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FIT FOR AN AUTOPSY + SYLOSIS + DARKEST HOUR + HERIOT
Live Music Club – Trezzo sull’Adda – 17/12/2024
Grande evento per i seguaci del metalcore il 17 dicembre al Live Club di Trezzo sull’Adda (Milano) grazie all’arrivo di ben quattro gruppi noti nel panorama musicale: nell’ordine Heriot, Darkest Hour, Sylosis e infine Fit For An Autopsy si sono esibiti sul palco del locale tornando ad emozionare i fan italiani per quest’unica data.
Il fresco quartetto di Swindon, Inghilterra, arriva in Italia per una prima data ad incuriosire il pubblico proponendo un genere abbastanza fuori dagli schemi e non facilmente classificabile che mescola brani più lenti ed atmosferici come “Opaline” a violenti riff e pesanti breakdown in pezzi come “Foul Void”, accompagnati dai ringhi feroci della cantante e chitarrista Debbie Gough e dai bassi growl del bassista Jack Packer. Devoured by the Mouth of Hell é l’album di debutto degli Heriot, pubblicato nel 2024 e ben accolto dalla critica. Di fatto, alla creazione dell’album hanno, tra gli altri, preso parte gli stessi Josh Middelton dei Sylosis e Will Putney dei Fit For An Autopsy con la produzione, la scrittura dei brani ed il missaggio e mastering.
Nel complesso gli Heriot hanno saputo regalare un’esecuzione coinvolgente al pubblico del Live Club, sorprendendo e talvolta spiazzando gli ascoltatori con sonorità a tratti claustrofobie, infernali e allo stesso tempo atmosferiche.
A seguire vediamo i Darkest Hour salire sul palco, band di Washington D.C. con una carriera attiva già da una trentina d’anni e vari dischi validi alle spalle. Influenzati dalla vecchia scuola melodic death metal svedese e nordeuropea, il gruppo statunitense si esibisce per circa mezz’ora con pezzi di successo della loro discografia come “The Sadist Nation” dal loro disco Hidden Hands Of A Sadist Nation del 2003 e naturalmente brani dall’ultimo lavoro Perpetual Terminal, pubblicato dopo quasi dieci anni di pausa. Il vocalist John Henry e il chitarrista Mike Schleibaum, fondatori e tuttora militanti nel gruppo, emozionano i fan con un’esibizione estremamente energica e accattivante.
Nonostante la qualità un po’ precaria del suono che improvvisamente sembrava non essere più ben definito durante la performance (dovuto a problemi di mixer sbilanciato) il gruppo si dimostra professionale e riesce a riscuotere un buon successo.
È il turno dei co-headliner Sylosis, altra band britannica amata dal pubblico italiano che torna nel nostro Paese a circa un anno dall’ultima data con i Malevolence al Legend Club di Milano. Il fondatore, chitarrista e vocalist Josh Middleton, già conosciuto per la sua militanza negli Architects anni fa, saluta e incita i fan del Live Club a unirsi ai cori, nonostante i problemi ancora presenti con il volume.
Mischiando sonorità thrash metal con influenze melodic death e virtuosismi progressive, i Sylosis offrono un genere accattivante che si discosta abbastanza dalle tipiche melodie metalcore di moda degli ultimi anni.
Pezzi recenti provenienti dall’ultimo EP The Path uscito in autunno, “Deadwood”, “Pariahs” e “Poison For The Lost” dal CD del 2023 A Sign of Things To Come dallo stile prevalentemente metalcore, così come brani del passato tra cui “Teras” e “Empyreal” rispettivamente da Conclusion Of An Age del 2008 e Edge Of The Earth del 2011, chiaramente influenzati dal thrash, sono stati scelti per aggiungersi all’esplosiva scaletta che il gruppo propone al pubblico meneghino.
Dopo una breve pausa per sistemare il palco, attaccano i tanto attesi headliner Fit For An Autopsy con “Lower Purpose” da The Nothing That Is, appena uscito in autunno. I sei musicisti di Jersey City propongono un sound deathcore abbastanza classico da vario tempo senza deviarsi troppo verso le parti melodiche contemporanee e si consacrano come uno dei gruppi più attivi ed apprezzati dai fan del genere, ben conosciuti dagli ascoltatori italiani grazie a vari tour che hanno toccato il Paese diverse volte.
Altri pezzi dell’ultimo lavoro come “Red Horizon”, “Savior Of None / Ashes Of All”, “Hostage” si aggiungono alla scaletta del concerto, oltre a celebri brani come “Black Mammoth” da The Great Collapse del 2017 o “Warfare” da The Sea Of Tragic Beasts del 2019. Il pubblico si scatena tra mosh, circle pit e headbanging, scaldando ulteriormente l’atmosfera del locale.
Tra gli ultimi brani suonati dalla band durante l’esibizione vediamo “Far From Heaven” dall’album deathcore/post-metal Oh What The Future Holds, penultima fatica del 2022 e “Two Towers”, durante la cui esecuzione il chitarrista Pat Sheridan suonando si unisce al pubblico nel pit.
Inconvenienti tecnici vari a parte, il concerto si é rivelato decisamente memorabile per i partecipanti e amanti del ‘core e non solo!





