ALCEST + SVALBARD + DOODSESKADER: Alcatraz – Milano – 16/11/2024


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ALCEST + SVALBARD + DOODSESKADER

Alcatraz – Milano – 16/11/2024

Dopo due anni di assenza dall’ultima data del 2022 a Trezzo Sull’Adda il mitico gruppo post-black metal francese capitanato dal polistrumentista Neige (nome d’arte di Stéphane Paut) torna ad esibirsi in Italia a novembre, questo volta sul palco dell’Alcatraz per una serata memorabile accompagnata dalla formazione inglese post-hardcore Svalbard e dal recente progetto sperimentale belga DOODSESKADER.

Alle 18 aprono i cancelli del locale e il pubblico inizia ad arrivare e ambientarsi nello spazio mentre si attende l’arrivo del primo gruppo di apertura.

Circa mezz’ora dopo l’apertura, i DOODSESKADER (“death squad”) inaugurano la serata presentando pezzi dell’ultimo album Year Two uscito l’8 marzo di quest’anno. Tra questi figurano i singoli estratti “Pastel Prison” e “I Ask With My Mouth, I’ll Take With My Fist”.

Il progetto, nato nel 2020 e composto principalmente dal batterista Sigfried Burroughs e dal cantante e bassista Tim De Gieter (Amenra, Every Stranger Looks Like You, PA$$ION CRIME$) propone un metal sperimentale molto attuale che unisce vari generi, aggregando in alcuni casi anche parti rap.

Con altri pezzi provenienti dai loro esordi nel 2020 come “Meat Suit” e altri brani dal primo anno del 2022 “Year One”, i Doodseskader incuriosiscono il pubblico meneghino con il loro stile peculiare e riscaldano il palco in veduta della seconda band più attesa della serata, gli inglesi Svalbard, che già ritornano in Italia dopo lo spettacolo di marzo di quest’anno con gli Enslaved.

Nati nel 2011 dall’idea dei cantanti e chitarristi Serena Cherry e Liam Phelan insieme al batterista Mark Lilley e al bassista Matt Francis, gli Svalbard portano una ventata di malinconica aria nordica direttamente da Bristol, proponendo sonorità post-hardcore e post-metal spesso mischiate ad oscuri elementi black metal e shoegaze.

L’energia dei ragazzi e di Serena travolge il pubblico dell’ Alcatraz, attirando più persone sotto il palco che già si preparano all’ arrivo degli Alcest.

Il contrasto tra metal, hardcore e sintetizzatori vari consacra il gruppo inglese come innovatore del genere in quanto rielaborano coscienziosamente il post-hardcore personalizzandolo.

Vengono presentati brani come “Disparity” dall’ album di debutto One Day All This Will End, “Open Wound” e “Click Bait” dal lavoro del 2020 When I Die, Will I Get Better?, mentre nella seconda metà del concerto figurano “For the Sake of the Breed” e naturalmente altri pezzi dall’ultimo album del 2023 The Weight Of The Mask come “Faking It” e “Eternal Spirits”.

Serena ringrazia più volte il pubblico in italiano ed esprime la sua gioia e gratitudine nel trovarsi su quel palco a suonare di fronte a tanti fan italiani, incitando l’audience a prepararsi per l’arrivo degli Alcest.

Dopo una pausa in cui viene sistemato il palcoscenico e vengono ricreate le atmosfere di un’area paludosa, che ricordano le zone del parco di Camargue nel sud della Francia, oltre naturalmente che la la copertina dell’ultimo disco Les Chants De l’Aurore, al fine di celebrarlo. Un’allestimento di piante e le statue di due grandi svassi spuntavano sullosfondo luminoso di una luna piena per regalare al pubblico uno spettacolo unico nel suo genere e celebrare la musica di Neige e compagni.

Come spiega Neige (nome d’arte di Stéphane Paut) in varie interviste, le sonorità così come i testi degli Alcest hanno soprattutto lo scopo di evocare i lontani ricordi dell’infanzia trascorsa in Francia dal musicista, raffigurando estatiche immagini di quell’epoca attraverso testi poetici e riff trascinanti.

“Komorebi ” (letteralmente “la luce che filtra tra le foglie degli alberi”) dal settimo e recentissimo lavoro di quest’anno é l’energico e allo stesso tempo sognante brano di apertura con cui gli Alcest vengono accolti dal pubblico meneghino, seguito da “L’Envol ”, altro poetico brano di successo del disco.

Le melodie atmosferiche e trasognate avvolgono il pubblico eterogeneo che accoglie calorosamente il gruppo francese e dopo aver suonato il terzo brano dall’ultimo album Améthyste é il turno delle tracce più note del quartetto: “Protection” e “Sapphire” da Spiritual Instict del 2019. L’adrenalina é a questo punto alle stelle e il cantante Neige si rivolge al pubblico con una voce tenue ringraziandolo e ammettendo di non aspettarsi così tante persone al concerto di quella sera.

Seguono “Écailles de lune pt 2” dall’omonimo album del 2010 e altri brani dell’ultimo disco come “Flamme Jumelle”, brano dal timbro decisamente più serene e speranzose rispetto al più cupo “Écailles de lune pt 2”, che molto si avvicina al cupo black metal.

I tamburi di “Le Miroir” da “Spiritual Instinct” trascinano nuovamente l’Alcatraz in un sogno onirico che viene risvegliato da un altro pezzo famoso del gruppo, “Souvenirs d’un Autre Monde” del CD omonimo del 2007. I fan agitano le braccia nell’aria a destra e a sinistra seguendo la malinconica ballata di Neige e compagni.

“Oiseaux de Proie” é l’unico pezzo suonato questa sera scelto da Kodama, concept album che si ispira molto alle tematiche ed alle animazioni del film giapponese Principessa Mononoke di Hayao Miyazaki, riguardanti il rapporto tra uomo e natura.

Così é anche per “Autre Temps”, melodica traccia di “Les Voyages de l’âme” che ha consacrato gli Alcest tra i pionieri del genere blackgaze.

L’ultimo brano della serata, “L’Adieu”, dal titolo particolarmente azzeccato per le tempistiche, viene suonato dai quattro membri fino a quando, a sorpresa, Neige viene lasciato solo sul palco per cantare le ultime sognanti note del brano insieme ai fan.

Lo spettacolo e la presenza scenica di Stéphane, Jean, Indria e Pierre vengono decisamente apprezzati dal pubblico italiano ed internazionale presente all’Alcatraz, che saluta i musicisti e attende sotto il palco di poter aggiudicarsi la setlist della serata e i plettri utilizzati durante il concerto.

L’eterogeneità del pubblico proveniente da vari ambiti come lo shoegaze, il black metal e il post metal ritrova un terreno comune in questa speciale serata di novembre che riscalda gli animi per la stagione invernale e conferma ancora una volta che generi differenti possono convivere armoniosamente.

 

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