LIVLØS – The Crescent King

Titolo: The Crescent King
Autore: LIVLØS
Nazione: Danimarca
Genere: Death metal
Anno: 2024
Etichetta: NOCTUM PRODUCTIONS

Formazione:

Niklas Lykke Frederiksen – voce
Franz Aleksander Posh – chitarra
Kenneth Soe Breinbjerg – chitarra
Thomas Dannemand Jensen – batteria
Benjamin Andreassen – basso


Tracce:

1. Solstice
2. Orbit Weaver
3. The Crescent King
4. Maelstrom
5. Usurpers
6. Scourge Of The Stars
7. Harvest
8. Solace
9. Throne Of Cosm
10 . Endless Majesty


Voto del redattore HMW: 7.5/10
Voto dei lettori: 7.0/10
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Puntuali come dei… danesi (fregati, stavate pensando a qualcun altro, eh), il nuovo concept album dei LIVLØS segue di tre anni il precedente And Then There Were None e di sei l’esordio Into Beyond.

Con una copertina fantasy in pieno stile power, i danesi  pubblicano il loro terzo lavoro The Crescent King. Ma state tranquilli, i nostri suonano ancora death metal!

Una carriera in crescendo. Se infatti il debutto si può considerare ancora acerbo e il successivo denota un discreto miglioramento, l’ultimo è a tutti gli effetti un buon disco, maturo sia nei testi che nell’esecuzione musicale.  La formazione è quasi quella precedente, con il solo cambio di Benjamin Andreassen al basso al posto del dimissionario Soren Frambo.

The Crescent King racconta l’ascesa di un uomo a divinità con lo scopo di migliorare e salvare il mondo, ma una volta raggiunto il suo status, sopraffatto dalla sua arroganza, schiavizza la popolazione, assoggettandola ai suoi voleri che contrastano con il proposito iniziale. Resosi conto dell’errore chiede perdono e aiuto al cosmo dal quale riceve solo silenzio e deve infine affrontare in solitudine la sua triste, inevitabile e ingloriosa fine.

La strumentale “Solstice” fa da apripista alla brutale “Orbit Weaver” e traccia immediatamente quelle che sono le linee guida seguite dalla band, velocità e rallentamenti improvvisi. La voce di Niklas si adatta perfettamente a qualsiasi passaggio proposto ed è veramente il valore aggiunto del gruppo.

Si rallenta parecchio con “The Crescent King” per poi aumentare il ritmo con “Maelstrom”, dove gli assoli si mescolano perfettamente al sottofondo ipnotico della ritmica. E se precedentemente sono le chitarre a farla da padrone, in “Usurpers” sono il basso e soprattutto la batteria ad essere protagoniste con l’eccellente Thomas intento a picchiare come un fabbro.

La seconda metà del disco si adegua alle varie sfaccettature del racconto con cambi di tempo, tristi melodie asfissianti e vaghi richiami prog che si sforzano di fare quasi da colonna sonora alla trama della storia che pian piano inizia ad assumere i toni della tragedia.

L’inserimento del piano in “Throne Of Cosm” aggiunge quel giusto pathos al pezzo che raggiunge l’apice con l’ultima “Endless Majesty” che chiude la narrazione con una rappresentazione quasi visiva dell’ignobile caduta del re che incontrerà la sua fine “rotting in his endless majesty”.

Non credo di poter essere tacciato di eresia se affermo che a tratti le atmosfere diventano black ed in altri momenti troviamo addirittura degli interessanti spunti thrash, sempre ben accetti dal sottoscritto.

Forse leggermente lungo con i suoi quarantasette minuti, ritengo che trentacinque siano la lunghezza giusta per un disco death, l’ambizioso progetto dei LIVLØS ha comunque il pregio di non avere delle tracce che ti spingano a saltare e passare alla successiva. L’esame del terzo album si può considerare superato.

I danesi LIVLØS si ritagliano uno spazio tutto sommato meritevole all’interno dell’immensa scena death o melodic death scandinava e per i pochi che ancora non lo sapessero, sì, la Danimarca fa parte della Scandinavia.

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