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Una band tedesca che parla di mitologia Maori.
Non potevo non ascoltare The Embracing Light Of Rarohenga, album d’esordio degli Aeon Of Awareness che segue i due precedenti EP del biennio 2021-2022.
Che bel lavoro.
Ispirato musicalmente da gruppi leggendari come At the Gates, Hypocrisy, Wolfheart e Be’lakor, il trio di Lipsia guida gli ascoltatori attraverso un percorso di temi oscuri e richieste disperate. La morte, la rabbia e gli avvertimenti pronunciati da un possente albero Kauri riguardanti il modo in cui l’umanità tratta la natura, fonte del suo sostentamento, sono i temi dominanti del disco.
La Dea Maori della morte e della notte Hine-Nui-Te-Po viene rappresentata, nella suggestiva copertina, circondata da una foresta oscura. Un’immagine che trasmette l’inquietudine strisciante che racchiude in sé lo stato d’animo dell’intero album.
La stessa Dea, inoltre, è la custode delle anime morte che accoglie nel loro viaggio verso gli inferi. Interessante il fatto che, a differenza di altre mitologie e religioni, gli inferi non rappresentino nulla di malvagio o terribile, ma piuttosto un luogo di luce e pace.
Rarohenga è un termine della mitologia Maori che si riferisce al regno dei morti che le anime raggiungono dopo il trapasso ed è un luogo governato da esseri soprannaturali . È strettamente legato alla comprensione della vita, della morte e dell’aldilà ed è spesso descritto nelle tradizioni orali come parte integrante della cosmologia di quel popolo.
La musica, scritta interamente da Per Lumbersson, presenta cambi di ritmo frequenti che contribuiscono a tenere accesa la curiosità dell’ascoltatore con momenti melodic death, doom e con atmosfere derivanti dal suono inconfondibile del death metal di Goteborg. E furbescamente inseriscono anche una spruzzata di riff in stile “norreno” che ricorda a tratti gli Amon Amarth, ma senza esagerare troppo.
Un suono di tamburo seguito da un melodioso violino introduce il viaggio. “Lebenslast”, con i suoi riff vichinghi e “Hine-Nui-Te-Po”, con il suo ritmo più lento, sono la parte più malinconica dell’album. “Te Atua” si apre con il pianoforte e segna la fine della prima parte, quella più riflessiva.
La seconda, rappresentante l’ammonimento e la condanna per la condotta scellerata dell’essere umano, è più veloce e meno doom. “Ira Di(e)mensions “ e “Tumatauenga” con i loro inframezzi onirici uniti ai ritmi violenti e improvvisi sono un “caos musicale” ben orchestrato e ben raffigurante la sensazione di rabbia espresse dalle divinità polinesiane.
La canzone “King Kauri” (alberi ecologicamente e spiritualmente molto importanti per i Maori) è l’esplosione finale di collera che mi aspettavo e chiude degnamente un album che con la sua quarantina di minuti ha una piacevole scorrevolezza che soddisfa pienamente le orecchie di chi lo ha ascoltato.
Per essersi definito un gruppo melodic death metal forse gli Aeon Of Awareness dovrebbero aggiungere delle parti vocali pulite che qui sono completamente assenti. Ma il growl di Meta List è comunque buono.
Stefan Roth è bravo, ma è assolutamente da migliorare il suono della batteria che risulta piatto e asettico. Questo è l’unico lato negativo che ho trovato su questa produzione indipendente. Diventa primario migliorare questo aspetto per poter emergere dall’oceano di nuovi dischi di questo genere che annualmente vengono proposti e risolvere le piccole imperfezioni di produzione.
Un album d’esordio con testi profondi e originali accompagnati da una musica strutturata in modo convincente colloca la band nella categoria “Promesse”. Quindi per il futuro mi aspetto che il loro livello salga ancora.
Una “promessa” è una “promessa”.