CANNIBALI COMMESTIBILI – Dio Sta Invecchiando Male

Titolo: Dio Sta Invecchiando Male
Autore: Cannibali Commestibili
Nazione: Italia
Genere: Hard Rock / Punk
Anno: 2023
Etichetta: Overdub Recordings

Formazione:

Maurizio Togn – Batteria, Voce
Daniel Nardon – Chitarra
Paolo Murari – Basso


Tracce:

01. Scimmie
02. Dio sta invecchiando male
03. Cimice
04. Vodka Economica
05. Ballerine Splatter
06. Il Finale


Voto del redattore HMW: 7,5/10
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Qual è il ruolo del rock alternativo in un periodo storico in cui la critica sociale, quando non è solo di facciata e superficiale, sembra essere un’esclusiva della musica rap, per altro spesso e volentieri unita a sonorità rock e metal?

Una domanda complessa alla quale difficilmente troverete una risposta nelle prossime righe, ma la realtà è che non esistono forme d’espressione più o meno valide, ma solamente una scrittura più o meno solida ed arrangiamenti più o meno interessanti. I Cannibali Commestibli sono pronti a fare irruzione con il loro EP di debutto, Dio sta invecchiando male, sei tracce forgiate nella rabbia di una generazione stufa dei dogma ereditati passivamente dalla precedente, della violenza nell’imposizione degli stessi e forse anche un po’ di sé stessa.

“Scimmie” rappresenta un’introduzione perfetta, che ci catapulta con le prime note nel sound del trio originario del Trentino Alto Adige. Il Basso di Paolo Murari, in arte Turo, ha fin da subito un’importanza vitale nel dettare i tempi di una ritmica tutt’altro che banale, e anche su brani più distesi come l’ottima “Cimice” e “Vodka Economica”, sentiamo un suono volutamente saturo e pieno, che conferisce sostanza agli arrangiamenti. La chitarra di Daniel Nardon ha un ruolo tutt’altro che marginale e, nel singolo e titletrack “Dio sta Invecchiando Male”, ha l’opportunità di mettersi in mostra, con suoni acidi e disturbanti alternati da riff puntuali e puliti sempre al servizio dell’incessante ritmica. Anche su “Ballerine Splatter” l’efficacia della sei corde restituisce quell’andamento piacevolmente claudicante che ben si sposa con la voce graffiante del cantante e batterista Maurizio Togn.

Un finale, anzi “Il Finale” cupo e quasi essenzialmente strumentale chiude l’album con un urlo soffocato, che ci lascia senza dubbio incuriositi, non tanto dal contenuto dei testi, comunque dignitosi e soprattutto ben interpretati, quanto piuttosto da un suono coinvolgente e piacevole. Le tracce scorrono senza mai annoiare e, considerando le influenze stoner e metal all’interno del disco, non era scontato realizzare un’opera coerente che non pecca di prevedibilità, nemmeno ai temutissimi secondo e terzo ascolto.

I Cannibali Commestibili emergono dalle tenebre con un suono deciso e senza troppi compromessi, che saprà convincere anche i meno avvezzi a queste sonorità. Restiamo pertanto in attesa del prossimo lavoro, magari ancora più cattivo e severo nel colpire un’umanità composta, come ci ricorda il trio, da “figli di un Dio in Hangover” e “scimmie” meno evolute di quanto crediamo, ormai alla deriva e completamente in balia delle proprie contraddizioni.

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