SPITFIRE – Trinity

Titolo: Trinity
Autore: Spitfire
Nazione: Germania
Genere: Speed/Thrash metal
Anno: 2024
Etichetta: Witches Brew

Formazione:

Ricko “Motorizer” Stockle – voce, chitarra
Daniel Bolz – chitarra
Simon Moch – basso
Manuel “Thunder Manne” Weber – batteria


Tracce:

1. Destroyer Of Worlds
2. Trinity
3. Bending Reality
4. Downfall Of Existence
5. Crystal collapse
6. Pointless Ways
7. Creations Of God
8. The Endless Run
9. Mankind Into Dust

10. Death To All…

 


Voto del redattore HMW: 7/10
Voto dei lettori: 6.5/10
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Trinity. Ente certificatore inglese? Personaggio di Matrix? Religiosamente holy? A fugare ogni dubbio ci pensa il primo titolo dell’album, Destroyer Of Worlds, direttamente dal film “Oppenheimer”. Con Trinity gli Spitfire fanno riferimento al primo test nucleare eseguito dall’esercito statunitense nel 1945.

A questo punto la domanda successiva è: l’album è una bomba? Non proprio, ma un buon disco sì.

Speed/thrash metal vecchia scuola con richiami evidenti agli anni ottanta ed ai maestri americani del genere. Piacevolmente non originali come il loro nome, stra-utilizzato nell’ambito metal, Spitfire, l’aereo monoposto da caccia simbolo della Seconda Guerra Mondiale, i quattro tedeschi di Karlsruhe giungono al terzo album e al decimo anno di attività.

Il livello tecnico complessivo è molto alto. La compattezza del suono è la caratteristica principale della musica proposta, con ritmiche serratissime e assoli chitarristici che variano dalla velocità pura alla ricerca di melodie taglienti e “piacione”.

Il batterista Manuel Weber, membro fondatore insieme a Ricko Stockle, è spesso chiamato agli straordinari con un martellamento preciso e ossessionato supportato dal bassista Simon Moch, presente anche nell’ album precedente insieme al chitarrista Daniel Bolz.

L’album si apre con la sopracitata “Destroyer Of Worlds” per continuare con “Trinity” e “Bending Reality” dalla quale hanno realizzato un video. Speed metal e thrash metal sono la parola d’ordine e l’ordine viene rispettato.

Le canzoni sono costruite in modo abbastanza “semplice” con accelerazioni e rallentamenti intervallati da assoli melodici e incisivi. Semplicità che però non è sintomo di banalità e infatti il ritmo tirato e costante rende scorrevole l’ascolto dei poco più di quaranta minuti dell’album.

“Crystal Collapse” , video anche di questo titolo, ha un chiaro richiamo (omaggio?) agli Slayer nella parte centrale del pezzo mentre “Downfall Of Existence” è, diciamo, quella più “rallentata” dell’intero album.

Rallentamento che viene subito cancellato dal resto delle canzoni rimanenti: “Creation Of God” e “The Endless Run” ricominciano a picchiare duro e “speed” raggiungendo l’apice con “Mankind Into Dust”, veloce, tirata, rabbiosa e semplicemente la più bella.

Prodotto dalla Witches Brew e con una copertina di fulmini e brutto tempo che mi ricorda quella di un fantastico album thrash uscito nel 1984, il disco degli Spitfire raggiunge il suo scopo di far rivivere vecchie sensazioni con sonorità un po’ più moderne.

La Germania anche in questo caso si conferma regina del speed/thrash europeo americanizzato vecchio stile. Per coloro che amano novità ed originalità, questo album non fa per loro. Ma per gli amanti del passato, o più semplicemente per i vecchi nostalgici come me, è consigliato.

Un salto indietro nel tempo nella propria cameretta a fissare con il nastro adesivo sul muro, appena imbiancato da tuo padre, il poster degli Overkill; leggendo le interviste agli Slayer, con tanto di foto allegate, sulla tua rivista metal preferita mensile (non che ce ne fossero poi chissà quante) e scrivendo i titoli delle canzoni con la biro rigorosamente nera, concentratissimo per non sbagliare, sulla copertina della musicassetta appena registrata degli Exciter.

Il tutto ascoltando in sottofondo, ovviamente, il primo dei Nuclear Assault.

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