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QUEENSRŸCHE + Night Demon
Magazzini Generali, Milano
20 febbraio 2025
Bisogna ammettere che ogni tanto i social sono utili, visto che è principalmente tramite loro che locandine ed eventi dal vivo transitano da un appassionato all’altro tramite questo passaparola telematico. Io chiaramente, tenendomene debitamente a distanza, devo contare sui miei vari pard (cit.) per essere aggiornato, ma non sempre i gusti vanno di pari passo, quindi finisco per essere a conoscenza di concerti di gruppi abominevoli che suoneranno in località non contemplate dai navigatori satellitari, finendo invece per scoprire solo per un caso fortuito che i Queensrÿche suoneranno in un luogo dimenticato dalle divinità (Milano) un giovedì di febbraio, con una scaletta decisamente particolare – mi è concesso definirla anche “commovente”? – che prevede l’EP di debutto ed il primo album, The Warning, suonati nella loro interezza. Il tour che tesse le lodi di quei due capolavori discografici – chiamiamoli col loro nome – ha collezionato un ottimo successo in Nord America, al punto da spingere i Nostri ad ampliarne la celebrazione con un passaggio europeo.
Già si sentono le varie campane suonare a difesa delle diverse correnti di pensiero: “Queensrÿche? Ma c’è ancora qualche membro originale?“, “Ah, vai a vedere la cover band dei Queensrÿche?“, “Senza DeGarmo non sono più loro” (è uscito dal gruppo quasi trent’anni fa, fatevene una ragione…), “Ma chi c’è alla voce? No Tate, no party“, oppure più raramente “La Torre santo subito! Ha salvato il gruppo“, “Sono tornati sulla retta via dopo le ciofeche degli anni 2000 con Tate“. Tralasciamo le beghe legali con il batterista originale Scott Rockenfield, di cui difficilmente potremmo disquisire…
Detto francamente, ha davvero importanza? Wilton e Jackson ci sono da sempre, La Torre a conti fatti ha contribuito realmente a rilanciare il gruppo, e a livello vocale non è che gli si possa obiettare molto, serve altro? No, e lo stesso lo hanno pensato i tanti accorsi il 20 febbraio presso i Magazzini Generali di Milano, fin dall’inizio del concerto, che ha visto i Night Demon da Ventura aprire la sedicesima serata (di ventidue totali, dal 31 gennaio al 28 febbraio) del The Origins Tour EU/UK 2025.
Una scaletta che, a fronte della riproposizione per intero del ben noto EP del 1983 e del debutto del 1984, ha inevitabilmente visto brani che non venivano suonati dal 1984 stesso, come sottolineato da La Torre in un paio di occasioni. C’è stato tempo per tre ulteriori canzoni a chiusura dell’esibizione, ma andiamo per gradi.
Arrivo al locale, dopo le immancabili code sulle tangenziali milanesi, a concerto dei Night Demon da poco iniziato (gli orari vengono rispettati rigorosamente); scherzando con amici incontrati sul posto sul fatto che ultimamente sia più facile incrociare il trio californiano in tour in Europa che il proprio vicino di casa, Jarvis Leatherby e soci attingono alla propria discografia senza esclusione di colpi, con uno spettacolo energico che, seppur si percepisca essere ben studiato e strutturato, mantiene comunque la fisicità tipica dell’improvvisazione. Una decina di brani, per tre quarti d’ora di musica, con la chiusura affidata a “The Chalice”, sulle note della quale esce un grottesco figurante con una sproporzionata maschera a forma di teschio, reggendo appunto il sacrilego calice narrato nel brano, per chiudere con quello che a conti fatti è l’inno del gruppo, il brano che identifica il moniker del trio.
Sono le 20:30, il locale è gremito di amanti del quintetto di stanza a Bellevue (WA). A guardarsi in giro, quello che salta all’occhio è un’età media non indifferente; difficile asserire che questa data ha richiamato molte giovani leve, vuoi per un prezzo non propriamente popolare (ma nella media dei costi attuali), vuoi perché le ricorrenze di dischi del passato richiamano più facilmente un pubblico di nostalgici appassionati, o di non più giovanissimi che hanno conosciuto il gruppo in un periodo storico non felice per l’heavy metal e non hanno mai avuto l’occasione di gustare dal vivo determinate perle.
La scaletta non ve la racconto: prendete i vostri vinili, CD, oppure cercate sull’Internet EP e debutto e pensate di goderveli consecutivamente in rigoroso ordine di apparizione. I suoni risultano meglio di quanto preventivato (i Magazzini Generali non hanno una buona nomea in tal senso; chi scrive vi ha visto solo gli Accept, nel tour di Blood Of The Nations nel 2011, e la serata non fu memorabile proprio per quel motivo), ma per avere una buona esposizione è necessario rimanere il più possibile al centro; dalla postazione di destra, la chitarra di Mike Stone non è sempre percepibile, sovrastata da quella di Wilton. Subito su “Nightrider” si teme il peggio, con la corrente che salta ed il gruppo che prosegue per qualche secondo senza che al pubblico arrivi una sola nota amplificata; fortunatamente la normalità viene immediatamente ripristinata e non si verificheranno nuovamente problemi simili. Sentire “Deliverance” dal vivo non ha prezzo (se mi concedessero un solo brano dei Queensrÿche da portare sull’isola deserta, non avrei dubbi nel sceglierlo), ma in generale poter assaporare i brani che hanno lanciato una carriera ormai ultra quarantennale di una formazione fondamentale del progressive metal mondiale lascia un brivido di piacere lungo la schiena che non si esaurisce nemmeno a qualche giorno di distanza, basta che il pensiero ritorni per un attimo alla serata ed il gioco è fatto. Scommetto che tutti i presenti la vedano come me, chi più chi meno, ma la possibilità che qualcuno non sia rimasto soddisfatto è davvero irrilevante.
A chiusura dell’esibizione, intervallata da un paio di brevi “discorsi motivazionali” di La Torre, proferiti in un ottimo ed intelligibile inglese dalla pronuncia impeccabile (durante uno dei quali non manca di sottolineare che questi sono i “the one and only Queensrÿche“), c’è spazio per altri tre brani, fra cui due classici immancabili “Walk In The Shadows” e “Eyes Of A Stranger”, intervallati dalla inaspettata “Jet City Woman”, che smuove ancora una volta il pubblico e lo induce a cantare insieme al gruppo.
Inutile mentire a sé stessi: anche il prossimo tour commemorativo degli album successivi, se mai prenderà piede, farà la gioia di chi ama i Queensrÿche e potrà dirsi un successo. Nel mentre, io continuo a fischiettare i brani immortali della scaletta del 20 febbraio con un sorriso stampato in faccia… potete biasimarmi?
Scaletta Queensrÿche:
01. Queen Of The Reich
02. Nightrider
03. Blinded
04. The Lady Wore Black
05. Warning
06. En Force
07. Deliverance
08. No Sanctuary
09. NM 156
10. Take Hold Of The Flame
11. Before The Storm
12. Child Of Fire
13. Roads To Madness
14. Walk In The Shadows
15. Jet City Woman
16. Eyes Of A Stranger
Un grazie a Fabio Perf per le foto della serata