ERESIA – La Rabbia, L’Odio, La Morte

Titolo: La Rabbia, L'Odio, La Morte
Autore: Eresia
Nazione: Italia
Genere: Death metal
Anno: 2025
Etichetta: autoprodotto

Formazione:

Max Bravi – basso, voce
Claudio “Bonfy” Bonfante – batteria
Mauro Abraxas – chitarra


Tracce:
  1. La Maschera del Demonio
  2. Silente Anelito D’Odio
  3. Oscuro Terrore Spirituale
  4. Scende Il Gelo Nelle Ossa
  5. Ballo In Fa Diesis Minore (La Morte) – Angelo Branduardi Cover

Voto del redattore HMW: 8/10
Voto dei lettori: 7.5/10
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Agli Eresia si chiede loro di fare death metal e death metal fanno. Punto.

Attivi dal 1996 con il nome attuale, il trio veronese festeggia quest’anno il trentennale dalla formazione.

Un demo nel 1998, quattro album, Parole Al Buio (inedito), Moto Imperpetuo, Airesis e Neocosmo del 2020, sono la discografia del gruppo veneto a cui si aggiunge l’ultima fatica del 2025, l’EP La Rabbia, L’Odio, La morte. Particolarità dei testi è che, come nei precedenti lavori, sono tutti in italiano.

Riff pesanti e veloci, ottima tecnica musicale e la voce growl di Max di assoluto valore danno il via a questo EP. La copertina in bianco e nero con il titolo a caratteri in stile horror cinematografico anni sessanta ci inizia al rito che si sta per compiere.

Con l’introduzione presa direttamente dall’omonimo film del 1960, “La Maschera Del Demonio”, la band mette subito le cose in chiaro. Gli Eresia sono tornati. E alla grande. Atmosfera pesantissima e nessun compromesso per questo pezzo che vede nel martellamento ritmico di Claudio e la parte finale cantata con toni black il suo apice. Le parole recitate delle varie maledizioni della vittima sacrificale, sempre presa dal film, inquietano e non poco. Tanto che ad un certo punto avevo la sensazione che la suddetta ce l’avesse con me e… mi sono guardato intorno con stato d’animo preoccupato.

Effetto doppia voce con growl e voce maligna nella seconda, “Silente Anelito d’Odio”, contribuiscono a far accrescere l’atmosfera asfissiante che si diffonde dalle casse. L’inizio con la batteria che pesta subito per poi viaggiare su ritmi, se possibile, ancora più forsennati e la chitarra di Mauro, che alterna velocità e pesantezza, mi fanno pensare che con pezzi con questo tiro certi presunti maestri storici del genere, che si sono adagiati sugli allori, avrebbero solo da imparare.

Arriviamo alla parte centrale dell’EP e “Oscuro Terrore Musicale” è il pezzo più “commerciale” dell’intero lavoro. In questo caso commerciale significa di una brutalità di mezzo punto in meno in una scala da uno a cento rispetto agli altri pezzi. Assolo di chitarra eseguito molto bene e soprattutto con un senso (cosa non ovvia negli assoli nel death, anzi…) e, personalmente, pezzo preferito tra i cinque proposti.

Anche “Scende Il Gelo Nelle Ossa” ha un’ottima alternanza tra i due stili di cantato. Non avendo i testi presumo sia un botta e risposta (nel death non è proprio facile capire bene bene tutte le parole), con un paio di passaggi quasi thrash che mi fanno innamorare di questi “ragazzi” e nello stesso tempo mi fanno incavolare. Ma come, solo cinque pezzi? Subito al lavoro e vediamo di far uscire un album intero al più presto! Che a dirla tutta ci sono album interi che durano appena dieci minuti in più di questo EP, ma tant’è, oggi ho voglia di fare il motivatore e spronare la band a fare altra musica.

Chiusura con la cover “Ballo In Fa Diesis Minore (La Morte)” di Angelo Branduardi. Il pezzo viene ovviamente rivisitato a modo loro e comunque è riconoscibile pur nella sua trasformazione death metal. Una buona versione, anche se, nella mia personale classifica, tra le cinque canzoni è il pezzo che mi è piaciuto meno. Non brutto, ci mancherebbe, ma piaciuto meno.

Questo è un gran bell’EP senza ombra di dubbio. Il precedente album, ascoltato recentemente, l’ho trovato veramente valido, ma qui abbiamo alzato l’asticella. Gli Eresia fanno parte di quei gruppi “deathaliani” che non hanno nulla da invidiare alle band straniere scandinave e non.

Nulla.

Sono contento. Un altro lavoro fatto in Italia e di livello tecnico internazionale.

Underground, death metal, italiani, bravi. Eh sì, sono proprio contento.

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