SUNLIGHT – Son Of The Sun

Titolo: Son Of The Sun
Autore: Sunlight
Nazione: Grecia
Genere: Melodic heavy power metal
Anno: 2024
Etichetta: TOTAL METAL RECORDS

Formazione:

Dimitris Giannakopoulos – voce
Makis Kaponis – chitarra
Panos Mourtzinos – basso
Panos Anastopoulos – tastiera
Dimitris Kapoukakis – batteria


Tracce:

1.Son Of Fire
2.Thoughts Of Despair (Apognosis)
3.Forever Lost
4.Mystery
5.Secret Of Silence
6.Echoes Of Hope
7.Can’t Let You
8.Bridge Of Life
9.Sunrise


Voto del redattore HMW: 6,5/10
Voto dei lettori: 6.3/10
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Se ti piacciono le tastiere ti piacciono i Sunlight.

E questo non necessariamente perché il tastierista sia un fenomeno o meno. Semplicemente perché si  ha quasi l’ impressione che lo stesso musicista “abbia portato il pallone da casa”. E di conseguenza che le squadre le decida lui, che in porta comunque  lui non ci vada mai, che giochi solo in attacco e che quando sarà ora di cena se ne tornerà da dove è arrivato con il pallone sottobraccio. E quindi, volenti o nolenti, triplice fischio e fine della partita.

Attivi dal 2009 e originari di Atene,  con questo secondo disco i Sunlight hanno deciso per un cambio di genere passando da un melodic hard rock dell’ esordio My Own Truth ad un  melodic heavy power metal di Son Of The Sun.

L’ uscita del disco non è stata delle più semplici. Entrati in studio nel 2019,  il disco è stato completato nel dicembre 2023, per poi essere distribuito ufficialmente il 06 dicembre 2024.

Se l’uscita è stata travagliata, non di meno si può dire della formazione. Dei nomi dei musicisti presenti in questo ultimo lavoro ne sono rimasti solo due, il chitarrista Makis Kaponis e il tastierista Panos Anastopoulos. Quindi se deciderete di acquistare l’ album e di andare a vederli dal vivo occhio a farvi autografare la copertina perché ben tre elementi su questo disco non ci hanno suonato proprio.

Il lavoro è stato registrato e mixato ai Devasoundz Studiodz da Fotis Bernardo (Nightfall, Rotting Christ), un nome e una garanzia per quanto riguarda le produzioni metalliche provenienti dalla Grecia. Così come un nome e una garanzia è quello di Gustavo Sazes (Epica, Firewind), l’ artista che ha creato il disegno presente sulla copertina del disco. E per sigillare definitivamente il loro cambiamento e l’ inizio di una nuova era della band hanno anche deciso di cambiare il logo del gruppo avvalendosi della mano specializzata di Shane Rice.

Devo dire che onestamente non gradisco i cambi così marcati di genere musicale tra un disco e l’altro (ed in questa band non ci limitiamo solo a questo di cambio), soprattutto quando in totale di album ne hai fatti solo due.  Gli stravolgimenti di organico mi fanno pensare che ”confusione” sia la parola giusta per descrivere la situazione dei Sunlight di oggi.

Musicalmente e tecnicamente le esecuzioni svolgono appieno il loro compito e la voce di Dimitris impressiona favorevolmente per pathos (e si, in questo contesto ellenico non potevo utilizzare altro termine…) ed estensione. Peccato non sia più della partita.

Le cartucce migliori a disposizione della band sono quelle che hanno al loro interno potenza, vivacità e quel pizzico di solenne epicità. Quindi tra le migliori ci sono sicuramente “Son Of Fire”, degna apertura del disco, “Forever Lost”, con annesso video musicale, “Mistery”, “Echoes Of Hope” e “Sunrise”.

Le cartucce bagnate sono invece il lento “Secret Of Silence” che non mi ha procurato nessuna emozione che una ballad dovrebbe almeno un minimo infondere e “Can’t Let You”,  un maldestro tentativo di melodic heavy power pop metal?

Le altre hanno qualcosa, o forse sarebbe più corretto non hanno qualcosa, che le fanno galleggiare in un limbo di normalità e di già ascoltato. Ma di già ascoltato tante, troppe volte.

Come scritto ad inizio recensione, le tastiere la fanno troppo da padrone, arrivando quasi a mortificare il lavoro delle chitarre e a nascondere quello del basso, con la batteria a fare da cornice ritmica senza infamia e senza lode.

Sia chiaro, l’ album è più che sufficientemente carino e a me le tastiere in questo genere musicale vanno benissimo, ma devono essere usate in maniera intelligente e soprattutto parsimoniosa. Così è troppo.

Un suggerimento a Makis: buca il pallone di Panos, comprane  uno nuovo  e portalo tu sottobraccio al campetto. E ogni tanto gioca tu in attacco e fai fare il portiere a chi non l’ ha mai voluto fare fino ad ora.

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