uscita discografica della band dopo la tragica dipartita del leggendario cantante Chester Bennington, avvenuta nel luglio del 2017 per sua stessa mano, ma anche perché rappresenta una fondamentale rivoluzione nell’organico del gruppo giacché proprio al microfono lasciato vacante dal bravissimo Chester è subentrata una voce femminile a fiancheggiare il membro fondatore Mike Shinoda, quella di Emily Armstrong, già al servizio delle losangeline Dead Sara.

Molto è stato detto da quando a settembre, attraverso vincenti manovre di marketing, i Linkin Park lasciarono trapelare alcune novità concretizzatesi in seguito con la presentazione di un primo singolo, “The Emptiness Machine”, inedito anticipatore del nuovo album From Zero. In questo molto ritroviamo critiche feroci e sessiste alla Armstrong, accusata volgarmente di essere una scialba concorrente al compianto Bennington e reprimende pubbliche della famiglia dell’artista entrato nei cuori di tutti gli appassionati a Shinoda il quale è stato accusato di aver voluto far fruttare un nome, quello del progetto Linkin Park, mai uscito di moda in questi sette anni a suo esclusivo vantaggio, accuse supportate anche dal fuoriuscente batterista Rob Bourdon, sostituito da Colin Brittain.

Ognuno è libero di farsi la propria opinione in merito agli avvenimenti di cronaca, ma di sicuro siamo oggi giunti al dunque: From Zero è, sin da quanto dichiara il titolo scelto, un nuovo punto di partenza per il sestetto della California autore di alcuni dischi capolavoro a inizio anni ’00 e di canzoni entrate di diritto nella categoria “classiconi senza tempo”. E quindi?? E quindi From Zero è innegabilmente un bel disco che trasuda di quelle sonorità e di quegli spunti compositivi che resero il complesso un fenomeno mondiale nel primo ventennio del secolo. Partendo dalla già citata “The Emptiness Machine” è possibile godersi una mezz’ora scarsa di piacevoli brani che riescono al contempo a sfruttare l’effetto nostalgia – prevedibile – così come a proporre un nuovo impulso creativo dettato soprattutto dall’avvento della Armstrong.

Scrollandosi sin da subito di dosso il paragone con Bennington, sfoggia una prestazione convincente e genuina grazie alla sua voce corposa e graffiante che si presta senza problemi sia a sezioni aggressive e di stampo hardcore come in “Casualty”, brano più violento del lotto, e “Two Faced” sia ad interpretazioni più delicate ed intense come nella conclusiva “Good Things Go” o “Over Each Other”. Il ruolo da comprimaria a Shinoda valorizza anche quest’ultimo, al momento più presente nel computo generale delle parti. “Heavy Is the Crown”, secondo singolo e inno ufficiale dei campionati mondiali del videogioco League Of Legends, è forse il brano più rappresentativo del disco per efficacia e suddivisione delle parti ma a gusto personale la canzone che più mi ha regalato qualcosa è “Cut the Bridge” grazie alle sue strofe rappate cariche di rime ben congeniate e al suo ritornello melodico ruffiano ma carico di sentimento.

Come da tradizione i testi parlano di sensazioni amare e che coinvolgono gli aspetti psicologici più bui delle relazioni amorose e di quelle con sé stessi, temi che da due decenni hanno sancito la fama dei Linkin Park proprio grazie alla capacità di incontrare la sensibilità di molte persone che soffrono internamente e che necessitano di sentirsi rappresentate da una musica fatta per loro e che non le escluda, come avveniva con un certo di tipo di heavy metal antecedente all’avvento del nu metal.

Nella scaletta di From Zero non ci sono brani definibili brutti ma qualcosa di meno efficace si trova e lo identifico con “Overflow” e alcuni passaggi un po’ reiteranti le consuetudini dei dischi precedenti sparse qui e là nel minutaggio. A parte queste notazioni ribadisco quanto espresso in apertura di recensione e affermo con sicurezza che From Zero sia un disco riuscito e coinvolgente e che apre nuove vie al futuro di questa band storica ma sempreverde!

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