ACCUSER – Rebirthless

Titolo: Rebirthless
Autore: Accuser
Nazione: Germania
Genere: Thrash metal
Anno: 2024
Etichetta: MDD Records

Formazione:

Frank Thoms – voce, chitarra
Sasha Stange – chitarra
Frank Kimpel – basso
Oliver Fechner – batteria


Tracce:

1. Violent Vanity
2. Ghost Of Disease
3. Rebirthless
4. Painted Cruelty
5. Faded Remorse
6. When Desperation Scorns
7. Fear Denied
8. Spiritual Recipients
9. Damned By the Flood


Voto del redattore HMW: 7/10
Voto dei lettori: 7.2/10
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Che botta di fortuna per gli Accuser. Si potrebbe dire tranquillamente che, e chi non è più giovanissimo come me capirà, hanno fatto tredici.

Purtroppo per loro però non al Totocalcio, nome sinonimo di speranze, preghiere, imprecazioni e delusioni del giocatore domenicale anni ottanta risalente all’ età dell’ oro, quella del metal però.

Già, perché  Rebirthless  è il  tredicesimo album thrash realizzato dalla band tedesca formatasi in quel di Siegen nel 1986, anno di nascita del loro nuovo chitarrista!

E questo fanno, thrash metal senza troppi fronzoli o contaminazioni.

Voglia di innovare, di stupire o di cambiare? No. Voglia di continuare a suonare quello per cui ci si è innamorati di questo genere musicale e si è diventati musicisti? Tanta.

Pur ricordandomi l’ uscita del loro esordio The Convinction nel lontano 1987, (“io ero lì, Gandalf” -cit.), li ho persi di vista per poi riscoprirli con il penultimo Accuser.

Nonostante i cambi di formazione, con la sola presenza fissa dall’ esordio di Frank Thoms, gli Accuser hanno mantenuto una costante produzione di album fino al 1995. Successivamente si sono presi una comoda pausa di 15 anni, per poi ripartire puntuali come una cambiale a sfornare dischi ogni 2 anni fino all’ ultimo, dove  hanno impiegato il doppio del tempo presumibilmente anche a causa del covid.

Se fossi ancora un quindicenne con le mie quindicimila lire in tasca, Rebirthless  lo comprerei a scatola chiusa, sbirciando tra i dischi nello scaffale del negozio, e unicamente per la bellezza della copertina (“La rivolta dell’ inferno contro il Cielo”  di Antoine Joseph Wiertz). E se, più di una volta,  questo rischio non è stato assolutamente ripagato dal contenuto musicale, con questo album invece mi riterrei soddisfatto.

Prodotto dalla MDD Records , si pesta subito “bello ignorante” come piace a me, con “Violent Vanity”, dalla quale è estratto il primo video.

ll thrash quadrato  e aggressivo di “Ghost of Disease” e “Rebirtless”  fa da preludio alla cattiva e selvaggia “Painted Cruelty” che insieme a “When Desperation Scorns” e “Fear Denied”  sono quelle che rimangono più impresse.

Non ci sono virtuosismi particolari, nè canzoni singole cha facciano gridare al miracolo, ma è l’ insieme che fa funzionare in modo onesto e piacevole il disco. E la durata al di sotto dei quaranta minuti è perfetta per non annoiare anche chi non è particolarmente amante della sana e onesta vecchia scuola.

Per la prima volta gli Accuser strizzano l’occhio al thrash americano  con un sound che ricorda, nel suono grezzo delle chitarre e nel cantato aggressivo di Frank, lo stile oltroceano di alcune band hardcore.

Meno tedeschi del solito e  con una produzione di tutto rispetto, il disco ha dei momenti  di brutalità e cupezza che, alternandosi in modo a volte improvviso ma mai casuale, fanno giungere l’ ascoltatore alla fine dell’ album con il classico dolore al collo da headbanging.

Forse nella loro carriera hanno raccolto meno di quanto meritato, causa anche l’ altalena qualitativa dei loro dischi, ma due costanti sono presenti in tutti i lavori: la passione e la  dedizione.

Gli Accuser non hanno inventato niente, non vogliono inventare niente e non inventeranno mai niente. Tutto sommato va benissimo così!

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