VULTURES VENGEANCE – Dust Age

Titolo: Dust Age
Autore: Vultures Vengeance
Nazione: Italia
Genere: Heavy / Epic Metal
Anno: 2025
Etichetta: High Roller Records

Formazione:

Tony T. Steele – Voce, chitarra
Tony L.A. Scelzi – Chitarra
Matt Savage – Basso
Damian Rage – Batteria


Tracce:

01. Dust Age
02. Queen Of The Last Light
03. Those Who Sold The World
04. Reign Of Severance
05. City Of A Thousand Blades
06. The Exiled
07. The Foul Mighty Temple of Men
08. It Holds


Voto del redattore HMW: 8/10
Voto dei lettori: 7.5/10
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Recensione scritta da Fabio Perf.

Tornano i Vultures Vengeance, dopo la pubblicazione del loro ottimo esordio The Knightlore, datato 2019. Il combo romano ha infatti subìto una pausa d’arresto, in primis a causa del covid e, in secondo luogo, per alcuni problemi di formazione. Ecco che finalmente vede la luce Dust Age, registrato addirittura nel 2020.

I Vultures Vengeance non si discostano molto dal loro suono, già manifesto del precedente lavoro: ci troviamo di fronte a un metal molto tradizionale che non nasconde una certa verve epica, tipica di gruppi come Omen e Warlord. Dust Age è di fatto un inno metal, autentico tributo al sound anni ’80, sia per l’approccio che per l’immagine del gruppo stesso.

Si parte alla grande proprio con il brano che dà il titolo al disco e veniamo subito travolti da una valanga di suoni grazie a splendidi intrecci di chitarre, conditi da una ritmica galoppante e da una voce che sa miscelare la parte più ruvida e aggressiva con quella più melodica. Davvero un ottimo inizio!

Il resto del disco si mantiene su queste coordinate, con i Vultures Vengeance che non spingono quasi mai sulla tavoletta dell’acceleratore ma mantengono ritmiche per lo più cadenzate, con frequenti cambi di tempo (“Those Who Sold The World”), ricreando però un certa atmosfera maestosa (“City Of A Thousand Blades”), che pervade un po’ tutto il lavoro.

Le chitarre, sempre in evidenza, tessono metalliche trame, facendoci capire come deve suonare un disco di puro Heavy Metal. I ritornelli non sono mai scontati né troppo semplici, ulteriore segno che il quartetto romano ha voluto concentrarsi molto sulla struttura dei pezzi, dando al tutto una certa dinamicità grazie anche a inserti più lenti, come nel caso di “The Foul Mighty Temple Of Men”.

I Vultures Vengeance ritornano quindi un gran bel disco: se siete amanti del Metal più puro e incontaminato, procuratevi la vostra copia di “Dust Age”!

 

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