UP THE HAMMERS – Warm Up, 6 marzo – AN Club (Atene, GR)


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Up The Hammers @ An Club, Atene
Warm up, 6 Marzo 2025

Come il TT nell’isola di Man o l’estrazione della Lotteria Italia, il festival greco di primavera è quell’appuntamento speciale che si aspetta tutto l’anno e anche questa volta chi ha presenziato torna a casa arricchito personalmente e musicalmente.
Come sempre la creatura di Manolis Karazeris propone un entusiasmante mix tra leggende del passato e nuovi gladiatori, gruppi provenienti oltreoceano e artisti local, il tutto in auditorium come nella bolgia dell’An Club (nel caratteristico quartiere Exarchia) per il warm up e lo storico Gagarin205 live club per il festival vero e proprio.

 

 

Al warm up i ciprioti March To Die hanno il compito di aprire l’edizione con un locale non ancora pieno di metallari ma, essendo il gruppo composto da musicisti di esperienza, con mestiere promuovono il loro debutto Tears Of The Gorgon del 2023 suonando le varie hit “March To Die”, “Son Of The Old Gods” e “Stand And Be Counted”.

 

Secondo gruppo della serata sono i Mountain Throne, i quali infiammano il locale con il loro doom/heavy del Baden Wurttemberg proponendo per lo più pezzi del loro eccellente The Silver Light del 2024. Momento sicuramente di esaltazione totale al suono di “Death Of A Tyrant” (che io considero 100% Scald), mentre provo meno entusiasmo con la conclusiva “Totem” dell’esordio Stormcoven, poiché la considero una delle canzoni più deboli della band.

 

 

Spazio agli Adamantis che proprio nei giorni del festival fanno uscire il loro ultimo lavoro Reforged (con l’ateniese No Remorse Records). I ragazzi del Massachusetts suonano un power metal di fine anni ’90 che non mi desta particolare interesse (tanto che dopo qualche canzone preferisco andare in fondo al locale nella zona merchandising a dare un’occhiata ai dischi), anche se oggettivamente il loro show è energico e il popolo risponde positivamente.

 

 

 


Lo sostengo dai tempi di Alessandro Manzoni che gli 
Skanners sono il miglior gruppo italiano da vedere dal vivo e anche all’An Club lo hanno dimostrato. Non so quanto il pubblico conoscesse approfonditamente la band sudtirolese ma con “Starlight” (che viene dedicata alla dozzina di ragazzi italiani presenti in loco), “We Rock The Nation”, “Factory Of steel” e “Blood In My Eyes” la platea deflagra agli stimoli di Claudio Pisoni.

 

Per i greci il sinonimo di Crush è culto. I Crush nascono più di quarant’anni fa, hanno un solo album all’attivo, posseggono una marcata vena epic e non arrivano al conteggio di dieci concerti negli ultimi vent’anni. Un po’ (tanto) fermi sul palco ma grazie a cavalli da battaglia come “Kingdom Of The Kings”, “Run To The Highway” e “Black Mirror” anche un non greco può apprezzarli profondamente. Menzione d’onore per la voce come da studio di Panagiotis Konstantinidis e la maestria esibita con le dita sul basso a doppio manico di Akis Zervos. 

Si arriva agli headliner del warm up in un An Club con una densità umana simil Macao dove anche andare al bancone per una birra diventa un viaggio mistico.

The Lord Weird Slough Feg si prendono subito gli applausi aprendo con la cover “Angel Of Death” dei Thin Lizzy e poi inforcando due gran pezzi come “Headhunter” e “Sky Chariots”. Tra una “Uncanny” ed un “Traders And Gunboats” hanno il tempo di annunciare l’uscita il mese prossimo del loro nuovo EP con la canzone “Knife World” (pezzo che si fa apprezzare al primo ascolto con la sua armonicità). Mike Scalzi si dimena come Tiziano Crudeli ad ogni goal del Milan, venendo quasi assalito dall’entusiasmo dei fan quando dal best seller Traveller il gruppo inanella “Vargr Moon”, “The Final Gambit” e “High Passage/Low Passage”. Dopo quasi novanta minuti si chiude il concerto e una prima giornata da tutto esaurito.

Foto realizzate da Cristina Alossi, che ringraziamo di cuore – insieme a Manolis Karazeris – per la condivisione.

Altre foto della serata:

MARCH TO DIE:

MOUNTAIN THRONE

ADAMANTIS

SKANNERS

THE LORD WEIRD SLOUGH FEG

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